Indice
Shōkoku-ji
Shōkoku-ji-ji 相国寺 | |
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Struttura principale dello Shōkoku-ji | |
Stato | Giappone |
Regione | Kansai |
Località | Kyoto |
Coordinate | 35°01′59.02″N 135°45′44.45″E |
Religione | Buddismo giapponese |
Titolare | Shakyamuni Tathāgata |
Fondatore | Ashikaga Yoshimitsu, Musō Soseki e Shun'oku Myōha |
Inizio costruzione | 1382 |
Completamento | 1392 |
Sito web | (JA) https://www.shokoku-ji.jp/en/ |
Lo Shōkoku-ji (相国寺?, Shōkoku-ji) è un tempio buddista costruito durante lo shogunato di Ashikaga Yoshimitsu. Si trova nel nord della città di Kyoto, a breve distanza dal Palazzo imperiale e costituisce uno dei principali luoghi di culto del buddhismo zen.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Prima che venisse costruito lo Shōkoku-ji, l'area su cui sorge ospitava numerosi templi antichi. La fondazione si fa risalire al settembre del 1382 quando Yoshimitsu espresse il desiderio di costruire un tempio che potesse fornire alloggio da cinquanta a cento monaci devoti.[2] Disse anche che nel prossimo futuro intendeva indossare lui stesso gli abiti da monaco, entrare nel tempio e praticare il culto con gli altri. Già nell'ottobre del 1382 era iniziata la costruzione della Sala del Dharma (Hatto) e della Sala del Buddha (Butsuden). Nel 1394, appena due anni dopo il completamento della costruzione, un incendio scoppiato negli alloggi distrusse completamente l'intero complesso. Zekkai Chushin, sesto abate dello Shokoku-ji, esortò Ashikaga Yoshimitsu a far ricostruire il tempio. Così l'anno successivo iniziarono i nuovi lavori sulla Sala del Buddha e sulla Sala del Fondatore (Kaisanto). Nel 1396 la Sala del Dharma fu ricostruita e nel 1399 si ebbe il completamento di una Grande Pagoda a sette piani. Infatti l'area della città di fronte all'attuale porta orientale del complesso religioso è ancora conosciuta come Tonodan (“Collina della Pagoda”). Tuttavia nel 1403 la pagoda fu colpita da un fulmine e rasa al suolo. Quattro anni più tardi, lo Shokoku-ji fu finalmente riportato al suo aspetto originale. Intanto Yoshimitsu morì l'anno successivo all'età di cinquantuno anni. Purtroppo la struttura fu nuovamente danneggiata da un incendio nel 1425 e dovette essere ricostruita per l'ennesima volta. Ci furono ulteriori lavori durante il dominio di Ashikaga Yoshimasa con il completamento della Porta del Regno del Dharma (Hokkaimon). Tuttavia lo Shōkoku-ji fu nuovamente distrutto durante la Guerra Ōnin nel 1467 e ancora una volta a causa degli scontri del Conflitto Tenbun nel 1549. Si iniziò quindi a raccogliere fondi per la ricostruzione del tempio e con una donazione di Toyotomi Hideyori, la Sala del Dharma fu di nuovo ripristinata ed è ritenuta il più antico esempio sopravvissuto del suo genere in Giappone. Infine dopo la Restaurazione Meiji del 1868, il governo imperiale adottò una politica atta ad indebolire il buddhismo per favorire la religione shintoista, su cui si basa la legittimizzazione del potere da parte del casato regnante. Il 126º abate dello Shokoku-ji (Dokuon Joju), si oppose a tali provvedimenti e fece pressioni sul Dipartimento di Religione del nuovo governo affinché riconoscesse la libertà di religione. Egli non soltanto ottenne la libertà di culto per i buddhisti giapponesi, ma ripristinò anche le finanze del suo tempio, che erano state gravemente minacciate dalla persecuzione anti-buddhista. Oggi lo Shokoku-ji è ritenuto il tempio principale per quanto riguarda la setta buddhista Rinzai-shū. Il suo complesso contiene ben ventuno sotto-templi e grazie alle bellezze contenute all'interno, rientra tra i monumenti gioiello di Kyoto.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Lo Shokoku-ji, su japan-experience.com.
- ^ La fondazione del tempio, su leafkyoto.net.
- ^ La lunga storia dello Shokoku-ji, su shokoku-ji.jp.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Shōkoku-ji
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (JA, EN, ZH, KO, FR, ES) Sito ufficiale, su shokoku-ji.jp.
- (EN) Shōkoku Temple, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 254718726 · NDL (EN, JA) 00313360 |
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