Technopedia Center
PMB University Brochure
Faculty of Engineering and Computer Science
S1 Informatics S1 Information Systems S1 Information Technology S1 Computer Engineering S1 Electrical Engineering S1 Civil Engineering

faculty of Economics and Business
S1 Management S1 Accountancy

Faculty of Letters and Educational Sciences
S1 English literature S1 English language education S1 Mathematics education S1 Sports Education
teknopedia

teknopedia

teknopedia

teknopedia

teknopedia

teknopedia
teknopedia
teknopedia
teknopedia
teknopedia
teknopedia
  • Registerasi
  • Brosur UTI
  • Kip Scholarship Information
  • Performance
  1. Weltenzyklopädie
  2. Nabatei
Nabatei
Nabatei - Teknopedia Vai al contenuto
Menu principale
Navigazione
  • Pagina principale
  • Ultime modifiche
  • Una voce a caso
  • Nelle vicinanze
  • Vetrina
  • Aiuto
  • Sportello informazioni
Comunità
  • Portale Comunità
  • Bar
  • Il Teknopediano
  • Contatti
Teknopedia L'enciclopedia libera
Ricerca
  • Fai una donazione
  • registrati
  • entra
  • Fai una donazione
  • registrati
  • entra
Pagine per utenti anonimi ulteriori informazioni
  • contributi
  • discussioni

Indice

  • Inizio
  • 1 Cultura
  • 2 Origini
  • 3 I periodi ellenistico e romano
  • 4 Note
  • 5 Bibliografia
  • 6 Voci correlate
  • 7 Altri progetti
  • 8 Collegamenti esterni

Nabatei

  • Afrikaans
  • العربية
  • مصرى
  • Azərbaycanca
  • تۆرکجه
  • বাংলা
  • Català
  • کوردی
  • Čeština
  • Deutsch
  • Ελληνικά
  • English
  • Esperanto
  • Español
  • Euskara
  • فارسی
  • Suomi
  • Français
  • Frysk
  • Galego
  • עברית
  • हिन्दी
  • Hrvatski
  • Magyar
  • Bahasa Indonesia
  • Jawa
  • 한국어
  • Lietuvių
  • Latviešu
  • Malagasy
  • Монгол
  • Bahasa Melayu
  • Nederlands
  • Norsk nynorsk
  • Norsk bokmål
  • Occitan
  • Polski
  • پنجابی
  • Português
  • Română
  • Русский
  • Srpskohrvatski / српскохрватски
  • Slovenščina
  • Svenska
  • தமிழ்
  • Türkçe
  • Українська
  • اردو
  • Oʻzbekcha / ўзбекча
  • Winaray
  • 中文
Modifica collegamenti
  • Voce
  • Discussione
  • Leggi
  • Modifica
  • Modifica wikitesto
  • Cronologia
Strumenti
Azioni
  • Leggi
  • Modifica
  • Modifica wikitesto
  • Cronologia
Generale
  • Puntano qui
  • Modifiche correlate
  • Pagine speciali
  • Link permanente
  • Informazioni pagina
  • Cita questa voce
  • Ottieni URL breve
  • Scarica codice QR
Stampa/esporta
  • Crea un libro
  • Scarica come PDF
  • Versione stampabile
In altri progetti
  • Wikimedia Commons
  • Elemento Wikidata
Aspetto
Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Mappa della Palestina nell'800 a.C.
Petra, la capitale nabatea

I Nabatei furono un popolo di commercianti dell'Arabia antica, insediati nelle oasi del nord-ovest cui al tempo di Flavio Giuseppe fu dato il nome di Nabatene, indicando approssimativamente l'area che fungeva da confine fra la Siria e l'Arabia, dall'Eufrate al Mar Rosso. La rete mercantile da essi efficacemente controllata e gestita metteva in comunicazione il sud e il nord della penisola araba e permetteva di commercializzare nell'area mediterranea prodotti ad alta utilità marginale, provenienti dalla lontana India e dalle regioni circonvicine.

Cultura

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Lingua nabatea e Arte nabatea.

Benché nulla sia sopravvissuto della loro letteratura, di cui peraltro non si ha menzione nei testi antichi, l'importanza della cultura nabatea è testimoniata dalla diffusione della loro lingua, attestata in un gran numero di graffiti e iscrizioni epigrafiche, anche a distanza da Petra, loro centro politico.

