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Porzione petrosa - C2 e C3

C2: Segmento petroso

Il segmento petroso o C2 della carotide interna giace nella rocca petrosa dell'osso temporale, così denominata per la sua consistente durezza. Questo segmento si estende fino al forame lacero. La porzione petrosa possiede un tratto ascendente ( o verticale), un ginocchio e un tratto orizzontale.

Quando l'arteria carotide interna entra nel canale carotideo dell'osso temporale ascende inizialmente per un breve tratto e successivamente curva anteriormente e medialmente. L'arteria è vicina inizialmente alla coclea e alla cavità timpanica; è separata da quest'ultima per mezzo di una sottile lamella ossea, cribiforme nei giovani e solitamente obliterata in età avanzata. In seguito si porta nelle vicinanze del ganglio del Gasser per mezzo di una sottile lamina ossea, che forma il pavimento della fossa del ganglio del trigemino e la volta della porzione orizzontale del canale. Frequentemente questa lamina ossea può essere incompleta, e pertanto il ganglio è separato dall'arteria per mezzo di una membrana fibrosa. L'arteria è separata dal contatto diretto della parete ossea del canale carotideo per mezzo della dura madre, ed è circondata da un numero di piccole vene e filamenti nervosi del plesso carotideo, derivati dalla branca ascendente del ganglio cervicale superiore del tronco simpatico. Qui l'arteria origina i suoi primi collaterali, che sono:


La vena porta o vena portale epatica è un vaso sanguigno che trasporta il sangue refluo dal tubo digerente (nella sua porzione sottodiaframmatica), dalla milza, dalla cistifellea e dal pancreas. Il sangue contiene nutrienti e tossine estratte dal contenuto digerito (chimo o chilo). Circa il 75% del flusso sanguigno epatico avviene attraverso la vena porta che penetra nell'ilo del fegato; il rimanente invece è destinato all'arteria epatica propria.

Successivamente, il sangue proveniente dal fegato raggiungerà il cuore tramite le vene epatiche, che confluiranno nella vena cava inferiore.

La vena porta ha il compito quindi di convogliare al fegato il sangue proveniente dalla digestione intestinale e dalla milza, costituendo un sistema detto appunto sistema della vena porta o sistema portale, collegato al circolo sistemico attraverso diverse vie anastomotiche (vedi sistema portale).

l'arteria vidiana o arteria del canale pterigoideo;


l'arteria caroticotimpanica.


C3 - Segmento lacero

Il segmento lacero, o C3, è un breve segmento che inizia al di sopra del forame lacero e termina a livello del ligamento petrolinguale, una riflessione di periostio tra la lingula e l'apice della rocca petrosa ( o processo petroso) dell'osso sfenoide. La porzione laccera è considerata "extra-durale", poichè è circondata da periostio e fibrocartilagine lungo il suo decorso. L'arteria vidiana origina dal segmento lacero, sebbene sia troppo piccola per essere angiograficamente visibile. Si afferma erroneamente che l'arteria caroide interna passi attraverso il forame lacero. Questo è solo parzialmentevero, poichè passa attraverso la parte superiore del forame, soltanto perchè è diretta verso il seno cavernoso. Ciò comunque non implica che passi attraverso il forame. La porzione inferiore del forame è riempita con fibrocartilagine ed è pertanto errato affermare che l'arteria passi "attraverso" il forame lacero.

C4 - Segmento cavernoso

Il segmento cavernoso, o C4 dell'arteria carotide interna inizia a livello del ligamento petrolinguale e si estende all'anello durale prossimale, formato dal periostio mediale e inferiore del processo clinoideo anteriore. Il segmento cavernoso è circondato dal seno cavernoso.

In questa porzione del suo decorso, l'arteria è sita tra lo sdoppiamento della dura madre che forma il seno cavernoso, ma è coperta dalla membrana di rivestimento del seno. Inizialmente ascende verso il processo clinoideo posteriore, successivamente passa oltre il corpo dello sfenoide e curva nuovamente in alto, sul lato mediale del processo clinoideo anteriore, perforando così la dura madre della volta del seno. La curva nel segmento cavernoso è denominata "sifone carotideo". Questa porzione dell'arteria è circondata da filamenti del tronco simpatico e lateralmente ad essa decorre il VI nervo cranico.

I collaterali nel segmento cavernoso sono:


l'arteria meninfoipofisaria;


tronco inferolaterale


Questo segmento, in aggiunta, origina dei collaterali che irrorano la parete del seno cavernoso.

