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Palazzo Molin
Grandioso palazzo quattrocentesco in stile gotico, edificato nel sestiere di San Marco all’incrocio tra il rio dei Barcaroli e il rio dei Fuseri, a metà tra piazza San Marco ed il teatro La Fenice. L’accesso, al civico 1827, avviene da una piccola calle privata, detta dei Cuoridoro, una laterale della Frezzeria.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il palazzo fu fondato nel 1468 da Marco e Girolamo Molin, figli di Paolo Molin. La nobile famiglia dei Molin ha dato un doge alla Repubblica, Francesco Molin (1646-1655), acuti uomini di lettere e valorosi uomini d’arme: tra questi si ricorda quel Filippo Molin che, durante la trentennale guerra di Candia contro i Turchi, ferito da una freccia avvelenata, se la trappò dalle carni e, intingendola nel proprio sangue, scrisse il suo testamento perché fosse letto in Senato.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Sorpassato un portale con vistoso stemma della famiglia Molin (si noti la ruota da mulino, simbolo del casato, e poco sopra i tre piccoli busti posti nel Settecento) si entra in una grande corte chiusa e ci si trova davanti al prospetto posteriore dell’edificio: nulla di rilevante da segnalare se non che tutto è perfettamente restaurato.
La facciata ovest
[modifica | modifica wikitesto]Di grande valore storico artistico è la facciata principale che prospetta rio dei Barcaroli ed è visibile, seppur un po’ scorciata, sostando sul Ponte dei Barcaroli o dei Cuoridoro. Da questo punto si avrà la visione di due corpi di fabbrica veramente notevoli, esempi importanti dello stile gotico fiorito che tanto successo ebbe a Venezia. Il corpo principale, molto imponente, è composto da un piano terreno, un mezzanino, due piani nobili e un mezzanino sottotetto. Il corpo secondario, senza soluzione di continuità, è composto da un piano terra, un mezzanino ed un piano nobile. Da segnalare sono soprattutto le due rive d’acqua e le due quadrifore sul corpo principale: al primo ed al secondo piano nobile. Le finestre, con modanature, colonne, capitelli e balaustre in pietra d’Istria, sono racchiuse in cornici dentellate sempre in pietra d’Istria. Tutte le aperture sono archiacute, trilobate, con fiorone gotico alla cuspide dell’arco, cornice a dentelli rettangolare e, a parte il mezzanino sottotetto, tutte con balcone aggettante. Belle anche le cornici marcapiano, lo spigolo a torciglione sui due lati del secondo edificio, i vistosi cornicioni e i tre bassorilievi in pietra d’Istria, databili all’ultimo quarto del secolo XV e posti però in un’epoca successiva tra le coppie di monofore del primo piano. Rifacimenti cinquecenteschi sono leggibili nelle finiture lapidee dei mezzanini e dei poggioli.
La facciata nord
[modifica | modifica wikitesto]Nulla di rilevante offre invece la facciata che prospetta su rio dei Fuseri. Nonostante gli interventi di manutenzione sono ancora leggibili tracce della forometria gotica originaria.
Impianto planimetrico
[modifica | modifica wikitesto]E’ visibile la tipica impostazione tripartita delle residenze nobiliari veneziane, con portego passante al piano terra e due piani nobili tripartiti, con salone passante e sale che si aprono simmetricamente sui due lati.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Marcello Brusegan. “I palazzi di Venezia”. Newton Compton Editori
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Famiglia Molin
- Francesco Molin
- Palazzi di San Marco