Jacques Prévert

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Jacques André Marie Prévert

Jacques André Marie Prévert (Neuilly-sur-Seine, 4 febbraio 1900Omonville-la-Petite, 11 aprile 1977) è stato un poeta e sceneggiatore francese.

Jacques Prévert nasce il 4 febbraio nel 1900 nella città di Neuilly-sur-Seine da una famiglia borghese e benestante, secondogenito del letterato André Louis Marie Prévert e di Marie Clémence Catusse.

In Bretagna trascorre alcuni anni della sua infanzia; Prévert si dimostra fin dalla più giovane età amante della lettura e dello spettacolo. Nel 1920 il giovane inizia il servizio militare e raggiunge il suo reggimento a Lunéville, dove conosce "Roro", un ragazzo di Orléans e il pittore dadaista Yves Tanguy. Con essi forma un affiatato trio.

L'incontro con i surrealisti

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Di ritorno a Parigi nel 1922, Prevért si stabilirà con i suoi due amici artisti e con il fratello Pierre, regista, al 54 di Rue del Château a Montparnasse che sarà presto il punto di riunione del movimento surrealista. I suoi primi testi risalgono al 1930 quando il poeta li pubblica sulla rivista de famille invece l'anno seguente sulla rivista Commerce, dove lavora Giuseppe Ungaretti come redattore.

L'attività teatrale

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Tra il 1932 e il 1936 Prévert svolge un'intensa attività teatrale, lavorando con la compagnia "Gruppo d'Ottobre", della Federazione Teatro Operaio, che intende promuovere un "teatro sociale". Per il gruppo "Ottobre", Prévert fornisce un inno diventato popolare anche in Italia: "Marche ou crève" (Marcia o muori). Scrive La Bataille de Fontenoy (La battaglia di Fontenoy) che venne rappresentata a Mosca nel 1933 durante un'Olimpiade internazionale del Teatro Operaio alla quale ha partecipato anche come attore.

L'attività cinematografica

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Piastrella autografata da Prévert sul muretto di Alassio

Contemporaneamente iniziano le sue collaborazioni cinematografiche producendo gli scenari di alcuni dei vertici poetici del cinema francese. Scrive il testo e la sceneggiatura di L'affaire est dans le sac (L'affare è fatto). Nel 1937 ritorna al cinema collaborando con Marcel Carné e scrive per il regista il copione di Drōle de drame (Lo strano dramma del dottor Molyneux) e nel 1938, dopo un soggiorno di un anno negli Stati Uniti a Hollywood, dimesso dall'esercito nel 1939, aveva lasciato Parigi per trasferirsi a Saint Paul de Vence dove Joseph Kosma, il fotografo Trauner e molti altri lo avevano raggiunto per lavorare con lui alla realizzazione dei film. Alla fine della seconda guerra mondiale, nel 1945, fece ritorno a Parigi.

Tra gli anni 1945 e 1947 Prévert riprende la sua attività teatrale con la rappresentazione di un balletto al quale collabora anche Pablo Picasso.[1] Escono intanto due raccolte di poesie, Histoires e la celebre Paroles, con l'edizione curata da René Bertelé che avrà un enorme successo con Franco Grimaldi. Lavora intanto alla sceneggiatura di alcuni film, tra cui La Bergère et le ramoneur (La pastorella e lo spazzacamino) per Paul Grimault che sarà ripreso nel 1979 e darà vita a un cartone animato dal titolo assolutamente fantastico: Le Roi et l'Oiseau, Notre Dame de Paris di Jean Delannoy e La fleur de l'age, che rimase incompiuto e segnò la fine della collaborazione con Carné. Scrisse intanto numerosi testi per bambini che furono realizzati dal fratello Pierre, verranno rappresentati in televisione. Si sposa e nasce la prima figlia, Michelle.

Nel 1948 Prévert cade da una finestra degli uffici della Radio, precipitando sul marciapiede di Champs-Elysées; rimane in coma per diverse settimane. Ripresosi, si trasferisce con la moglie e la figlia a Saint-Paul-de-Vence, dove resta fino al 1951. Scrive nel frattempo un nuovo soggetto, Les Amants de Vérone, per il regista André Cayatte, e pubblica una nuova edizione del suo best seller Paroles che erano state riunite per la prima volta nel 1945 da René Bertelé, la raccolta Spectacle e La Grand Bal du Printemps.

Il collage e l'ultima produzione letteraria

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Nel 1955 ritorna a Parigi, pubblica una nuova raccolta di poesie, La pluie et le beau temps, e si dedica a una nuova attività artistica, quella del collage, che esporrà nel 1957 alla galleria Maeght a Saint-Paul-de-Vence. Nel 1956 il poeta pubblica il volume Miró con G. Ribemont-Dessaignes, con delle riproduzioni di opere di Miró. Nel 1963 pubblica un nuovo volume di poesie, Histoires, et d'autres histoires. Nel 1966 esce l'opera Fatras, con 57 suoi collage.