C5: Segmento clinoideo

Il segmento clinoideo, o C5, comprende un piccolo segmento della carotide interna che inizia in seguito all'uscita del vaso dal seno cavernoso nell'anello durale prossimale, e si estende distalmente verso l'anello durale distale, oltre il quale l'arteria carotidea è consideraa "intra-durale" ed è pertanto penetrata nello spazio subaracnoideo.

Il segmento clinoideo non ha collaterali rinominali, tuttavia ci sono casi in cui l'arteria oftalmica origina direttamente dal segmento clinoideo.

C5-C6: Segmento cerebrale

C6: Segmento oftalmico

Il segmento oftalmico, o C6, si estende dall'anello durale distale, che è continuo con la falce cerebrale, fino alll'origine dell'arteria comunicante posteriore. Il segmento ofttalmico decorre quasi orizzontalmente, parallelamente al nervo ottico, che decorre superomedialmente alla carotide. I collaterali di questo segmento sono:


l'arteria oftalmica;


l'arteria ipofisaria superiore.


C7: Segmento comunicante

Il segmento comunicante o segmento terminale, o C7 dell'arteria carotide interna decorre tra i nervi cranici II e III verso la sostanza perforata anteriore all'estremità mediale della fessura cerebrale superiore. Angiografiamente, questosgmento si estende dall'origine dell'arteria comunicante posteriore verso la biforcazione dell'arteria carotide interna. I rami collaterali del segmento comunicante sono:


l'arteria comunicante posteriore;


l'arteria coroidea anteriore.


La carotide interna infine si divide per formare l'arteria cerebrale anteriore e l'arteria cerebrale media. L'arteria carotide interna può ricevere sangue per mezzo di vasi collaterali che irrorano il cervello (il cosidetto circolo cerebrale arterioso, meglio conosciuto tramite l'eponimo di circolo di Willis).

Classificazione

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I linfonodi addominali costituiscono un raggruppamento di tessuto linfoide secondario che drena oltre il 50% della linfa prodotta dal corpo umano.

Si è soliti operare una classificazione in base ai territori drenati e alla topografia dei linfonodi. Cioè, si distinguono:

  • Linfonodi parietali, che drenano le regioni inferiori sinistra e destra della parete addominale;
  • Linfonodi viscerali, che drenano la linfa proveniente dai visceri addominali.

La classificazione ufficiale della IFAA viene qui di seguito riassunta

Linfonodi addominali
Locazione Raggruppamento primario
Linfonodi parietali
  1. Linfonodi lombari di sinistra:
    • aortici laterali;
    • pre-aortici;
    • post-aortici
  2. Linfonodi lombari intermedi
  3. Linfonodi lombari di destra
    • cavali laterali
    • pre-cavali
    • post-cavali
  4. Linfonodi diaframmatici inferiori
  5. Linfonodi epigastrici inferiori
Linfonodi viscerali
  1. Celiaci
    • Gastrici di sinistra/destra
    • Linfonodi attorno al cardia
    • Gastro-omentali di destra/sinistra
    • Pilorici
      • soprapilorici
      • subpilorici
      • retropilorici
    • Pancreatici
      • superiori
      • inferiori
    • Splenici
    • Pancreaticoduodenali
      • superiori
      • inferiori
    • Epatici
      • Cistico
      • del margine anteriore del forame omentale
  2. Linfonodi mesenterico superiore
    • juxta-intestinali
    • superiori centrali
    • ileocolici
    • pre-ciecali
    • retro-ciecali
    • appendicolari
  3. Mesocolici
    • Paracolici
    • colici destra/sinistra/intermedia
  4. Linfonodi mesenterici inferiori
    • Sigmoidei
    • Rettali superiori

Linfonodi parietali/Lomboaortici

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In numero di 20-30, sono definiti in base ai rapporti contratti con l'aorta addominale o la vena cava inferiore. Sono idealizzati come due catene verticali, qui di seguito schematizzate:

Linfonodi lombari di sinistra

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Rapporti Afferenze Efferenze
Aortici laterali/Paraortici Lateralmente, a sinistra,rispetto all'aorta

Anteriormente alle inserzioni vertebrali del m.psoas e pilastro sinistro del diaframma

