Albedo (alchimia)
L'albedo, termine latino che significa bianchezza, è in alchimia una delle fasi della Grande Opera, successiva a quella della nigredo. Simboleggiata da un cigno bianco,[2] prende il nome di «Opera al Bianco», o alternativamente di ablutio, purificatio, mundificatio, fissatio: consiste infatti nella purificazione della massa informe scaturita dalla nigredo, lavandone le impurità per prepararla alla successiva rubedo. Nel linguaggio chimico corrisponde alla distillazione,[3] e sul piano metaforico alla liberazione dell'anima dai lacci della corporeità.[4]
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]L'albedo consente di tramutare il piombo in argento, intervenendo nella fase successiva al discioglimento della materia, ricomponendola in una sintesi superiore, secondo il motto alchemico solve et coagula.[6]
Rappresenta l'alba e la rinascita, simboleggiata talvolta da una donna o da una rosa bianca.[8] Viene assimilata anche all'elemento acqua per la sua valenza purificatrice, e per il fatto che scopo finale dell'albedo è la creazione di un fluido o di un liquido vitale dalle virtù rigeneratrici, affine al mercurio o all'argento vivo, conosciuto come l'elisir di lunga vita.
A livello macrocosmico il bianco dell'albedo è associabile alla Luna, immagine del candore e della femminilità,[6] e tra i metalli all'argento. Un altro pianeta tipicamente allusivo dell'albedo è Venere, anticamente detto «Lucifero», cioè portatore di luce, in quanto effonde il bianco della luce e della conoscenza in contrapposizione alle tenebre della nigredo, benché Cristo fosse il solo capace di coniugare tale conoscenza con la libertà, e venisse detto perciò «verus Lucifer».[9]
Nell'alchimia cristiana l'albedo consiste in particolare nella Resurrezione di Gesù dopo la Passione e il sacrificio sulla croce.[10] Altro episodio allegorico dell'albedo è il Battesimo nel Giordano, contraddistinto dalla discesa della bianca Colomba.
Venere, come l'anima, è inoltre archetipo dell'amore, della bellezza e della creatività, che funge da tramite fra la condizione oscura dell'ego e l'apertura alle dimensioni superiori dello spirito.[11]
L'alternanza del bianco col nero è presente spesso sul pavimento di ingresso nei templi massonici, lastricato di riquadri bianchi e neri come una scacchiera, a ricordare il dualismo di luce e tenebre, spirito e materia, potenze benefiche e malefiche.[12]
Nella Divina Commedia la fase dell'albedo corrisponde alla risalita attraverso il Purgatorio di Dante e Virgilio.[13] All'albedo gli alchimisti attribuivano l'umore flemmatico.[14]
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Resurrezione di Piero della Francesca, espressione del risveglio dal sonno come nell'albedo alchemica.[16]
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Leda col cigno, di Francesco Melzi, che rimanda al mito ermetico del dio Giove tramutatosi in cigno per unirsi ad una mortale, come nel mistero della fecondità dell'albedo.[17]
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L'unicorno, ulteriore simbolo dell'albedo
Analogie con la psiche
[modifica | modifica wikitesto]Nell'ambito della psicologia analitica, Jung equipara l'albedo alla rivelazione dell'archetipo dell'anima negli uomini, e dell'animus nelle donne. Il soggetto, secondo Jung, dopo essere divenuto consapevole degli aspetti negativi della propria Ombra, ha imparato a non proiettarli più all'esterno, bensì a confrontarsi costruttivamente con essi, uscendo dall'identificazione inconscia con la psiche collettiva indifferenziata, e ripiegandosi coscientemente, tramite la riflessione, nel processo di individuazione di sé. L'albedo consiste in definitiva nella distillazione dell'Io dall'inconscio.[19]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Dettaglio dal Trionfo di Venere di Francesco del Cossa, affrescato nel palazzo Schifanoia a Ferrara.
- ^ Animali e alchimia.
- ^ Giuseppe Vatinno, Aenigma. Simbolo mistero e misticismo, pag. 110, Armando editore, 2013.
- ^ Titus Burckhardt, Alchemy: Science of the Cosmos-Science of the Soul, p.183-189, Penguin Books, 1967.
- ^ Venere alchemica (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2016).
- ^ a b Rosario Carollo, L'invisibile e l'uomo, pag. 19, Youcanprint, 2016.
- ^ Immagine dal vol. 2, pag. 87, del manoscritto Zoroaster Clavis Artis, MS. Verginelli-Rota, Biblioteca dell'Accademia Nazionale dei Lincei, Roma.
- ^ La Rosa, di Barbara Spadini.
- ^ La Grande Opera (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2016), 1.5, di Claudio Carli.
- ^ Il bianco e il nero (PDF) (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2017) di L.O., pag. 6.
- ^ Venere alchemica (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2016), di Francesca Piombo.
- ^ Il bianco e il nero (PDF) (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2017) di L.O., pp. 1-2.
- ^ Vincenzo Schettino, Scienza e Arte: Chimica, arti figurative e letteratura, pag. 59, Firenze University Press, 2014.
- ^ Vincenzo Schettino, ivi, pag. 39.
- ^ Vincenzo Guzzo e Gaspare Licandro, La Primavera di Botticelli. Il mistero cosmico dell'Anima Mundi, Tipheret, 2012.
- ^ Mariano Apa, Vincenzo Cappelletti, L'eliocentrismo da Piero Della Francesca a Niccolò Copernico, pag. 26, Accademia polacca delle scienze, Biblioteca e centro di studi a Roma, 1983.
- ^ Il cigno, o dell'albedo (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2016).
- ^ Johannes Fabricius, L'alchimia. L'arte regia nel simbolismo medievale, pag. 76, Mediterranee, 1997.
- ^ Gianfranco Bertagni, Jung: Mysterium Coniunctionis (PDF), cap. 3, pp. 76-82, Bollati Boringhieri.