Pietro Raimondi

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Pietro Raimondi

Pietro Raimondi (Roma, 20 dicembre 1786Roma, 30 ottobre 1853) è stato un compositore italiano.

Allievo del Conservatorio della Pietà dei Turchini a Napoli, studiò canto e accompagnamento dei partimenti col Labarbera, nel contrappunto e nella composizione ebbe come maestro Giacomo Tritto.

Dopo sei anni di studio ritornò a Roma cercando lavoro, ma le non agiate condizioni economiche lo costrinsero a spostarsi a Firenze da sua zia e a Genova dove viveva sua madre. In quest'ultima città iniziò come maestro, insegnante e compositore; fu qui che rappresentò per la prima volta l'opera buffa La Bizzarria d'amore (1807). Il favore ottenuto da quest'ultima lo indusse a trattenersi a Genova, ove rimase sino al 1810, e gli valse la commissione di altre due opere: La forza dell'immaginazione (1808) ed Ero e Leandro (1809), inscenate come la precedente al Teatro Sant'Agostino.[1] Allo stesso periodo (secondo l'autografo dello stesso compositore, che la data al 12 maggio 1805) appartiene una breve Sinfonia a piena orchestra.

Viaggiò per diversi anni l'Italia per mettere in scena le sue opere. Dal 1816 al 1820 fu maestro di cappella della città di Acireale. Nel 1820 incontrò a Napoli Gioachino Rossini, invitato per eseguire la sua Messa di Gloria: recenti studi musicologici, basati su elementi storici e stilistici, hanno stabilito che la fuga conclusiva (Cum Sancto spiritu) sia in realtà opera di Raimondi.

Nel 1824 ebbe la nomina di direttore dei RR. teatri di Napoli e l'anno dopo successe al Tritto nel posto di maestro di composizione al R. Collegio di musica della stessa città. In questo periodo Vincenzo Bellini prese da lui alcune lezioni.

Dal 1833 al 1852 fu professore di contrappunto al Conservatorio del Buon Pastore e direttore del teatro Carolino di Palermo, ma è noto che nel 1836, in seguito alla morte di Antonín Reicha, fece domanda alla cattedra di armonia e contrappunto del Conservatorio di Parigi. Un ritardo postale di quattro giorni, come si deduce dalla lettera inviatagli da un dispiaciuto Luigi Cherubini, impedì la sua eventuale candidatura.

Il 12 dicembre 1852 succedette al Basily nel posto di maestro di cappella di S. Pietro in Roma. L'estate dello stesso anno, al Teatro Argentina, era stata eseguita la sua opera più imponente, l'oratorio Giuseppe, il quale consisteva in realtà di tre lavori separati da eseguirsi prima singolarmente, poi contemporaneamente. Occorsero in tutto 430 esecutori, fra orchestrali e coristi. L'esecuzione di questo opus unicum ebbe una certa risonanza internazionale, tanto che nell'estate del 1853 Franz Liszt, il quale definì il Raimondi "maestro dei maestri nell'arte del contrappunto", si disse disponibile ad eseguirlo in Germania: ma la morte di Raimondi pochi mesi dopo ne impedì il progetto.

Stilisticamente legato alla scuola napoletana, Raimondi ebbe dalla sua una preparazione musicale talmente superiore a quella di quasi tutti i suoi contemporanei, che sovente gli impedì di cadere nella sciatteria armonica e melodica di tanti autori dell'epoca. Alcune sue pagine sono indubbiamente belle, ma il troppo rispetto per i canoni musicali fino ad allora in uso finì per limitare l'interesse del pubblico e della critica nei confronti dei suoi lavori, sia teatrali che sacri.[2] Si tratta dunque di un musicista per formazione artistica erede del vecchio stile napoletano, radicato nella realtà ufficiale e accademica sia dei conservatori che dei teatri della capitale partenopea, con un percorso musicale che attraversa diversi generi e subisce molteplici influenze, tra cui quelle di Rossini e Bellini, per ciò che riguarda l'orchestrazione e l'ispirazione melodica. Raimondi, afferma infatti Florimo, "... quantunque vivesse contemporaneo di Rossini pure non restò interamente dimenticato. Sebbene la sua musica non fosse tale da sorprendere o da produrre meravigliosi effetti drammatici, perchè poco vi brilla la fantasia, pure il suo nome si aggiunse alla lista dei compositori illustri nell'arte dei suoni per la dottrina del contrappunto e per le teorie di scuola, pregi che in grado eminente egli possedeva."[3]

Targa dedicata a Pietro Raimondi in Piazza dell'Oratorio, Roma:
IN QUESTA CASA ABITO E MORI
NELL'ANNO MDCCCLIII
PIETRO RAIMONDI ROMANO
CELEBRATO COMPOSITORE
DI MUSICA SACRA E TEATRALE
PER INCREDIBILI COMBINAZIONI
NELL'ARTE DEL CONTRAPPUNTO
MIRACOLO NOVISSIMO
DEL SECOLO DECIMOMONO
SPQR
1876
---
DEMOLITA LA CASA DICONTRO
DOVE MORI PIETRO RAIMONDI
L'ISCRIZIONE
FU QUI TRASLOCATA L'ANNO 1895
SPQR