  • Efferenze dei linfonodi iliaci comuni;
  • vasi linfatici dei muscoli della parete antero-addominale
  • (uomo) linfatici spermatici dei vasi testicolari
  • (donna) vasi utero-ovarici
  • linfatici renali e surrenali
Convergono nel dotto toracico, confluendo nella cisterna del chilo o poco più a valle
Preaortici/Sopraortici Anteriormente all'aorta, sopra e sotto all'origine dell'arteria mesenterica inferiore
  • Tubo digerente
  • Fegato
  • Pancreas
  • Milza
Post-aortici/Retroaortici Posteriormente all'aorta (davanti alla 4-5 vertebra lombare)
  • Linfatici provenienti dai linfonodi aortici laterali e pre-aortici

Linfonodi lombari di destra

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Rapporti
Cavali laterali/Paracavali Nel solco che separa l'aorta dalla vena cava inferiore,

anteriormente e a destra di quest'ultima

Pre-cavali Parete anteriore della vena cava inferiore; 2 di questi hanno posizioni costanti:
  • confluenza, nella vena cava inferiore, della vena renale di destra;
  • biforcazione dell'aorta

Hanno un rapporto intimo con i controlaterali aortici

Post-cavali/Retrocavali Anteriormente al muscolo psoas e al pilastro destro del diaframma

https://books.google.it/books?id=YcjnCQAAQBAJ&pg=PA277&lpg=PA277&dq=precaval+lymph+nodes&source=bl&ots=6FBw_YgnlJ&sig=8xrg-q6mA8aouY1rRDzXVQWy-lA&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjUlYfl8L_bAhVESsAKHaClBW8Q6AEIlAEwFA#v=onepage&q&f=false

Epigastrici inferiori lungo decorso arterie epigastriche profonde -> drenano le pareti inferiori parete addominale

Diaframmatici inferiori /lungo vasi che irrorano diaframma inferiormente

Linfonodi lombari viscerali

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Distinguiamo le seguenti catene linfonodali:

Linfonodi celiaci

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I linfonodi celiaci sono distribuiti attorno ai distretti di irrorazione dell'arteria celiaca. Drenano la linfa del tubo digerente sito nel distretto addominale (dall'esofago addominale fino al retto), pancreas, fegato, cistifellea, appendice.

I linfonodi celiaci possono essere così schematizzati:

Rapporti Gruppi
Gastrici di sinistra (catena coronaria stomacica) Lungo la piccola curvatura dello stomaco e attorno al cardias; seguono il decorso dell'arteria gastrica sinistra (che forma la falce dell'arteria gastrica sinistra, nel legamento gastropancreatico)
  • 1-4 linfonodi applicati nel legamento gastropancreatico (ove scorre l'arteria gastrica sinistra)
  • 4-5 linfonodi (linfonodi gastrici superiori) nei pressi del cardia
  • linfonodi della piccola curvatura propriamente detti: nei pressi della piccola curvatura dello stomaco, lungo la porzione discendente dell'arteria gastrica sinistra
Linfonodi attorno al cardia
  • Precardiali: attorno alla parete anteriore dello stomaco
  • Retrocardiali: attorno alla parete posteriore dello stomaco
Gastrici di destra Lungo il decorso dell'arteria gastrica destra
Gastro-omentali (catena gastro-epiploica) Seguono il decorso delle arterie gastroepiploiche, nelle compagini del legamento gastrocolico//grande omento lungo parte pilorica grande curvatura stomaco in associazione con arterie gastroepiploiche dx e sx
Pilorici Seguono il decorso delle arterie gastroepiploiche, nelle compagini del legamento gastrocolico Sopra / sup a duodeno, lungo art gastrica destra

sub / inferiormente a piloro

retro / post

Linfonodi epatici

Da 3 a 6, sono situati nel peduncolo vascoloso del piccolo omento, tra l'arteria epatica e il coledoco + dotto biliare; cistico e foraminalis più comuni. drenano stomaco,milza, fegato duodeno pancreas

cistico -> curva collo colecisti, tra giunzione dotto cistico/epaticocomune

foramenalis-> parte superiore dotto biliare comune

Linfonodi pancreaticolienali

Da 8 a 10 margine superiore pancreas,decorso vasi lienali

Pancreatici //lungo arterie pancreatiche che scaricano nei pancreaticolienali

superiori -> art pancreatica superiore

inferiori -> lungo il decorso art pancreatica inferiore

Splenici // liunfoide che circ arterie lienali in capsula e grandi trabecole milza /non confondere con noduli

Pancreaticoduodenali

superiori / art pancreaticoduodenale superiore

inferiori /decorso art. pancreaticoduodenale inferiore

Linfonodi mesenterici

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Sono molto numerosi (130-150) e localizzanti nella compagine dei mesenteri. Seguono i rami mesenteriali, sono molto numerosi in prossimità del digiuno.

