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Morden (metropolitana di Londra)
Stazione della | metropolitana di Londra |
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Gestore | Transport for London |
Inaugurazione | 1926 |
Stato | in uso |
Linea | |
Localizzazione | Morden, Merton |
Zona tariffaria | Zona 4 |
Interscambio | vedi sotto |
Flusso passeggeri | 2010 6.76 milioni[1] 2011 7.20 milioni[1] 2012 7.28 milioni[1] 2013 7.70 milioni[1] |
Metropolitane del mondo | |
Morden è una stazione della metropolitana di Londra, capolinea meridionale della linea Northern.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nel primo dopoguerra, l'Underground Electric Railways Company of London (UERL) riprese una serie di tratte in fase di progettazione prima del conflitto (poi rinviate a tempo indeterminato durante le ostilità). I finanziamenti vennero erogati da un atto del governo approvato nel 1921, il Trade Facilities Act: quest'ultimo, per ridurre la disoccupazione, offriva alla HM Treasury la possibilità di sottoscrivere il valore dei prestiti erogati da aziende per lavori pubblici.[2]
Uno dei progetti proposti era dedicato alla creazione di una linea ferroviaria in superficie, la Wimbledon and Sutton Railway (W&SR), per collegare i quartieri di Wimbledon e Sutton.[3] La UERL quindi, volendo sfruttare al massimo la copertura finanziaria garantita dal governo,[4] nel novembre 1922 presentò i costi relativi alla W&SR, insieme a un progetto di prolungamento della City and South London Railway (C&SLR) a sud di Clapham Common via Balham, Tooting e Merton.[5][6] Questi progetti prevedevano la costruzione di due stazioni, una detta «North Morden» sulla C&SLR e e l'altra sulla W&SR, detta «South Morden» (oggi Morden South)[7][8] e la realizzazione di un deposito per la manutenzione dei rotabili di ambo le linee.[3]
La realizzazione di questo progetto, tuttavia, sarebbe andata a nuocere alla Southern Railway, che avrebbe subito un drastico calo di utenti: la C&SLR, infatti, assicurava un viaggio ben più veloce verso il centro di Londra. Nel luglio 1923 si giunse quindi a un accordo: la C&SLR poteva estendersi in direzione Morden, però doveva abbandonare ogni pretesa sulla W&SR.[3]
La stazione venne aperta al pubblico il 13 settembre 1926.[9] Dopo l'inaugurazione, la UERL fece diventare Morden (che, tra l'altro, era la stazione più a sud del sistema) un vero e proprio hub; vi fece convergere numerosissime linee bus, tutte dirette verso il Surrey e altre località ancora più periferiche. Proprio per stimolare l'intermodalità di Morden, venne aperto anche una pompa di benzina con annesso parcheggio di interscambio, dove gli automobilisti potevano parcheggiare ed essere serviti dalla C&SLR verso il centro della città.[10][11]
La stazione ebbe un significativo impatto nella storia del quartiere: in principio quasi disabitato (nel 1921 vi erano solo 1,335 abitanti), negli anni a venire si assistette a un notevole incremento dell'edilizia che portò la zona ad avere 12,618 abitati nel 1931 e 35,417 nel 1951.[12]
Struttura ed impianti
[modifica | modifica wikitesto]Essendo ubicata in una zona rurale, l'architetto Charles Holden ebbe più spazio a disposizione per realizzare la struttura. Holden fu scelto da Frank Pick, general manager dell'UERL, per sostituire Stanley Heaps.[13]
In una lettera all'amico Harry Peach, affiliato della Design and Industries Association (DIA), Pick spiegò le ragioni che lo portarono a scegliere Holden:[14]
«I may say that we are going to build our stations upon the Morden extension railway to the most modern pattern. We are going to discard entirely all ornament. We are going to build in reinforced concrete. The station will be simply a hole in the wall. [...] We are going to represent the DIA gone mad, and in order that I may go mad in good company I have got Holden to see that we do it properly»
«Potrei dire che costruiremo le stazioni del prolungamento verso Morden con uno stile modernissimo. Elimineremo del tutto ogni ornamento. Costruiremo in cemento armato. La stazione sarà semplicemente un buco nel muro. [...] Rappresenteremo la parte pazza della DIA, e affinché io possa andare pazzo in buona compagnia ho assunto Holden per vedere che lo facciamo correttamente.»
La stazione, costruita con una serie di negozi su entrambi i lati, è caratterizzata da uno stile modernista. Quest'ultimo si manifesta soprattutto nell'ingresso: un parallelepipedo in pietra di Portland, con una vetratura smaltata sulla facciata principale suddivisa in tre parti da due colonne, i cui capitelli sono una versione tridimensionale del roundel della metropolitana. La parte centrale della vetrata contiene una riproduzione più grande del roundel.
