Indice
Yamaha YZ
Yamaha YZ | |
---|---|
Yamaha YZ 250 2008 | |
Costruttore | Yamaha Motor |
Tipo | Motocross |
Produzione | dal 1974 |
Stessa famiglia | Yamaha WR |
Modelli simili | Honda CR KTM MX Kawasaki KX Suzuki RM Cagiva WMX Husqvarna CR TM MX Gas Gas MC Aprilia MX |
La Yamaha YZ è una categoria di motocicletta con motore a due tempi della casa motociclistica Yamaha Motor presentata nel 1974 con la 125, 250 e 400, questa moto è stata prodotta in varie cilindrate (80-85, 125, 250 cm³ e 360-400-465-490).
Questa serie è stata accompagnata a partire dal 1998 dalla Yamaha YZ-F che si contraddistingue per il motore a quattro tempi.
80-85
[modifica | modifica wikitesto]Fu introdotta nel 1976 con la cilindrata 80 e le misure 49x42, poi modificate nel 1982 a 47x45,5 cambiando ulteriormente misure nel 1984 diventando 48x45,5 , tale moto si convertì a 85 nel 2002, tramite l'aumento della corsa, diventando 48,5x47 (cilindrata complessiva 82,3).
125
[modifica | modifica wikitesto]Si trattava di una moto destinata alle competizioni del motocross a partire dal 1974, il propulsore era un motore a due tempi raffreddato ad aria.
Nel 1976 si passa da un sistema Doublecross a cantilever, nel 1982 si passa al Monocross a leveraggi, modificato l'anno successivo, con il concentramento dei leveraggi nel forcellone, Nel 1981 viene utilizzato il sistema di raffreddamento a liquido, Nel 1982 introduce il sistema allo scarico YPVS (Yamaha Power Valve System), Nel 1986 si passa da un sistema frenante a tamburo integrale a disco anteriore, mentre nel 1988 si passa al sistema a disco integrale, Nel 1989 viene montata una nuova forcella a steli rovesciati, Nel 1990 c'è il passaggio dal motore 56x50 a 56x50,6, cambiando ulteriormente nel 1994 diventando 54x54,5. Nel 2005 si passa dal telaio a tubi d'acciaio al telaio in alluminio, viene rivisto il sistema di controllo della valvola allo scarico e molte altre parti[1]. Nel 2006 viene rivista la camera di combustione.[2]
250
[modifica | modifica wikitesto]Si trattava di una moto destinata alle competizioni del motocross a partire dal 1974, il propulsore era un motore a due tempi raffreddato ad aria.
Nel 1975 si passa da un sistema Doublecross a cantilever, nel 1982 si passa al Monocross a leveraggi, modificato l'anno successivo, con il concentramento dei leveraggi nel forcellone, Nel 1981 viene utilizzato il sistema di raffreddamento a liquido, Nel 1982 introduce il sistema allo scarico YPVS (Yamaha Power Valve System), Nel 1983 c'è il passaggio dal motore 70x64 a 68x68, cambiando ulteriormente nel 1999 diventando 66,4x72, Nel 1985 si passa da un sistema frenante a tamburo integrale a disco anteriore, mentre nel 1988 si passa al sistema a disco integrale, Nel 1989 viene montata una nuova forcella a steli rovesciati. Nel 2005 si passa dal telaio a tubi d'acciaio al telaio in alluminio
360-400-465-490
[modifica | modifica wikitesto]Fu introdotta nel 1974 con la cilindrata 360 con il raffreddamento ad aria, nel 1976 viene portata a 400, nel 1980 viene portata a 465, nel 1983 viene portata a 490 prodotta fino al 1988
Nel 1975 si passa dal sistema doblecross al sistema cantilever, nel 1982 il sistema cambia ulteriormente diventando monocross a leveraggi e l'anno successivo viene rivisto il sistema dei leveraggi, Nel 1984 l'espansione viene fatta passare al lato destro della moto, Nel 1985 si passa dall'impianto frenante a tamburo integrale a un freno a disco anteriore con il tamburo posteriore.
Caratteristiche tecniche
[modifica | modifica wikitesto]
|
|
|
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ YZ Gamma 2005: Più veloci, più robusti e più leggeri, su yamaha-motor.eu. URL consultato il 27 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2014).
- ^ GAMMA YZ Archiviato il 22 dicembre 2007 in Internet Archive.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Yamaha YZ
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sul sito Ufficiale, su yamaha-motor.it. URL consultato il 18 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2008).
- Storia ed immagini, su motodacross.com.