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Pietro Centranico
Pietro Centranico | |
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Il doge Pietro Centranico con lo stemma dogale che riproduce il blasone della famiglia Salamon (Leone Matina, Ducalis Regiae Lararium, Venezia 1659) | |
Doge di Venezia | |
In carica | 1026 – 1032 |
Predecessore | Ottone Orseolo |
Successore | Domenico Flabanico |
Nome completo | Pietro Centranico Barbolano (Salamon) |
Nascita | Heraclia, ? |
Morte | dopo il 1032 |
Pietro Centranico, o Barbolano (Heraclia, ... – dopo il 1032), fu il 28º doge della Repubblica di Venezia.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Non proveniva da una famiglia "nuova", ma nemmeno particolarmente importante. I Centranico, che sarebbero un ramo dei Barbolano (da qui il doppio cognome del doge, che assunse inoltre - secondo talune fonti - il cognome Salamon, dando origine all'omonima famiglia patrizia veneziana)[1][2][3], compaiono nei documenti già nel 982 e poi ancora nei secoli seguenti, ma con frequenza scarsa; inoltre, nessun altro membro sembra aver raggiunto cariche di rilievo[4].
Fu eletto dall'assemblea dei nobili nel 1026, dopo la deposizione del predecessore.
Pietro Barbolano cercò di ottenere dall'imperatore d'occidente Corrado II il rinnovo dei privilegi commerciali, ma non ci riuscì; nel frattempo l'imperatore aveva costretto papa Giovanni XIX a convocare un sinodo per confermare la supremazia del Patriarca d'Aquileia, all'epoca Poppone, nei confronti del patriarcato di Grado, gradito invece a Venezia e Bisanzio. Gli ungheresi intanto, dopo il matrimonio del predecessore Ottone Orseolo con la principessa Elena di Ungheria, vantavano dei diritti sulla Dalmazia veneziana.
Approfittando dell'assenza da Venezia di Domenico Flabanico, responsabile della deposizione di Ottone Orseolo, nel 1030[5] gli Orseolo catturarono il doge, gli rasarono barba e capelli e lo esiliarono a Costantinopoli, richiamando in patria il loro parente. Questi non rientrò subito ma nominò reggente suo fratello Orso, patriarca di Grado; dopo un anno Ottone Orseolo morì in esilio e la sua famiglia elesse allora al dogado Domenico Orseolo. Il giorno successivo, l'assemblea popolare elesse invece Domenico Flabanico e Domenico Orseolo fuggì.
Secondo un'antica tradizione riportata da Marin Sanudo, che appare tuttavia poco attendibile, Pietro Centranico, prima di essere eletto doge, avrebbe trafugato da Costantinopoli il corpo di San Saba Abate per traslarlo nella chiesa di Sant'Antonin a Venezia.[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giuseppe Tassini, Curiosità Veneziane. Note integrative e revisione a cura di Marina Crivellari Bizio, Franco Filippi, Andrea Perego, vol. 2, Venezia, Filippi editore, 2009 [1863], s.v. "Salamon".
- ^ Casimiro Freschot, La nobiltà veneta, o' sia tutte le famiglie patrizie con le figure de suoi scudi et arme, Venezia, 1707, s.v. "Salamon".
- ^ Andrea Da Mosto, I dogi di Venezia, con particolare riguardo alle loro tombe, Venezia, Ongania ed., 1939, p. 44.
- ^ Andrea Castagnetti, Storia di Venezia, vol. 1: Origini - Età ducale. Famiglie e affermazione politica, Roma, Istituto dell'Enciclopedia italiana, 1992.
- ^ Giorgio Ravegnani, Dizionario Biografico degli Italiani.
- ^ Flaminio Corner, Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia e di Torcello, Padova, 1758, pp. 32-33.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Claudio Rendina, I dogi. Storia e segreti, ed. Newton Compton, Roma 2007.
- Andrea Da Mosto, I dogi di Venezia, ed. Giunti, Firenze 2003.
- Andrea Castagnetti, Famiglie e affermazione politica, in Storia di Venezia, vol. I, Origini - Età ducale, Istituto dell'Enciclopedia italiana, Roma 1992.
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