Indice
Chiesa del Cristo (Pordenone)
Chiesa del Cristo o Chiesa di Santa Maria degli Angeli | |
---|---|
L'esterno della chiesa | |
Stato | Italia |
Regione | Friuli-Venezia Giulia |
Località | Pordenone |
Indirizzo | Piazza del Cristo - 33170 Pordenone |
Coordinate | 45°57′24.47″N 12°39′38.17″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Santa Maria degli Angeli |
Diocesi | Concordia-Pordenone |
Completamento | 1309 |
La chiesa di Santa Maria degli Angeli, detta comunemente del Cristo, è una chiesa di Pordenone che risale al XIV secolo.[1] L'appellativo di "chiesa del Cristo" ha origine nella presenza, al centro dell'altare maggiore, di un crocifisso ligneo del XV secolo di Giovanni Teutonico,[2] un tempo considerato miracoloso.[3] La chiesa, originariamente in stile romanico-gotico, subì nel tempo vari rimaneggiamenti e restauri; quello con l'impatto maggiore avvenne nel 1760, quando fu rinnovata in stile neoclassico.[4]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa venne costruita nel 1309 come cappella del vicino ospedale dedicato a Santa Maria degli Angeli, gestito dalla confraternita dei Battuti.[1][2]
Tra il XIV e il XV secolo vennero concesse diverse indulgenze alla chiesa.[4] È stata nel tempo meta di processioni cittadine e pellegrinaggi provenienti da diverse località della Diocesi, specialmente per chiedere protezione dalla siccità o dalle piogge eccessive.[4] Le note settecentesche di Giovan Battista Pomo menzionano in particolare una processione del 1729 per chiedere la cessazione delle «continue piogge che riportano non poco pregiudicio a queste nostre campagne».[4]
Nel 1665 divenne la cappella dell'adiacente monastero delle monache agostiniane.[2] Dopo il trasferimento delle suore nel convento dei Domenicani nel 1771[5], tornò ad essere la cappella dell'ospedale.[2]
Nel 1760 subì importanti modifiche architettoniche in stile neoclassico: le finestre e le porte laterali a sesto acuto ed il rosone della facciata furono murati, vennero alzate di quasi un metro le pareti e realizzato un nuovo soffitto, fu ampliata l'aula e l'esterno venne intonacato.[2][4] Durante questa ristrutturazione vennero inoltre chiuse le due cappelle laterali che originariamente affiancavano l'abside.[4]
Venne gravemente danneggiata dai bombardamenti del 28 dicembre 1944, che causarono il crollo del tetto e la distruzione del soffitto affrescato da Pietro Venier.[6] Venne rapidamente ricostruita e nel giugno del 1946 il vescovo Vittorio D'Alessi la riaprì al culto.[2] In quegli anni l'artista Tiburzio Donadon realizzò sul soffitto l'affresco dell'Assunta in sostituzione di quello che era andato perduto[2] e decorò i fondali delle pareti in gusto settecentesco.[6]
Nel 1963 venne eliminata l'intonacatura esterna[6] e tra il 1967 e il 1968 venne portato alla luce un ciclo di affreschi trecenteschi.[2]
Ulteriori restauri vennero eseguiti in seguito al terremoto del Friuli del 1976.[2]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa, costruita inizialmente in stile romanico-gotico, è stata rimaneggiata nel 1760 in stile neoclassico.[1]
Esterno
[modifica | modifica wikitesto]Le pareti esterne sono in mattoni a vista.[1] Sulla facciata a capanna si apre un finestrone circolare privo di rosone.[1] Sotto di esso si trova il portale di ingresso in pietra d'Istria, commissionato nel 1510 a Giovanni Antonio Pilacorte[2] e contenente una lunetta rappresentante Maria Vergine in trono tra due angeli.[1]
Sul lato sud della chiesa sono visibili gli archetti pensili dove terminava la parete prima della ristrutturazione del settecento.[1] Nel 1861 fu collocata su questo lato una porta lapidea del 1555, che si trovava originariamente nel vecchio ospedale.[4] Sopra di essa una nicchia semicircolare contiene una statua di San Rocco del XVIII secolo, dono della famiglia Galvani. Originariamente questa statua era collocata nell'oratorio di San Filippo Neri.[1][4]