Linfonodi mesenterici superiori

colon ascendente e trasverso,

Juxtaintestinali/ vicino a parete intestinale, tra coll. arter digiuno ileo, scaricano in mesent sup

Superiori centrali, gruppo mediano dei linfonodi mesenterici superiori, lungo le ramificazioni ileo e digiuno dell'arteria mesenterica superiore

Ileocolici -> Gray // posti a ridosso di arteria mesenterica superiore , porzione distale colon ascendente e flessura epatica; nella giunzione ileocolica, scaricano nei rest mesenterici superiori

Preciecali // anteriormente cieco verso ileocolici anteiori

Retrociecali//post cieco verso ileocolici posteriori

Appendicolari

Mesocolici // nel mesocolon; due gruppi:

> paracolici ->lungo margine mediale colon ascendente e discendente+ colon trasv e sigmoideo

>colici (dx, sx, intermedi)

Linfonodi mesenterici inferiori

Drenano la linfa proveniente dal colon discendente e dal sigma. Seguono il percorso dell'arteria colica sinistra e delle arterie sigmoidee.

Sigmoidee //lungo art sigmoidee

Rettali superiori / art rettali superiori

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La pubertà maschile (dal lat. pubertas -atis, der. di pubes -ĕris «pubere»)[1] rappresenta una serie di processi fisiologici attua a trasformare un bimbo sessualmente immaturo in un adolescente potenzialmente fertile.[2]

Età di inizio della pubertà maschile e trend nel corso dei secoli

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L'inizio della pubertà maschile dipende da una serie di fattori che possono essere di natura genetica o ambientale.

Esempi di fattori ambientali sono:

  • nutrizione della madre durante la gestazione (e dunque nel feto);
  • abitudini alimentari dell'infante sessualmente immaturo (es. obesità infantile);
  • attività fisica del bambino;

A differenza del sesso femminile (dove nel corso dei secoli sono stati numerosi i dati epidemiologici relativi all'età media del menarca), nel sesso maschile non è stata posta altrettanta attenzione a riguardo. Si registrano tuttavia dati epidemiologici negli USA che sono riportati nella seguente tabella:

Età media insorgenza pubertà maschile Periodo Fonte
11.9 nei maschi americani 1951 e 1985 (Reynolds & Wines 1951);

(Tanner & Davies 1985);

(Sun et al. 2002)

10.1 anni nell'etnia caucasica americana;

9.1 anni negli afro-americani

1988-1994 National Health and Nutrition

Examination Survey (NHANES III)

Al 2000, si è registrato un ulteriore abbassamento dell'età di insorgenza della pubertà mediante la misurazione di caratteri sessuali secondari (es. altezza). Per ulteriori approfondimenti si rimanda a Herman-Giddens et al. 2001; Karpati et al. 2002).

Fattori ormonali che danno inizio alla pubertà

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La pubertà maschile è scatenata inizialmente dall'ormone GnRH. Nello specifico, la produzione e il rilascio di GnRH sono garantiti dall'asse ipotalamo-ipofisario, una serie di strutture nervose che matura all'avanzare dell'età dell'infante.

Il rilascio di GnRH è favorito durante la vita fetale e nei primi 7-9 mesi di vita neonatale. Successivamente, la sua produzione cessa per 10-12 anni per poi riattivarsi durante la pubertà maschile.

Schema che raffigura il sistema ipotalamo - ipofisi - gonade (testicolo) che viene riattivato durante la pubertà.

Neuroni ipotalamici che producono GnRH

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Il GnRH (Gonadotropin Releasing Hormone, ormone di rilascio delle gonadotropine) è un peptide rilasciato dai cosiddetti "neuroni sessuali", siti nell'ipotalamo, una regione diencefalica appartenente al sistema nervoso centrale.

I neuroni sessuali sono presenti principalmente in gruppi di neuroni definiti "nuclei" a livello della zona anteriore dell'ipotalamo. Nello specifico, essi sono presenti nel "nucleo preottico mediano". Questi nuclei hanno un aspetto diverso a seconda del sesso (esempio di dismorfismo sessuale: il cervello maschile è anatomicamente differente dal cervello femminile): nello specifico nel maschio sono più grandi.

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Fotosensibilizzatori/Terapia fotodinamica |group3=
Altro }} }}

  1. ^ Treccani - pubertà, su treccani.it.
  2. ^ Basics of Human Andrology, a Textbook, Springer, 2017, p. 227.