Jacques Prévert muore a Omonville-la-Petite l'11 aprile del 1977 a causa di un tumore ai polmoni.

La sua poesia è scritta per essere rivissuta come in un déjà vu, è parte della vita. Ciò che esce con prepotenza è il concetto di amore come unica salvezza del mondo, un amore implorato, sofferto, tradito, ma alla fine sempre ricercato. Una gioia che coincide con la nascita e con la vita, e a sua volta con la primavera le grand bal du printemps e anche con la figura del bambino, la sua semplicità e gioia che si ribella alle istituzioni, come la scuola, quel posto dove "si entra piangendo e si esce ridendo".

Come già detto il ribellarsi alle istituzioni e la voglia estrema di libertà si ritrova pienamente nell'immagine dell'uccello, più volte presente nella poesia di Prévert. L'amore non si può incatenare o forzare, è quanto di più spontaneo esista al mondo, chiunque provi a istituzionalizzarlo o a sottometterlo finisce inevitabilmente per perderlo "je suis allé au marché aux esclaves mais je ne t'ai pas trouvée mon amour", anzi quando si prova l'amore, quello vero non vi è neanche il desiderio di incatenarlo: è spontaneo, libero, come quello de I ragazzi che si amano. Il germe della gioia c'è sempre; il male, per quanto possa aver preso il sopravvento in tutte le sue forme (la guerra in primis) non riesce a essere totalizzante, "tout le monde ne peut pas tuer tout le monde, croyez en ma vielle expérience. et alors tout saccagé qu'il est le grand bal du printemps peut-etre ne fait que recommencer", e il poeta lo fa notare.

Il surrealismo

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Quando apparve l'opera di Prévert in Francia si pensò che fosse nato il poeta che avrebbe risollevato le sorti della poesia francese moderna. Una poesia, quella di Prévert venuta alla luce sotto l'influenza del surrealismo e via via, durante il corso degli anni, modificatasi con continue accensioni di non facili qualità. Prévert passa nella sua poesia dal gioco attento dell'intelligenza al controllo della sensibilità, dall'uso scanzonato dell'ironia a una semplicità di espressione che a volte, a un lettore superficiale, può sembrare sfiorare la banalità. Egli partecipa in modo sentimentale ai climi poetici affrontati ma anche con rigorosa obbedienza a un simbolismo di alta scuola francese, sempre alla ricerca di un ritmo che non si discosta mai dal linguaggio comune. La poesia prevertiana è di una facilità pericolosa perché ricca di ritmi interni, di giochi di parole, di diverse situazioni psicologiche che sono lo specchio di questo grande poeta francese.

Quando nel 1946 apparve la sua opera più famosa, Paroles, tutti rimasero piacevolmente colpiti e non solo da parte della letteratura engagé che già conosceva la poesia di Prévert per averla letta in diverse occasioni sulle pagine delle riviste letterarie, ma anche da parte di coloro che glorificando solamente la sua esperienza complementare, come quella del cinematografo, ritenevano il poeta non altro che un autore di versi per canzonette in voga. Le parole alle quali Prévert si affida sono audaci e l'accostamento che crea tra di esse può sembrare a volte brutale o polemico o blasfemo, ma invece è molto più saggio di quanto possa apparire. Anche i classici "inventaire" non sono banali ma costruiti su ritmi e sospensioni, su ragionamenti profondi che, pur alternando gli elementi più disparati, vengono fissati da una forte partecipazione e osservazione acuta del mondo che lo circonda.

Il motivo polemico

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La poesia di Prévert nasce con intento polemico e da una continua lotta al più deleterio conformismo, e sfocia in una satira violenta, specialmente nelle poesie più impegnate in cui non sembra esserci posto per i sentimentalismi. Le parole di Prévert, dettate da un amore spontaneo, sanno esprimere la forza del rimpianto, della violenza, dell'ironia, della tenerezza, della vendetta e dell'amore e non sono altro che le parole alle quali l'uomo comune dedica la propria vita.

Le sue "histoires" sono sempre formulate attraverso un ben preciso gioco di parole che possono sembrare a volte strane, a volte banali, a volte coltissime, oppure tramite un'imprevedibile improvvisazione che sfocia nell'humor. Ma, anche nei divertissement, Prévert ha la sua polemica da far valere a volte anche a scapito del risultato poetico, vizio tipico di quei poeti francesi rivoluzionari che non accettano compromessi letterari per difendere le loro idee, come il clochard non accetta compromessi sulla sua stessa professione.

Il poeta anarchico

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Prévert può considerarsi un anarchico che sconfina con le sue parole nel regno della bestemmia e dell'ingiuria, ma la sua non è altro che la voce del cittadino che protesta. I temi sono dunque quelli comuni come la collera istintiva contro chi comanda e fa le leggi, contro i finti moralisti, contro chi trama e vuole le guerre, contro chi giudica.