I riferimenti di età classica sui Nabatei fanno pensare che le loro rotte mercantili e la provenienza delle merci fossero considerate un segreto, camuffato in racconti in grado di confondere i forestieri. Diodoro Siculo li descrive come una tribù forte di circa 10.000 guerrieri, in grado di dominare i nomadi dell'Arabia, non interessati all'agricoltura, alle dimore fisse e al vino ma, oltre all'allevamento, coinvolti in traffici che consentivano alti profitti con gli empori che commerciavano il franchincenso, la mirra e spezie provenienti dall'Arabia Felix, oggi Yemen, come pure ai commerci con l'Egitto riguardanti il bitume proveniente dal Mar Morto. Le loro contrade, aride, erano la miglior difesa per la loro amata libertà, grazie alle ampie cisterne che raccoglievano l'acqua piovana, scavate nella roccia o nell'argilla, nascoste agli occhi dei potenziali invasori.

Origini

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Regno nabateo.

L'origine dei Nabatei rimane oscura. Basandosi su una somiglianza fonetica, Gerolamo suggerisce un collegamento con la tribù dei Nebaioth ricordata nel Libro dei Popoli della Genesi, ma storici moderni sono prudenti circa l'antica storia nabatea. L'esilio babilonese che cominciò nel 586 a.C. aprì un vuoto di potere nel Regno di Giuda, e non appena gli Edomiti si spostarono nelle terre da pascolo dei Giudei, le iscrizioni nabatee cominciarono a essere presenti in territorio edomita (prima del 312 a.C., quando essi furono attaccati infruttuosamente a Petra da Antigono I). Petra o Sela fu l'antica capitale di Edom; i Nabatei devono aver occupato l'antico territorio di Edom, subentrandogli nei traffici mercantili dopo che gli Edomiti si erano avvantaggiati dell'esilio babilonese degli Ebrei, sospingendoli nella Giudea meridionale. Questa migrazione nabatea, la cui data non può essere determinata, li rese anche padroni delle sponde del Golfo di Aqaba e dell'importante approdo di Elath. Qui, secondo Agatarchide, a causa di razziatori e pirati ebbero per qualche tempo problemi nella riapertura del commercio fra l'Egitto e l'Oriente, fin quando essi furono eliminati dai Tolomei di Alessandria.

Al momento dell'inizio della loro storia documentabile i Nabatei avevano già subito processi di acculturazione grazie alla cultura aramaica; scrissero una lettera ad Antigono in caratteri siriaci, e la lingua aramaica fu la lingua delle loro monete ed epigrafi quando la struttura tribale lasciò posto alla monarchia. Profittando della decadenza seleucide estesero i loro confini verso settentrione, in direzione della fertile area orientale del fiume Giordano. Occuparono l'Hauran e verso l'85 a.C. il re Aretas (evidentemente al-Ḥārith ) divenne signore di Damasco e della Celesiria. Nabatei divenne il nome arabo degli Aramei, sia in Siria sia in Iraq: un fatto che è stato scorrettamente assunto per dimostrare che i Nabatei furono in origine Aramei immigrati da Babilonia. I nomi propri delle loro iscrizioni suggeriscono che essi furono autentici Arabi che avevano subito influenze aramaiche. Starcky identifica i Nabatu dell'Arabia meridionale come loro antenati. Tuttavia diversi gruppi di Nabatei scrissero i loro nomi in modi del tutto differenti; pertanto gli archeologi sono riluttanti ad affermare che essi furono tutti riferibili alla stessa tribù o che ogni gruppo fosse l'originale gruppo dei Nabatei.

I periodi ellenistico e romano

[modifica | modifica wikitesto]
La provincia romana dell'Arabia Petraea, creata su quello che era il regno nabateo.

Petra fu edificata rapidamente nel I secolo a.C. in tutto lo splendore tipico dell'età ellenistica, quando i Nabatei erano alleati dei primi Asmonei nelle lotte contro i monarchi seleucidi. Divennero rivali della dinastia ebraica, che fiori nel II secolo a.C., e un elemento chiave dei disordini che convinsero Gneo Pompeo Magno ad intervenire in Giudea. Numerosi Nabatei furono convertiti a forza all'Ebraismo dal sovrano asmoneo Alessandro Ianneo. Fu questo re che, dopo aver sedato una ribellione locale, invase e occupò le città nabatee di Moab e Gilead e impose un tributo dall'imprecisato ammontare. Obodas (ʿUbayda), saputo che Alessandro era in procinto di attaccarlo, tese una trappola alle sue truppe nei pressi di Gaulane, distruggendo l'esercito israelita (90 a.C.).[1]

La forza militare romana non ebbe grande successo nelle campagne contro i Nabatei. A partire dal 62 a.C. Marco Emilio Scauro accettò un versamento di 300 talenti per togliere l'assedio a Petra, in parte a causa del terreno difficile e del fatto che Scauro era a corto di provvigioni. Hyrcano, amico di Aretas, fu inviato da Scauro dal sovrano nabateo per trattare la pace. Con la pace, il re Aretas conservò per intero i suoi domini, inclusa Damasco, e divenne vassallo di Roma[2].