È autore di 62 opere teatrali, tra cui:

  • La Bizzarria d'amore (Genova - 1807)
  • La Forza dell'immaginazione, commedia lirica (1808)
  • Il Battuto contento, commedia lirica (1808)
  • Era e Leandro, monodramma (1809)
  • Il Fanatico deluso (Napoli, Teatro dei Fiorentini, 1811);
  • Amurat secondo (Roma, 1813);
  • La lavandara ossia il ritorno di maggio (libretto di Giovanni Schmidt, Napoli, Teatro del Fondo, autunno 1813; in realtà è una "parodia" da La Vestale di G.Spontini)[4]
  • La Donna colonnello (Napoli, Teatro del Fondo, 22 maggio 1822);
  • La Caccia di Errico IV (Napoli, Teatro del Fondo, 1822);
  • Le finte amazzoni, libretto di Luigi Romanelli (Milano, Teatro alla Scala, 15 maggio 1823);
  • Le nozze de' Sanniti, libretto di Giovanni Schmidt (Napoli, Teatro di San Carlo, 24 febbraio 1824 con Andrea Nozzari);
  • Amina ovvero L'innocenza perseguitata (Milano, Teatro alla Scala, 16 marzo 1824);
  • Berenice in Roma (Napoli, Teatro San Carlo, autunno 1824 con Andrea Nozzari);
  • Il disertore (Napoli, Teatro del Fondo, 23 gennaio 1825);
  • Il finto feudatario, melodramma in 2 atti, libretto di Giuseppe Checcherini (Teatro Nuovo (Napoli), 18 maggio 1826);
  • Costanza ed Oringaldo (Napoli, Teatro di San Carlo, 30 maggio 1830);
  • Il Ventaglio, commedia per musica in 2 atti, libretto di Domenico Gilardoni (Napoli, Teatro Nuovo, 22 gennaio 1831) che venne rappresentato in molti teatri d'Italia;
  • Il Giulio Sabino (Napoli, Teatro di San Carlo, 3 aprile 1831);
  • La vita di un giuocatore, azione melodrammatica in 3 atti, libretto di Giuseppe Checcherini (Napoli, Teatro Nuovo, 28 dicembre 1831);
  • La verdummara de puorto, commedia giocosa per musica in 1 atto (Napoli, Teatro Nuovo, 4 aprile 1832);
  • Clato (Napoli, Teatro San Carlo, 25 dicembre 1832 con Giovanni David);
  • I Parenti ridicoli (Napoli, Teatro Nuovo, 1º agosto 1835);
  • Isabella degli Abenanti (Napoli, Teatro di San Carlo, 26 settembre 1836 con Giuseppina Ronzi de Begnis);
  • Viclinda (Napoli, Teatro S.Carlo, 30 maggio 1837 con Paul Barroilhet);
  • Francesca Donato (Palermo, Teatro Carolino, 12 dicembre 1842);
  • Il Trionfo delle donne (Palermo, 1843); ecc.

Scrisse cinque oratori, tra cui.

Cantate:

Balletto:

  • Giaffar (Bologna, Teatro Comunale, 9 maggio 1837).

Messe con orchestra;

  • 2 Requiem con orchestra;
  • Salmi da 4 a 8 voci;
  • 2 Messe ad otto parti reali;
  • 2 Sinfonie religiose, da eseguirsi separatamente od unite;
  • Vespri;
  • Stabat;
  • Miserere;
  • Tantum Ergo;
  • Le sette parole dell'agonia.
  • Il ventaglio - Interpreti: A. Baldasserini, P. Barbacini, G. Ceccarini, C. Vozza - Dir. Bruno Rigacci - (RSI Lugano 1978 2 CD 1234,01 Al wav 4001 cda810)
  • Il Giudizio universale - Interpreti: J. Omilian, D. Di Domenico, M, Camastra - Dir. Arturo Sacchetti (Ed. Bongiovanni - 2CD GB 2438/39-2)

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN10112829 · ISNI (EN0000 0000 9169 1361 · SBN LO1V159135 · BAV 495/149934 · CERL cnp01384378 · Europeana agent/base/154701 · LCCN (ENn82251563 · GND (DE119500043 · BNE (ESXX1768737 (data) · BNF (FRcb147967303 (data) · J9U (ENHE987007316924405171
  1. ^ Corrado Ambìveri, Operisti minori: dell'ottocento Italiano, Gremese Editore, 1998, ISBN 978-88-7742-263-7. URL consultato il 3 ottobre 2024.
  2. ^ Corrado Ambìveri, Operisti minori: dell'ottocento Italiano, Gremese Editore, 1998, ISBN 978-88-7742-263-7. URL consultato il 3 ottobre 2024.
  3. ^ Annamaria Sapienza, La parodia dell'opera lirica a Napoli nell'Ottocento, Guida Editori, 1998, ISBN 978-88-7188-285-7. URL consultato il 3 ottobre 2024.
  4. ^ Annamaria Sapienza, La parodia dell'opera lirica a Napoli nell'Ottocento, Guida Editori, 1998, ISBN 978-88-7188-285-7. URL consultato il 3 ottobre 2024.