I personaggi delle poesie di Prévert sono quelli incontrati a Rue de Seine e a Lehan de Catzi, sulle panchine delle Tuileries, nei bistrò, nelle squallide pensioni di Clichy, sui lungosenna, là dove sono di casa l'amore e la miseria, ma non sono mai personaggi anonimi perché ognuno ha il suo problema da risolvere entro la sera, la sua risata contro chi comanda, un figlio da piangere, un amore da ritrovare, un ricordo e una speranza.

Poesie-chansons

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Le poesie di Prévert o meglio le sue "tranches de vie" si offrono facilmente a un'interpretazione musicale perché non si allontanano molto dallo schema tradizionale delle chanson tipicamente francesi senza far sì che questo ne diminuisca il valore soprattutto se si pensa che nei tabarins e nelle strade di Parigi hanno raccolto consensi Le Dormeur du Val di Arthur Rimbaud, Le pont Mirabeau e Les saltimbanques di Guillaume Apollinaire, Si tu t'imagines di Queneau.

  • Tre fiammiferi accesi.
  • Paroles, 1946, raccolta che include la celebre poesia Barbara.
  • Spectacles, 1951.
  • La pluie et le beau temps, 1951.
  • Histoires, et d'autres histoires, 1963.
  • Arbres, 1976.
  • Soleil de nuit, postumo, 1980.
  • Déjeuner du matin.
  • Les enfants qui s' aiment
  • Poesie, Modena, Guanda, 1960.
  • Il Prévert di Prévert, Milano, Feltrinelli, 1967 [antologia di testi tratti da: Paroles, Spectacle, La pluie et le beau temps].
  • Immenso e rosso. (Il Prévert di Prévert, II), Milano, Feltrinelli, 1967 [antologia di testi tratti da: Paroles, Spectacle, La pluie et le beau temps].
  • Piccole Pièce. Edizioni Primavera, 2021 collana "i gabbiani" (5 testi teatrali ancora inediti in Italia).

Gran ballo di Primavera

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Gran Bal du Printemps nasce dalla felice unione artistica di Prévert e del fotografo Israelis Bidermanas, un ebreo lituano arrivato ventenne a Parigi. A Iziz è intitolata la prima poesia della raccolta, e Iziz era il soprannome dell'amico fotografo le cui immagini accompagnavano le poesie di Gran ballo di Primavera nella prima edizione del libro La Guilde du livre, edizione fuori commercio, Losanna, 1951. L'editore Gallimard nel 1976, riunì questa raccolta in Charmes de Londres (Incanti londinesi) privandola delle foto e facendone un libro di poesie autonomo.

Prévert e Izis non solo usavano mezzi comuni, dall'immagine visiva e verbale, ma condividono l'immagine di un mondo. L'immagine del "mercante d'immagini" e del "suonatore ambulante" della poesia in apertura del volume è Izis ma è prima di tutto il poeta stesso. Entrambe le raccolte, Il gran ballo di Primavera e Incanti londinesi, sono l'invito a un viaggio non tanto della bellezza artistica, quanto di quella umana. Le poesie della raccolta Il gran ballo di Primavera sono pervase dalla musica ed è questa la musica di Parigi e di Londra, è la musica delle filastrocche per bambini, è quella dei carillon delle giostre e di tutte le voci anonime che si sentono a ogni angolo di strada.

Fatras apparve in Francia nel 1966 ed è uno degli ultimi libri di Prévert che conclude in modo ideale il lungo itinerario percorso.

Piccole Pièce

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Questi pezzi teatrali furono composti da Prévert tra il 1932 e il 1936, negli anni in cui l’autore francese guidava gli artisti militanti del ‘groupe Octobre’ verso l’ironia e la poesia di un teatro allestito per le strade con urgenza. Ma se ancora ci parlano con la loro crudeltà, i paradossi, la magnifica distanza dal ‘politicamente corretto’, è forse per l’intenzione che ne mosse l’origine: la certezza che la vita fosse un teatro e per questo il teatro potesse cambiare il mondo denunciandone ogni ingiustizia. Pubblicati in Francia da Gallimard, sono stati tradotti e pubblicati nel 2021 da Edizioni Primavera con il titolo di "Piccole Pièce" e inseriti nella collana di letteratura teatrale per giovani lettori "i gabbiani" diretta da Federica Iacobelli.

Piccole Pièce è l'ultima opera di Prévert pubblicata in Italia.

Filmografia (parziale)

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Prévert ha scritto i soggetti e talvolta le sceneggiature e i dialoghi dei seguenti film:

  1. ^ "In tutta certezza, o probabilità molto credibile, è che la poesia del poeta J. Prévert dal titolo Alicante sia stata inserita nei suoi lavori poetici dal medesimo per sorta di ammirazione e di conseguente amicizia con l'artista Picasso Pablo" (da In tutta... ad artista Picasso Pablo, tratto da commenti del libro di saggistica varia su poesie scelte, commentate del medesimo Poeta, di M. Grazia Mammì, edito dalla medesima Ed. Mammì-MGM, anno 2007).

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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