Durante il regno di Malichus II (Malik), nel 32 a.C. Erode il Grande iniziò col sostegno di Cleopatra un conflitto contro la Nabatea. La guerra cominciò con l'esercito di Erode che razziò la Nabataea impiegando un'imponente forza di cavalleria e occupando Dium. Dopo questo rovescio, le forze nabatee si ammassarono presso Canatha in Siria, ma furono attaccate e messe in rotta. Athenio, generale di Cleopatra, inviò Canathans in aiuto dei Nabatei; questa forza sconfisse l'esercito di Erode, che fuggì verso Ormiza. Lanno dopo l'esercito di Erode devastò la Nabataea.[3]

Dopo un terremoto in Giudea i Nabatei insorsero e invasero Israele, ma Erode attraversò il Giordano a Philadelphia (l'odierna Amman) e tenne sotto controllo entrambe le sponde, lungo le quali fu eretto un campo fortificato. I Nabatei, sotto Elthemus, rifiutarono lo scontro, ed Erode forzò la situazione attaccando l'accampamento nemico. Una massa confusa di Nabatei ingaggiò la battaglia, ma fu sconfitta. Superate le difese avversarie, Erode assediò l'accampamento, e i difensori furono in breve costretti alla trattativa. Le forze nabatee scampate offrirono 500 talenti per la pace, ma ciò non fu accettato. La carenza d'acqua obbligò i Nabatei a lasciare il campo per lo scontro armato, ma furono sconfitti in questa ultima battaglia.[4]

In quanto alleati dei Romani, i Nabatei continuarono a prosperare per tutto il I secolo d.C. La loro potenza si estese ben dentro l'Arabia, lungo il Mar Rosso fino allo Yemen, e Petra rimase un emporio cosmopolita, malgrado i suoi commerci diminuissero con l'affermazione delle rotte orientali, da Myoshormus a Copto lungo il Nilo. Sotto la Pax Romana persero le loro abitudini guerriere e nomadi e divennero un popolo sobrio, accumulatore e ordinato, totalmente dedito al commercio e all'agricoltura. Il loro inserimento nei traffici marittimi mediterranei della prima età imperiale è attestato anche dalla presenza di un santuario nel cuore del porto di Puteoli (Pozzuoli), il maggior scalo commerciale del tempo. Il tempio dedicato al dio supremo Dusares, oggi sommerso per effetto del bradisismo dei Campi Flegrei, è attualmente oggetto di approfondite ricerche archeologiche subacquee[5] e conserva ancora altari e iscrizioni, in lingua latina e in lingua e alfabeto nabateo.

I Nabatei svolsero anche il ruolo di baluardo tra Roma e le popolazioni beduine, poco inclini a piegarsi all'Impero, inoltrando tuttavia le loro mercanzie negli empori settentrionali e spesso fornendo loro beni che da quelle aree provenivano. Il luogo di interscambio principale fu l'antico centro di Dedān, chiamato dagli Arabi Mada'in Salih (Hegra o Madāʾin Ṣāliḥ, "le città [del profeta arabo] Ṣāliḥ"), di cui parla il Corano, noto oggi col nome di al-ʿUlā. Ciononostante, Traiano prese il controllo di Petra e di Hegra, assorbendole nella nuova provincia romana dell'Arabia Petraea.

Dal III secolo d.C. i Nabatei smisero di scrivere in aramaico e cominciarono invece a scrivere in greco e dal IV secolo si convertirono al Cristianesimo. I nuovi invasori Arabi, che cominciarono ad agire in quei luoghi nel VII secolo, trovarono i resti dei Nabatei trasformati in contadini, tanto che la parola araba nabaṭī divenne sinonimo, appunto, di "agricoltore".

Note

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ Giuseppe La guerra giudaica, 1:87, p. 40, trad. di G.A. Williamson, 1959, printed 1981.
  2. ^ Giuseppe 1:61, p. 48
  3. ^ Giuseppe 1:363-377 p. 75-77
  4. ^ Giuseppe, 1:377-391 pp. 78-79
  5. ^ Andrew Curry, Un tempio sommerso in Italia rivela le fiorenti attività nel deserto di questi mercanti arabi, su National Geographic Italia, 24 agosto 2023.