Una volta sorpassato l'ingresso si giunge alla biglietteria, ottagonale, ombreggiata da una copertura vetrata della stessa forma. Qui in origine erano presenti due banchi di legno per la produzione dei titoli di viaggio;[15] vennero tuttavia rimossi, quando l'introduzione dei moderni sistemi per la stampa dei biglietti li ha resi ridondanti.
Le banchine non si trovano in galleria, bensì in un ampio atrio poco distante dall'imbocco delle gallerie. Vi sono tre banchine, di cui due sono ad isola con i binari su entrambi i lati. Le banchine sono numerate da 1 a 5 da est verso ovest: quelle ad isola, in particolare, presentano un numero per ciascun lato (2/3 e 4/5).
La stazione venne interessata da un radicale restauro nel 2007. I lavori riguardarono la ricostruzione dei sovrapassaggi per collegare le banchine e la realizzazione di ascensori per consentire l'accesso ai portatori di disabilità.[16]
La stazione, pur essendo un edificio di interesse architettonico dal Merton Council,[17] non è classificata come le altre sulla linea.[18]
Morden è compresa nella Travelcard Zone 4.
Interscambi
[modifica | modifica wikitesto]Nelle vicinanze della stazione effettuano fermata numerose linee urbane automobilistiche, gestite da London Buses[19].
Galleria d'immagini
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Morden in una mappa del 1944
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Piano mezzanino
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Il piano binari
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Banchina n. 3 in direzione nord
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d (EN) Multi-year station entry-and-exit figures (XLS), su London Underground station passenger usage data, Transport for London, 2014. URL consultato il 27 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2014).
- ^ Day & Reed, p. 90.
- ^ a b c Alan A. Jackson, The Wimbledon & Sutton Railway – A late arrival on the South London suburban scene (PDF), The Railway Magazine: 675–680. URL consultato il 2 novembre 2014.
- ^ Barman, pp. 78-79.
- ^ no. 32769. pp. 8233–8234, The London Gazette, 21 novembre 1922. URL consultato il 2 novembre 2014.
- ^ no. 32770. pp. 8314–8315, The London Gazette, 24 novembre 1922. URL consultato il 2 novembre 2014.
- ^ Harris, p. 49.
- ^ Diagram of new works in hand, London Transport Museum, 1922. URL consultato il 2 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2014).
- ^ Rose.
- ^ Day & Reed, p. 97.
- ^ Wolmar, pp. 225-6.
- ^ Si veda a tal proposito:
- Dati del 1921 e 1931 – 1931 Census: England and Wales: Series of County Parts, Part I. County of Surrey, Table 3.
- Dati del 1951 – 1951 Census: England and Wales: County Report: Surrey, Table 3.
- ^ Orsini.
- ^ Barman, p. 118.
- ^ Badsey-Ellis, p. 113.
- ^ Station Refurbishment Summary: July (PDF), su lurs.org.uk, London Underground Railway Society, 2007. URL consultato l'8 novembre 2014.
- ^ Locally listed buildings in Merton, su merton.gov.uk, London Borough of Merton, 9 luglio 2014. URL consultato il 3 novembre 2014.
- ^ Le stazioni di Clapham South, Balham, Tooting Bec, Tooting Broadway , Colliers Wood e South Wimbledon sono monumenti classificati di Grado II. Si veda a tal proposito: Listed Buildings: A Guide for Owners (PDF), su merton.gov.uk, Merton London Borough Council, p. 11 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Buses from Morden (PDF), su content.tfl.gov.uk. URL consultato il 28 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2017).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Antony Badsey-Ellis, Underground Heritage, Capital Transport, 2012, ISBN 978-1-85414-360-0.
- Christian Barman, The Man Who Built London Transport: A Biography of Frank Pick, David & Charles, 1979, ISBN 0-7153-7753-1.
- John R Day, John Reed, The Story of London's Underground, Capital Transport, 2010 [1963], ISBN 978-1-85414-341-9.
- Cyril M. Harris, What's in a Name?, Capital History, 2006 [1977], ISBN 1-85414-241-0.
- Andrew Martin, Underground Overground, Profile Books, 2013 [2012], ISBN 978-1-84668-478-4.
- Fiona Orsini, Underground Journeys: Charles Holden's designs for London Transport (PDF), V&A + RIBA Architecture Partnership, 2010. URL consultato il 2 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2012).
- Douglas Rose, The London Underground, A Diagrammatic History, Douglas Rose/Capital Transport, 1999 [1980], ISBN 1-85414-219-4.
- Christian Wolmar, The Subterranean Railway: How the London Underground Was Built and How It Changed the City Forever, Atlantic Books, 2005 [2004], ISBN 1-84354-023-1.
Altri progetti
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