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Scoglio di Rovigliano
Scoglio di Rovigliano | |
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Veduta dell'isolotto | |
Geografia fisica | |
Localizzazione | Mare Tirreno |
Coordinate | 40°43′46.14″N 14°27′49.35″E |
Arcipelago | Arcipelago Campano |
Altitudine massima | 16 m s.l.m. |
Geografia politica | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Città metropolitana | Napoli |
Comune | Torre Annunziata |
Demografia | |
Abitanti | Disabitato |
Cartografia | |
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Lo Scoglio di Rovigliano è un'isola minore del golfo di Napoli, situata nei pressi della foce del fiume Sarno, in località Rovigliano, al confine tra Castellammare di Stabia e Torre Annunziata, a cui appartiene amministrativamente.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Originariamente chiamata Petra Herculis, la leggenda vuole che Ercole, tornando dalla Spagna dalla decima delle sue dodici fatiche, prima di fondare le città di Ercolano e Stabia, staccò la cima del monte Faito, scagliandola in mare, formando così l'isolotto[1]: durante l'epoca romana, su di esso sorgeva un tempio dedicato ad Ercole, di cui oggi rimane un pezzo di muro realizzato in opus reticolatum; successivamente fu anche chiamato Pietra di Plinio, in quanto lo scrittore Gaio Plinio Secondo, trovò la morte durante l'eruzione del Vesuvio del 79 nei pressi dello scoglio[2]. Il primo documento che testimonia l'attuale nome risale all'epoca di papa Innocenzo III, che in una bolla parla della località di Rubellanium, oggi Rovigliano, come confine tra le diocesi di Napoli e Nola[2]: il nome deriva, secondo gli archeologi, o dal cognome di un'antica famiglia romana, la gens Rubilia[3], oppure dal console Rubelio, proprietario dello scoglio, o ancora dal termine latino robilia, ossia delle piante leguminose, simile alle cicerchie, che crescevano abbondanti nella zona dell'ager.
Nel corso dei secoli assunse diverse funzioni: nel VI secolo divenne abitazione privata, nel IX secolo passò alla proprietà di Ernesto Longobardi[4] che lo trasformò in luogo di accoglienza per giovani donne dedite alla vita monastica, nel XII secolo divenne monastero e chiesa cistercense[2] ed infine nel XVI secolo divenne una fortezza, per difendersi dalle incursioni saracene, sulla cui sommità fu costruita una torre, visibile ancora oggi. Dal 1860 lo scoglio passò al demanio[4]; nel 1931 fu aperto un ristorante[3], il quale però ebbe poca fortuna, chiudendo poco dopo. Rimangono solo poche rovine della torre, versanti in condizioni di degrado[3].
Geologia
[modifica | modifica wikitesto]Lo scoglio di Rovigliano ha una struttura geologica simile a quella dei monti Lattari, ossia rocce sedimentarie, principalmente di tipo calcare e dolomia[1]. È inoltre ipotizzabile che l'isola si sia formata a seguito dello sprofondamento di un'antica montagna della quale rappresenta la vetta: lo sprofondamento potrebbe essere avvenuto a seguito della collisione della placca africana con quella euroasiatica, avvenimento che ha portato inoltre alla formazione della piana campana[1].
Fino al III secolo l'isolotto distava dalla costa circa quattro miglia, distanza che con il passare degli anni è andata notevolmente riducendosi a seguito dei sedimenti delle eruzioni vulcaniche e dei detriti che si sono accumulati alla foce del Sarno[2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Rovigliano, la petra Herculis tra leggenda e realtà, su Libero Ricercatore, 7 ottobre 2016. URL consultato il 12 giugno 2018.
- ^ a b c d Oplonti e Rovigliano, su torreomnia.com. URL consultato il 14 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2013).
- ^ a b c Lo Scoglio di Rovigliano - Libero Ricercatore, su Libero Ricercatore, 21 aprile 2016. URL consultato il 12 giugno 2018.
- ^ a b Lo scoglio di Rovigliano, su naclerio.it. URL consultato il 14 novembre 2011.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Scoglio di Rovigliano