Bibliografia

[modifica | modifica wikitesto]
  • David Graf, Rome and the Arabian Frontier: from the Nabataeans to the Saracens.
  • Lemma «Nabat», in: Encyclopedia of Islam, new series, E.J. Brill, Leida, Volume VII.
  • The Nabateans: A Historical Sketch - Jean Starcky, su ancientneareast.tripod.com.
  • Nabataea.net, Dan Gibson's comprehensive Nabataean site, su nabataea.net. URL consultato il 28 luglio 2006 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2007).
  • Johnson, Paul, A History of the Jews, George Weidenfeld & Nicolson Limited, London, 1987
  • The Nabateans by Professor Avraham Negev, su nabateans.org. URL consultato il 28 luglio 2006 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2006).
  • Stephan G. Schmid: "The Nabataeans. Travellers between Lifestyles". in: B. MacDonald - R. Adams - P. Bienkowski (eds.), The Archaeology of Jordan (Sheffield 2001) 367-426. ISBN 1-84127-136-5

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]
  • Religione nabatea
  • Alfabeto nabateo

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

  • Wikizionario
  • Wikimedia Commons
  • Collabora a Wikizionario Wikizionario contiene il lemma di dizionario «nabateo»
  • Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su nabateo

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  • Bulletin of Nabataean Studies Archiviato il 29 aprile 2016 in Internet Archive.: bibliografia e link su Petra e i Nabatei
  • I Nabatei nel Negev Archiviato il 3 ottobre 2018 in Internet Archive.
V · D · M
Storia della Giordania
PopoliAmmoniti • Amorrei • Assiri • Babilonesi • Impero bizantino • Ebrei • Edomiti • Arabi • Ghassanidi • Hyksos • Moabiti • Nabatei • Palestinesi • Romani • Sasanidi • Selgiuchidi • Impero ottomano
PersonaggiAbd Allah I di Giordania • Abd Allah II di Giordania • Alessandro Magno • Antioco II • Ciro II di Persia • Davide, re d'Israele • Diocleziano, imperatore dei Romani • Eraclio I • Edom, fondatore del Regno degli Edomiti • Faysal, fratello di Re Abd Allah I e poi re d'Iraq • Folco V d'Angiò • Giustiniano I • Husayn, re di Giordania • Husayn b. ʿAlī, sceriffo della Mecca • Johann Ludwig Burckhardt • Muʿāwiya b. Abī Sufyān, califfo omayyade • Gneo Pompeo Magno • Saladino • Salomone, re d'Israele • Teodosio I, imperatore dei Romani • T.E. Lawrence (Lawrence d'Arabia) • Traiano, imperatore dei Romani • al-Walid I, califfo omayyade • Winston Churchill
Siti archeologiciRabbath Ammon, poi Filadelfia • Beidha • Castelli del deserto • Gadara • Gerasa • Karak • Madaba • Monte Nebo • Pella • Petra • Piccola Petra • Quwaylibah • Umm al-Rasas
EventiBattaglia di Qadeš • Battaglia di Ajnadayn • Battaglia di Hattin • Crociata • Diffusione del cristianesimo • Diffusione dell'islam • Cattività babilonese • Guerra arabo-israeliana del 1948 • Guerra dei sei giorni • Guerra del Kippur • Indipendenza della Giordania • Nascita della Lega degli Stati arabi • Nascita dello Stato d'Israele • Questione palestinese • Rivolta araba • Settembre nero in Giordania
Controllo di autoritàGND (DE) 4041013-4 · J9U (EN, HE) 987007558132905171
  Portale Storia
  Portale Vicino Oriente antico
Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Nabatei&oldid=140807758"
Categorie:
  • Civiltà nabatea
  • Popoli del Vicino Oriente antico
  • Popoli semiti
Categorie nascoste:
  • Template Webarchive - collegamenti all'Internet Archive
  • Voci con codice GND
  • Voci con codice J9U
  • Voci non biografiche con codici di controllo di autorità
  • Pagine che utilizzano collegamenti magici ISBN
  • Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 26 ago 2024 alle 10:48.
  • Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le condizioni d'uso per i dettagli.
  • Informativa sulla privacy
  • Informazioni su Teknopedia
  • Avvertenze
  • Codice di condotta
  • Sviluppatori
  • Statistiche
  • Dichiarazione sui cookie
  • Versione mobile
  • Wikimedia Foundation
  • Powered by MediaWiki

    • Indonesia
    • English
    • Français
    • 日本語
    • Deutsch
    • Italiano
    • Español
    • Русский
    • فارسی
    • Polski
    • 中文
    • Nederlands
    • Português
    • العربية
    Pusat Layanan

    UNIVERSITAS TEKNOKRAT INDONESIA | ASEAN's Best Private University
    Jl. ZA. Pagar Alam No.9 -11, Labuhan Ratu, Kec. Kedaton, Kota Bandar Lampung, Lampung 35132
    Phone: (0721) 702022