Peziza domiciliana

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Peziza domiciliana
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoFungi
DivisioneAscomycota
ClassePezizomycetes
OrdinePezizales
FamigliaPezizaceae
GenerePeziza
SpecieP. domiciliana
Nomenclatura binomiale
Peziza domiciliana
Cooke, 1877
Sinonimi

Peziza Adae Sadler ex Cooke (1857)
Peziza odorata Peck (1896)
Peziza varia f. typica Bresadola (1898)
Aleuria domiciliana (Cooke) McLennan & Halsey (1936)
Galactinia domiciliana (Cooke) Gamundí (1960)

Peziza domiciliana è una specie di fungo del genere Peziza della famiglia delle Pezizaceae che cresce su legno marcio, pareti umide, cartongesso e intonaco nelle case, nelle cantine umide e negli scantinati. È diffuso in Asia, Europa, Nord America e Antartide.

Il fungo fu descritto per la prima volta nel 1877 dal botanico britannico Mordecai Cubitt Cooke sulla base di esemplari inviatigli che furono trovati sulle pareti, sui soffitti e sui pavimenti di una casa a Edimburgo parzialmente distrutta da un incendio[1]. La specie fu trasferita al genere Aleuria da Ethel Irene McLennan & Halsey nel 1936[2] e successivamente al genere Galactinia da Irma J. Gamundi nel 1960[3]; entrambi i binomi risultanti da questi trasferimenti generici sono sinonimi di P. domiciliana[4].

La Peziza domiciliana è comunemente conosciuta come il "fungo a tazza del domicilio"[5].

I corpi fruttiferi di P. domicilia sono a forma di coppa; inizialmente concavi, sviluppano successivamente margine ondulato e centro depresso. La superficie esterna della coppa è biancastra e il margine della coppa può rimanere intatto o diviso. I corpi fruttiferi raggiungono un diametro superiore a 10 cm. L'imenio inizialmente è bianco prima di diventare color cuoio, marrone chiaro o brunastro. Il gambo biancastro in genere non diventa più lungo di 1 cm[6].

Gli aschi sono di forma più o meno cilindrica raggiungendo dimensioni di 225–250 μm di lunghezza per 15 μm di larghezza. Le spore sono ellissoidali con ialine (traslucide) da giovani[6] che spesso contengono due piccole goccioline oleose e misurano 11–15 x 6–10 μm[5]. Le parafisi sono sottili, contengono setti e sono leggermente ingrossate nella parte superiore[6]. La specie non è commestibile[7].

Specie simili

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La Peziza domiciliana è simile nell'aspetto a P. repanda ed è stata spesso confusa con essa[6]. Altra specie con la quale viene confusa è la Peziza badia, di colore marrone più scuro che cresce su terreno o su legno ben decomposto; ha spore più lunghe che misurano 15–19 per 7–10 μm[8]. È stato segnalato che altre specie di Peziza crescono in ambienti chiusi, tra cui P. varia e P. petersii[5].

Habitat e distribuzione

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La Peziza domiciliana cresce singolarmente, in gruppi o in grappoli su intonaco, sabbia, ghiaia e polvere di carbone e in cantine, grotte e serre. La specie è diffusa in Europa, Nord America[6] e in Sud America (Argentina)[9]. Il fungo è stato identificato come uno dei tanti responsabili del degrado del legno da costruzione utilizzato nei monumenti storici in Moldavia[10]. È stata registrata anche nell'Isola Deception in Antartide[11] e nell'Himalaya orientale[12]. Il fungo è stato implicato in un caso di polmonite da ipersensibilità (chiamata polmone El Niño nel rapporto originale), in cui una donna precedentemente sana ha sviluppato una grave dispnea ed è stata riscontrata una malattia polmonare restrittiva e segni di alveolite. Durante una perquisizione nella sua casa, che era stata recentemente allagata a causa delle forti piogge, ha rivelato la presenza del fungo nel seminterrato e il campionamento dell'aria ha confermato la presenza di spore di P. domiciliana[13].

  1. ^ (EN) Cooke MC., Crop of Peziza, in The Gardeners' Chronicle, vol. 7, 1877, pp. 793–4.
  2. ^ (EN) McLennan e Halsey, Additions to the Australian Ascomycetes. III, in Proceedings of the Royal Society of Victoria, vol. 49, 1936, pp. 51–61.
  3. ^ (ES) I. J. Gamundí IJ., Discomycetes operculados de Argentina: familias Pezizaceae y Humariaceae, in Lilloa, vol. 30, 1960, p. 287.
  4. ^ (EN) Peziza domiciliana Cooke 1877, in International Mycological Association, MycoBank.
  5. ^ a b c (EN) D. Arora, Mushrooms Demystified: a Comprehensive Guide to the Fleshy Fungi, Berkeley, California, Ten Speed Press, 1986, p. 822–3, ISBN 0-89815-169-4.
  6. ^ a b c d e (EN) F. J. Seaver, Photographs and descriptions of cup-fungi: III. Peziza domiciliana and Peziza repanda, in Mycologia, vol. 8, n. 4, 1916, pp. 195–8, DOI:10.2307/3753524.
  7. ^ Roger Phillips, Mushrooms and Other Fungi of North America, in Firefly Books, Buffalo, NY, 2010, p. 367, ISBN 978-1-55407-651-2.
  8. ^ H.R. Miller e O. K. Miller, North American Mushrooms: A Field Guide to Edible and Inedible Fungi, Guilford, Connecticut, Falcon Guide, 2006, p. 539, ISBN 0762731095.
  9. ^ (EN) C. L. Iaconis e J.E. Wright, Fructificación "in vitro" de Peziza domiciliana Cooke, in Ciencia e Investigación, vol. 7, n. 9, 1951, pp. 426–7.
  10. ^ (EN) A. Cojocariu e C. Tanase, Macromycetes identified on the construction wood of historical monuments from Moldavia and causes of their development (PDF), in Journal of Plant Development, vol. 17, 2010, pp. 63–8, ISSN 2065-3158 (WC · ACNP).
  11. ^ D. N. Pegler, B. M. Spooner e R. I. Lewis Smith, Higher fungi of Antarctica, the subantarctic zone and Falkland Islands, in Kew Bulletin, vol. 35, n. 3, 1980, pp. 499–562, DOI:10.2307/4110020.
  12. ^ (EN) A. K. Kar e B. B. Dewan, Fungi of Eastern Himalaya Part 2, in Indian Phytopathology, vol. 28, n. 3, 1975, pp. 400–1.
  13. ^ (EN) R. S. Wright, Z. Dyer, M. I. Liebhaber, D. L. Kell e P. Harber, Hypersensitivity pneumonitis from Pezizia domiciliana. A case of El Niño lung, in American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, vol. 160, n. 5, 1999, pp. 1758–61, DOI:10.1164/ajrccm.160.5.9904095.

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