Portale:Teatro/Evidenza
Ad ogni giorno della settimana corrisponde una voce in evidenza. Se vuoi proporre una voce da inserire in un giorno segnalalo al Progetto Teatro scrivendo la tua proposta nel Foyer.
Aiace è una tragedia di Sofocle. Non ci sono dati certi sulla sua prima rappresentazione. Si presume sia stata scritta intorno al 442 a.C.
Tema centrale è la follia da cui viene preso Aiace il grande, quando non riesce nell'intento di battere Ulisse per la conquista delle armi di Achille. Aiace, nella sua estrema solitudine, rappresenta il vero eroe omerico, fedele alle leggi arcaiche dell'onore, superiore ad ogni compromesso. Non gli è permesso piegarsi, e la coerenza che lo muove nelle sue azioni è inderogabile, anche a costo di annientarsi. Ulisse, eroe più moderno e incline al cambiamento, impersona la consapevolezza delle sorti umane, dando voce alle opinioni del pubblico. Il suo senso di giustizia, vicino al sentire della polis contemporanea all'autore, lo porta ad agire coraggiosamente anche quando questo vuol dire contraddire gli dei. Atena per vendetta ha scelto di umiliare Aiace, ma Ulisse comprende come la disgrazia di Aiace sia comune alla sorte di tutti gli uomini. Ulisse è 'politico', ha la capacità di adeguarsi alle situazioni con intelligenza. modifica la voce del lunedì |
Anton Pavlovič Čechov (in russo Анто́н Па́влович Че́хов) (29 gennaio 1860 - 15 luglio 1906; secondo il calendario giuliano: 17 gennaio 1860 - 2 luglio 1904), medico, scrittore e drammaturgo russo. Si laurea in medicina, ma conduce una sorta di doppia vita: mentre esercita la professione di medico, scrive novelle. Le sue opere narrano di gente umile e anche la sua vita in questo senso è stata sempre volta all'aiuto del prossimo, soprattutto se più debole. Le commedie di Čechov rappresentano una pietra miliare della drammaturgia di tutti i tempi. All’inizio del XX secolo, sui suoi testi teatrali il regista Kostantin Stanislavski elaborò una nuova metodologia della recitazione, per adeguare l'arte drammatica alla espressione di stati d'animo complessi, delle sfumature emozionali di personaggi apparentemente quotidiani ma portatori di istanze attribuibili ad ogni essere umano. Carlo Grabher (traduttore delle opere di Cechov) afferma: I veri eroi cecoviani soffrono di non sapere e la loro volontà, sebbene si spezzi dinanzi all'azione e si ripieghi vinta, non rinuncia, almeno, a un'aspirazione iniziale; essi vorrebbero sapere, vorrebbero agire, vivere, e questo slancio impotente, costituisce il vero principio dinamico del loro dramma. L'anima dei veri eroi cecoviani, si trova in una situazione spirituale di una ambiguità delicatissima: essi non amano la loro vita, perché non sanno viverla. modifica la voce del martedì |
Riccardo III (The Life and Death of King Richard III, Vita e morte di re Riccardo III) è l'ultima di quattro opere teatrali nella tetralogia minore di William Shakespeare sulla storia inglese: conclude un racconto drammatico cominciato con Enrico VI, parte 1 e continuato con Enrico VI, parte 2 e Enrico VI, parte 3. Dopo Amleto, questa è l'opera teatrale più lunga di Shakespeare. L'intera tetralogia è stata composta verso l'inizio della carriera di Shakespeare: il periodo più probabile di composizione è tra il 1591 e il 1592. Culminando con la sconfitta del malvagio re Riccardo III di York nella battaglia del campo di Bosworth alla fine dell'opera, il Riccardo III è una drammatizzazione degli eventi storici recenti per Shakespeare, conclusi nel 1485, dopo la guerra tra le due famiglie dei Lancaster e degli York (Guerra delle due rose) e la presa di potere definitiva dei Tudor. modifica la voce del mercoledì |
Romeo e Giulietta (The Most Excellent and Lamentable Tragedy of Romeo and Juliet) è una tragedia di William Shakespeare tra le più famose e rappresentate, ed è una delle storie d'amore più popolari di ogni tempo e luogo. |
Quello dell'edificazione di un teatro è considerato uno dei maggiori esiti dell'architettura, tanto nell'antica quanto nella moderna civiltà. L'inizio dell'architettura teatrale non coincide con le prime manifestazioni teatrali di cui si abbia conoscenza. Individuando nel rapporto tra un evento spettacolare ed il pubblico che vi assiste la condizione sufficiente al compimento di un evento teatrale, rientrano in questa categoria delle manifestazioni che hanno poco a che vedere col teatro nel senso comune del termine. Si parla infatti di parate militari, di retorica a fini propagandistici e di celebrazioni religiose. Il teatro nella Grecia antica si evolve da semplice spiazzo per il pubblico, a spazio delimitato (circolare o a trapezio) con panche di legno, infine ad opera architettonica vera e propria (V secolo - IV secolo a.C.). Il teatro greco rimane sempre una struttura a cielo aperto. Già nei più antichi teatri si ritrovano le tre parti essenziali: la cavea (koilon), la scena (skené), e l'orchestra. modifica la voce del venerdì |
Il Nō è una forma di teatro sorta in Giappone nel XIV secolo che presuppone una cultura elevata per essere compreso, a differenza del kabuki che ne rappresenta la sua volgarizzazione. I testi del nō sono costruiti in modo da poter essere interpretati liberamente dallo spettatore, ciò è dovuto in parte alla peculiarità della lingua che presenta numerosi omofoni. È caratterizzato dalla lentezza, da una grazia spartana e dall'uso di maschere caratteristiche. La musica di accompagnamento è eseguita con strumenti a fiato (fue, flauto) e a percussione (ōtsuzumi, kotsuzumi, tamburi). Il Nō è cantato, per questa ragione, molte persone tendono pensare al Nō come ad una forma di opera giapponese. Ciò nonostante, il canto nel teatro Nō sfrutta una scala tonale limitata e presenta lunghi passaggi ripetitivi. La chiarezza e la melodia non rappresentano l'obiettivo del canto nel teatro Nō benché i testi siano poetici e le strofe riprendano pesantemente il tipico ritmo giapponese sette-cinque, familiare a chi conosce i waka o i più recenti haiku. Il canto del Nō nonostante sia povero di espressioni risulta pregno di allusioni. modifica la voce del sabato |
William Shakespeare (Stratford-upon-Avon, 26 aprile 1564 - Warwickshire, 23 aprile 1616) è considerato il più grande drammaturgo in lingua inglese di sempre e, in assoluto, fra i maggiori scrittori di ogni tempo e provenienza. È stato attore egli stesso. Scrisse non solo alcune delle più formidabili tragedie, entrate nella storia della letteratura, ma anche molte delle più divertenti commedie mai apparse sulle scene inglesi. Shakespeare fu anche autore di 154 sonetti e di diversi poemi, alcuni dei quali sono considerati i più brillanti esempi di letteratura inglese mai scritti. La sua abilità consisteva nell'andare oltre la narrativa per descrivere gli aspetti interiori e profondi della natura umana. Si ritiene che abbia scritto la maggior parte dei suoi lavori tra il 1585 e il 1611, anche se le date esatte e la cronologia delle opere a lui attribuite non sono note con precisione, mancando sulla figura di questo autorevole letterato una biografia approfondita e completamente attendibile. modifica la voce della domenica |