Wildcat (automobilismo)
Wildcat è il nome di una serie di vetture realizzate a partire dal 1975 dal team statunitense Patrick Racing per partecipare alle gare per monoposto sancite dall'USAC prima, il cui evento principale era la 500 miglia di Indianapolis, e dalla CART poi. Il nome fu scelto dal proprietario del team (un ex-imprenditore petrolifero) ispirandosi alla figura dei wildcatters, persone che cercavano il petrolio e la conseguente ricchezza rischiando in proprio[1].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Dopo aver cominciato in sordina l'attività agonistica nel 1970 e dopo ottenuto la vittoria alla 500 miglia di Indianapolis del 1973 con le Eagle-Offenhauser appena acquistate grazie alla sponsorizzazione della STP, per la stagione 1975 il team Patrick Racing decise di realizzare in proprio le sue vetture, anziché comprare sul mercato i telai di altri costruttori[1], facendole progettare da Bob Riley e denominandole Wildcat Mk I[2].
Il team era uno di quelli che ancora si affidava al vetusto motore sovralimentato Offenhauser a quattro cilindri, sebbene ne avesse realizzato una versione estremamente evoluta chiamata DGS, ma la concorrenza del nuovo Ford Cosworth DFX a otto cilindri metteva pressione alla squadra[1].
Con queste nuove Wildcat-Offenhauser il team si dimostrò competitivo sia nel 1975, dove solo la rottura del motore privò Dallenbach della vittoria a Indy, che nel 1976 (terzo e quarto posto a Indy), che nella sfortunata edizione del 1977, quando il motore tradì Gordon Johncock mentre era al comando con 16 giri alla fine[1].
Per la stagione 1976 era stata realizzata la Wildcat Mk II, con un muso a tutta larghezza, radiatore frontale e pance laterali ribassate, mentre la vecchia Mk I fu usata per i tacciati più corti: Gordon Johncock fu campione USAC e Wally Dallenbach si classificò terzo[3]. La Mk II fu usata anche nel 1977, dopo che la nuova Mk III fu distrutta durante i primi collaudi[4]
La Wildcat Mk III fu impiegata anche da altri team, che acquistarono i telai dal Patrick Racing: uno di essi venne usato da Janet Guthrie, la prima donna a partecipare alla 500 miglia di Indianapolis, che nel 1978 si classificò nona con una di queste vetture.
La carenza di competitività del motore "Offy" convinse il team a esplorare nuove strade, ma il fiasco ottenuto nel 1977 dal motore Drake V8[4] e la mancanza di acuti nel 1978, con Johncock che ottenne l'ultima vittoria di un "Offy" nelle gare USAC e arrivò solo terzo a Indianapolis, spinseno il Patrick Racing a passare anch'esso al Ford Coswort DFX per la stagione 1979, quando però l'arrivo sulla scena della Chaparral 2K ispirata alle wing car della Formula 1 impose una riprogettazione delle Wildcat per la stagione 1980, cercando di incorporarvi gli stessi concetti tecnici[1].
Grazie alle esperienze maturate anche col progetto della monoposto Phoenix, seguito dagli stessi uomini chiave del team, la Wildcat Mk VIII del 1981 fu una vera wing car: Mario Andretti fu protagonista di una delle gare più discusse della storia della 500 miglia e l'anno seguente Gordon Johncock vinse la gara su una Wildcat PR8B con un margine di soli 0,16 su Rick Mears[1]. La Wildcat del 1983 si rivelò invece una vettura dalla difficile messa a punto, pertanto a fine stagione fu messa da parte e il Patrick Racing acquistò i telai per la stagione 1984 dalla March Engineering, restando perciò l'ultimo modello prodotto[1].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g (EN) Henri Greuter, Fiasco Italo-Britannico - Part 4: Patrick Racing, a brief history up to 1989, su 8w.forix.com, 24 maggio 2012. URL consultato il 5 novembre 2015.
- ^ (EN) Indy 500 and USAC racing 1975
- ^ (EN) Indy 500 and USAC racing 1976
- ^ a b (EN) Indy 500 and USAC racing 1977
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) La storia del team Patrick Racing su 8w.forix.com, su 8w.forix.com.