Polittico di Santo Stefano
Sant'Agata, particolare della Pala di Santo Stefano | |
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Autore | Bergognone |
Data | 1509 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 60×55 cm |
Ubicazione | Accademia Carrara, Bergamo |
Il polittico di Santo Stefano, conosciuto anche come polittico di San Bartolomeo, è un'opera realizzata da Ambrogio da Fossano nel 1509 per la chiesa conventuale domenicana di Santo Stefano. Ne rimangono cinque tavole autonome conservate all'Accademia Carrara di Bergamo.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il polittico fu commissionato dai frati domenicani della chiesa di Santo Stefano, l'anno successivo alla realizzazione di quello della Pentecoste affidato da Domenico Tasso al pittore fossanese per la chiesa di Santo Spirito nel 1508.[2] La chiesa, malgrado avesse avuto nel tempo un ruolo importante nella vita religiosa della città, venne distrutta nel 1561 per l'edificazione delle mura veneziane.[3] Parte delle opere lì conservate trovarono la naturale ricollocazione della chiesa di San Bartolomeo nella Città Bassa, dove nel 1571 i frati domenicani si stanziarono[4]
La commissione di due opere per due chiese sicuramente non secondarie in Bergamo, indicherebbe la fama del pittore nella città, probabilmente portata dagli artisti lombardi e in particolare milanesi nella seconda decina del XVI secolo; la pittura lombarda, dopo la venuta di quella veneziana con Lorenzo Lotto, sparì completamente dalla città orobica.[5]
I lavori di carpenteria furono realizzati dal 1508 al 1509 da Giovanni de la Valle e Donato di Antonio Gayti Prestinari.[6] La presenza di cinque parti del polittico in Accademia Carrara solo dal 1892, farebbe supporre che il lavoro venne venduto dai domenicani della chiesa di San Bartolomeo alla “Commissaria” della pinacoteca bergamasca.[7][5]
L'Accademia Carrara ospita altre tre tavole sempre del Bergognone, già nella collezione di Giovanni Morelli,[8] che facevano però parte di un ulteriore polittico eseguito sempre dall'artista fossanese raffiguranti: santa Marta, san Gerolamo e san Giovanni Evangelista.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Dei sei scomparti che componevano in origine il polittico non si conosce quello centrale, sull'identità del quale sono state avanzate diverse congetture.[9][10][4] I cinque comparti laterali, due dei quali centinati,[11] sono conservati all'Accademia Carrara ma non tutti sono esposti.
Lo scomparto superiore al polittico presenta il Compianto di Cristo con le tre Marie (olio su tavola, 85x80 cm).[12][5]
«[…] giocato sulla perfetta bellezza del corpo morto di Cristo e sulle espressioni effettuose e addolorate delle Marie Piangenti»
Nei due scomparti laterali in alto vi sono: “santa Lucia” (60x55 cm) che oltre la palma tiene tra le mani uno stiletto dove sono infilati gli occhi, simbolo del suo martirio[13] e “santa Agata” (60x55 cm) che regge su un vassoio i suoi seni che le vennero strappati durante il martirio.[14] Negli scomparti inferiori vi sono: a sinistra san Luigi IX raffigurato con la corona di spine e la croce (111x56 cm).[15] Si associa la rappresentazione del santo, con l'occupazione francese del ducato milanese della prima decina del Cinquecento, dando all'opera un messaggio non solo religioso ma anche politico; a destra, invece, san Vincenzo di Saragozza (111x56 cm), uno dei patroni della città, a cui era dedicata l'antica chiesa chiesa di San Vincenzo raffigurato con la macina simbolo del suo martirio.[16][5]
Ben visibile nell'opera, nella dolcezza dei tratti, la matrice leonardesca dell'artista presente in ambito milanese agli albori del XVI secolo.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ il Bergognone, soprannome di AMBROGIO da Fossano, "Cristo morto tra le Marie" - dipinto - 1510 circa - «Accademia Carrara» Bergamo (BG) - Italia, su passionedicristonellarte.it. URL consultato il 29 agosto 2024.
- ^ Bergognone A. (1508-1512), Pentecoste con santi e Annunciazione, su beweb.chiesacattolica.it, BeWeb. URL consultato il 29 agosto 2024.
- ^ Il Mascheretti.
- ^ a b LaRivistadiBergamo, pag. 28.
- ^ a b c d e LaRivistadiBergamo
- ^ Gianmario Petrò, Un capolavoro dell'architettura rinascimentale il coro di santo Spirito, in La Rivista di Bergamo, 2001, p. 78.
- ^ Gustavo Frizzoni, La Galleria Carrara parte II, in Le Gallerie dell'Accademia Carrara in Bergamo, Ist. It. d'Arti Grafiche, 1897, p. 33, SBN IT\ICCU\CUB\0290045.
- ^ Federico Zeri, Francesco Rossi, La raccolta Morelli nell'Accademia Carrara, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 1986, pp. 176-177, SBN IT\ICCU\PUV\0081262.
- ^ Nella letteratura critica non si fa alcun accenno a una statua lignea: solo una volta è stata proposta una scultura a tutto tondo come parte centrale del polittico, cioè la Madonna della rosa di Ardigino de Bustis, che però è litica.
- ^ Mascheretti, pag. 129, nota 25.
- ^ San Vincenzo di Saragozza, su lombardiabeniculturali.it, Lombardia beni Culturali. URL consultato il 3 aprile 2018.
- ^ Cristo in pietà sorretto dalle donne, su lacarrara.it, Accademia Carrara. URL consultato il 3 aprile 2018.
- ^ Santa Lucia, su lacarrara.it, Accademia Carrara. URL consultato il 3 aprile 2018.
- ^ Santa Agata, su lacarrara.it, Accademia Carrara. URL consultato il 3 aprile 2018.
- ^ San Luigi IX, su lacarrara.it, Accademia Carrara. URL consultato il 3 aprile 2018.
- ^ San Vincenzo, su lacarrara.it, Accademia Carrara. URL consultato il 3 aprile 2018.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Francesco Colalucci, Bergamo negli anni di Lotto; Pittura, guerra e società, 1998, ISBN 9780810915497, SBN IT\ICCU\LO1\0478705.
- Antonia Abbatista Finocchiaro, La pittura a Bergamo nel primo decennio del Cinquecento, in Bergamo e Venezia nell'età di Lorenzo Lotto, numero monografico di La Rivista di Bergamo, n.s. 26, 2001, pp. 27-35.
- Lorenzo Mascheretti, Rinascimento domenicano. Il convento dei Santi Stefano e Domenico in Bergamo tra XV e XVI secolo, Bergamo, Archivio bergamasco Centro studi e ricerche, 2020, ISBN 9791280020031.