Il campanile a pianta quadrata, anch'esso in mattoni a vista, è addossato al lato sud dell'abside.[1] Nella cella campanaria si aprono quattro semplici monofore, una per ogni lato.[1]
Interno
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa del Cristo presenta un'unica aula con quattro altari laterali, due su ogni lato, e un'abside quadrangolare.[1] All'ingresso due pilastri delimitano una sorta di nartece appena distinguibile.[1] Il resto dell'aula è decorato da lesene con capitelli corinzi, sormontati da una cornice modanata.[1] Il presbiterio, sopraelevato di tre gradini, è coperto da una volta a crociera.[1]
Sopra l'altare maggiore si trova il crocifisso intagliato e policromo commissionato a Giovanni Teutonico nel 1446.[2] Ritenuto un tempo miracoloso e quindi al centro di processioni (in particolare per chiedere pioggia, sereno o la cessazione di epidemie[3]), è origine del nome popolare della chiesa.[6] Una vecchia leggenda popolare, priva di fondamento, lo voleva opera di Michelangelo Buonarroti, che sempre secondo questa storia venne accolto nell'ospedale.[3]
Sulle pareti intonacate sono presenti diversi lacerti di affreschi trecenteschi e dell'inizio del Cinquecento.[2]
Sul soffitto è visibile l'affresco dell'Assunta dipinto da Tiburzio Donadon nel 1947.[2]
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]-
Dettaglio della lunetta del portale.
-
Interno della chiesa.
-
L'altare maggiore con il crocifisso ligneo.
-
Il nartece separato dal resto dall'aula da due pilastri.
-
Il crocifisso ligneo del XV secolo, ritenuto un tempo miracoloso.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l m n Chiesa di Santa Maria degli Angeli <Pordenone>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 22 marzo 2021.
- ^ a b c d e f g h i j k l m Chiesa del Cristo, su comune.pordenone.it, 19 dicembre 2018. URL consultato il 22 marzo 2021.
- ^ a b c Vendramino Candiani, Pordenone ricordi cronistorici, Edizioni Errepi, 1988 [1902], pp. 260-262.
- ^ a b c d e f g h Giuseppe Romanin, Giancarlo Magri, Angelo Crosato e Roberto Castenetto (a cura di), Chiesa del Cristo - Guida storico-artistica e devozionale di Santa Maria degli Angeli (PDF), Lito immagine, 2012, ISBN 978-88-97377-03-0. URL consultato il 22 marzo 2021. Ospitato su www.centrodelnoce.it.
- ^ Giuseppe Ragogna, Pordenone come eravamo, archivio fotografico di Gino Argentin, 1ª ed., Pordenone, Edizioni biblioteca dell'immagine, 2010, p. 119, ISBN 978-88-6391-055-1.
- ^ a b c d Chiesa del Cristo, su centrodelnoce.it, 10 giugno 2020. URL consultato il 26 marzo 2021.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Vendramino Candiani, Pordenone ricordi cronistorici, Edizioni Errepi, 1988 [1902], pp. 260-262.
- Giuseppe Romanin, Giancarlo Magri, Angelo Crosato e Roberto Castenetto (a cura di), Chiesa del Cristo - Guida storico-artistica e devozionale di Santa Maria degli Angeli (PDF), Lito immagine, 2012, ISBN 978-88-97377-03-0. URL consultato il 22 marzo 2021. Ospitato su www.centrodelnoce.it.
- Giuseppe Ragogna, Pordenone come eravamo, archivio fotografico di Gino Argentin, 1ª ed., Pordenone, Edizioni biblioteca dell'immagine, 2010, p. 119, ISBN 978-88-6391-055-1.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santa Maria degli Angeli o Ospedale
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa del Cristo, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.
- Luca Laureati per il Comune di Pordenone, Galleria di immagini sul sito del Comune di Pordenone, su comune.pordenone.it, 17 dicembre 2018. URL consultato il 21 marzo 2021.
- Giuseppe Romanin, Giancarlo Magri, Angelo Crosato e Roberto Castenetto (a cura di), Chiesa del Cristo - Guida storico-artistica e devozionale di Santa Maria degli Angeli (PDF), Lito immagine, 2012, ISBN 978-88-97377-03-0. URL consultato il 22 marzo 2021. Ospitato su www.centrodelnoce.it.