Pezzolo (Messina)
Pezzolo frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Città metropolitana | Messina |
Comune | Messina |
Territorio | |
Coordinate | 38°05′00″N 15°28′00″E |
Altitudine | 365 m s.l.m. |
Abitanti | 400 (2015) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 98138 |
Prefisso | 090 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | Pezzoloti (siciliano) Pezzolesi (italiano) |
Patrono | San Nicola di Bari |
Cartografia | |
Pezzolo è una frazione della 1ª Municipalità del comune di Messina, posta a Sud sopra delle alte colline in posizione panoramico sullo Stretto di Messina, a circa 24 km dal centro cittadino.
L'economia del villaggio fino agli anni 60 del secolo XX era prettamente agricola, rigogliosa di agrumeti, uliveti e vigneti. Fino alla seconda guerra mondiale l'allevamento del baco da seta e la produzione serica erano una voce importante nel bilancio degli abitanti di Pezzolo. A pochi chilometri dalla costa ionica, partendo da Ponte Schiavo, dopo un susseguirsi di tornanti che, nel primo tratto rilevano un suggestivo spettacolo paesaggistico, con la sensazione di trovarsi in un immenso terrazzo sullo Stretto e che, nella parte successiva, fanno ammirare uliveti secolari, continua la strada che "serpeggia" lungo i costoni delle colline, fino a quando tutto ad un tratto, quasi per incanto, ecco Pezzolo, perla incastonata tra le rocce.
Arrivando in vista del paese si notano i pendii vertiginosi delle colline sistemate a terrazze (siciliano: “armacie”) formate dallo scavo del terreno, fermato da un muretto a secco, costruito con vera maestria con dei sassi riportati. Fino a pochi decenni or sono, questi terrazzamenti erano coltivati ad ortaggi, frumento, segale e farro, mentre le zone più alte delle colline venivano destinate al pascolo.
Il bosco demaniale forniva legna da ardere che alimentava anche il commercio della carbonella.
Il toponimo
[modifica | modifica wikitesto]Il nome del villaggio deriva da Piczuli, Pixùli, Πιξούλι in greco.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Già abitato in tempi remoti, si sviluppò al tempo delle incursioni saracene, quando gli abitanti della costa cercavano rifugio sulle alte colline. Dopo la rivolta antispagnola del 1674-78, subì la sorte dei casali di Altolia, Molino, Briga Superiore: venne messo all'asta e venduto a dei possidenti. Nel 1727 i terreni vennero confiscati e tornarono nel patrimonio demaniale.[1]
Nel 1844 il paese, dopo un processo in tribunale si affrancò (insieme ad altri) delle “angherie” verso il monastero benedettino di San Placido Calonerò.
Nel 1866, lo stato italiano confiscò i terreni delle congregazioni religiose, vendendoli o mettendoli a gabella. Parecchi appezzamenti passarono nella disponibilità dei contadini del paese.
Chiese e monumenti
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa principale è quella dedicata a San Nicola di Bari, protettore del villaggio, risalente alla seconda metà del secolo XVII. Danneggiata gravemente dal terremoto del 1908, venne ristrutturata negli anni successivi. Ha un artistico bellissimo Portale realizzato dagli allievi di Antonello Gagini.[2] Costruita in pietra di Siracusa, la chiesa presenta una struttura ad arco e nella facciata sono raffigurati i simboli dei Quattro Evangelisti in bassorilievo, le teste alate dei Cherubini, una Madonna con bambino e Santi. Nelle due grosse basi di sostegno, sono invece visibili le figure delle Chimere alate, realizzate in altorilievo. Accanto alla chiesa sorge un alto campanile dove c'è murata una targa che riporta la data del 1598.
Nella parte alta dei paese sorgeva la chiesa della Madonna dell'Itria, rasa al suolo dal terremoto del 1908 e ridotta ormai a qualche piccolo reperto. Come espressione del rinascimento siciliano Gioacchino di Marzo documenta una statua marmorea raffigurante una Madonna con bambino.[2]
La chiesa della Madonna di Loreto ha dato il nome alla contrada, si conserva in condizioni migliori. Secondo gli esperti sarebbe sorta intorno all'VIII secolo sul finire dell'epoca bizantina.
Viabilità e trasporti pubblici
[modifica | modifica wikitesto]La viabilità maggiore è rappresentata dalla Strada Provinciale n°35 che dal bivio di Ponte Schiavo, sulla vecchia Strada Nazionale dopo 6,5 chilometri circa di curve e tornanti, passando davanti al monastero benedettino di San Placido Calonerò (attuale istituto Agrario Pietro Cuppari) , giunge in paese.
La viabilità minore è composta da vicoli e scalinate, oltre a due trafori scavati nel XIX secolo.
Il villaggio è collegato al centro cittadino da due linee di autobus dell'ATM: la linea nº 3 (Pezzolo - Ponte Schiavo Stazione FFSS - Terminal ZIR) e la linea nº 1 Shuttle 100 (Giampilieri sup. - Torre faro).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Abate Francesco Sacco, "Dizionario geografico del Regno di Sicilia", [1], Palermo, Reale Stamperia, 1800, p. 125
- ^ a b Gioacchino di Marzo, "I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI; memorie storiche e documenti" [2], Conte Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana Lazelada di Bereguardo, Volume I e II, Palermo, Stamperia del Giornale di Sicilia, pp. 185-186