Petroica pusilla

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Petroica del Pacifico

P. p. kleinschmidti, Viti Levu (Figi)
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseAves
SottoclasseNeornithes
SuperordineNeognathae
OrdinePasseriformes
SottordineOscines
InfraordinePasserida
SuperfamigliaPetroicoidea
FamigliaPetroicidae
GenerePetroica
SpecieP. pusilla
Nomenclatura binomiale
Petroica pusilla
Peale, 1849

La petroica del Pacifico (Petroica pusilla Peale, 1849) è un uccello della famiglia dei Petroicidi diffuso in Melanesia e Polinesia[2]. È simile nell'aspetto alla petroica scarlatta dell'Australia e fino ad epoca recente le due venivano considerate conspecifiche, prima di essere suddivise in specie distinte da Schodde e Mason nel 1999[3]. Attualmente ne vengono riconosciute nove sottospecie[4], che differiscono notevolmente tra loro per colorazione del piumaggio, preferenze alimentari e habitat. Anche la petroica di Norfolk e la petroica delle Salomone, con le sue quattro sottospecie, erano considerate varietà della petroica del Pacifico, ma vengono oggi considerate specie a sé[5].

La petroica del Pacifico venne descritta per la prima volta dal naturalista tedesco Johann Friedrich Gmelin nel 1789 a partire da un esemplare raccolto sull'isola di Norfolk. Per lungo tempo è stata considerata conspecifica della petroica scarlatta dell'Australia fino a quando, nel 1999, Schodde e Mason non l'hanno riconosciuta come specie a parte[3]. Forma un gruppo di specie con la petroica scarlatta e la petroica della Nuova Zelanda[4]. Nel 2015 la petroica di Norfolk e la petroica delle Salomone, un tempo considerate sue sottospecie, sono state riconosciute come specie a parte[5]. Dal momento che la specie di Norfolk venne scoperta per prima, essa ha mantenuto l'epiteto specifico multicolor, mentre la petroica del Pacifico ha preso l'appellativo specifico di pusilla, cioè quello della sottospecie nominale, originaria delle Samoa, descritta dal naturalista americano Titian Peale nel 1848.

Il nome generico Petroica deriva dalle parole greche petros, «pietra», e oikos, «casa». Il nome specifico pusilla deriva dal latino pusillus, che significa «molto piccolo»[6].

È una delle cinque specie del genere Petroica dal petto di colore rosso o rosa note col nome comune di Red Robins («pettirossi rossi»). Sebbene debba il suo nome inglese di Pacific Robin («pettirosso del Pacifico») a una certa somiglianza con il pettirosso europeo, non è imparentata né con questo né con il pettirosso americano. Assieme ai suoi simili, è stata classificata per molti anni nella famiglia dei pigliamosche del Vecchio Mondo, i Muscicapidi[7], o in quella degli zufolatori, i Pachicefalidi[8], prima di essere posta in una famiglia a parte, i Petroicidi[8][2].

Gli studi sull'ibridazione del DNA condotti da Sibley e Ahlquist spinsero gli studiosi a classificare i Petroicidi nel parvordine dei Corvida, che comprende molti Passeriformi tropicali e australiani, tra i quali i Pardalotidi, i Maluridi e i Melifagidi, oltre, ovviamente, ai Corvidi[9]. Tuttavia, grazie a ricerche molecolari più recenti, è stato scoperto che i Petroicidi appartengono invece a uno dei rami più antichi dell'altro parvordine degli Oscini, i Passerida (o uccelli canori «avanzati»)[10].

Attualmente vengono riconosciute nove sottospecie di petroica del Pacifico[2]:

Sottospecie
Nome scientifico
e autore
Areale Descrizione
P. m. ambrynensis Sharpe, 1900 Vanuatu settentrionali e centrali (Espiritu Santo, Ambae, Ambrym, Paama, Lopévi e Tongoa) e isole Banks Come la sottospecie nominale, ma con meno bianco sulle ali; femmina con petto rosso-arancio. Dimorfismo sessuale pronunciato.
P. m. similis G. R. Gray, 1860 Vanuatu meridionali (Tanna e Aneytium) Come P. m. ambrynensis, ma con il maschio di un nero-fuligginoso più scialbo.
P. m. femenina Mayr, 1934 Vanuatu centrali (Efate ed Emao) Maschi più simili alle femmine; regioni superiori marroni e piume marroni che si estendono fino al rosso del petto. Femmina più chiara del maschio, con colorazione cannella e gola bianca.
P. m. soror Mayr, 1934 Isole Banks (Vanua Lava) Come P. m. femenina, ma con regioni superiori più scure e gola di colore più scarlatto.
P. m. cognata Mayr, 1938 Vanuatu centro-meridionali (Erromango) Simile a P. m. soror, ma con regioni superiori più grigiastre e con del bianco sulla coda.
P. m. pusilla Peale, 1848 Samoa (Savai'i e Upolu) Sottospecie nominale; maschio con regioni superiori e testa di colore nero fuligginoso, con più bianco sulle ali e macchia bianca più piccola sulla fronte.
P. m. kleinschmidti Finsch, 1876 Figi (Viti Levu e Vanua Levu) Come P. m. pusilla, ma maschio con macchia frontale bianca più grande e regioni superiori più scure, e femmina con regioni superiori più grigiastre e barra alare bianca sulle ali più larga.
P. m. taveunensis Holyoak, 1979 Figi (Taveuni) Come P. m. kleinschmidti, ma maschio con gola di un rosso più intenso e femmina con regioni superiori marrone.
P. m. becki Mayr, 1934 Figi (Kadavu) Come P. m. kleinschmidti, ma entrambi i sessi con regioni superiori più chiare.

La petroica del Pacifico è un Passeriforme di piccole dimensioni, di 11,5-13,5 cm di lunghezza e 9-11 g di peso[4]. In gran parte dell'areale che occupa, è la specie di uccello più piccola. Il piumaggio dei maschi varia da quello delle femmine, in modalità differente da una sottospecie all'altra. Nella sottospecie nominale il maschio ha la testa nera con la fronte bianca, dorso e coda neri, e ali anch'esse nere con una fascia bianca. Petto e ventre sono rossi, e la parte più bassa di quest'ultimo e la groppa sono bianchi. La femmina è priva del bianco della fronte e delle ali, e il piumaggio nero del maschio è rimpiazzato da piume di colore marrone scuro. Il petto è di un rosso più scialbo di quello del maschio e i fianchi sono in gran parte marroni; anche la zona di piume bianche della groppa ha un'estensione minore. In entrambi i sessi zampe e becco sono neri. In alcune sottospecie, come in P. m. femenina delle Vanuatu centrali, i maschi hanno un piumaggio più simile a quello delle femmine; in altre, invece, sono le femmine che somigliano di più ai maschi. Per un elenco completo delle differenze tra sottospecie, vedere la tabella qui sopra.

Distribuzione e habitat

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Esemplare maschio a Viti Levu (Figi).

La petroica del Pacifico vive sulle isole del Pacifico sud-occidentale. Il suo areale si estende dalle Vanuatu a ovest alle Samoa a est[4]. In tutto l'areale la specie è stanziale, sebbene vi possano essere piccoli spostamenti locali durante la stagione non riproduttiva. Un ritrovamento fossile sull'isola di Haʻapai, nelle Tonga, indica che in passato la specie era presente anche in quell'arcipelago, dal quale oggi è scomparsa[11].

Alimentazione

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Quasi tutta la dieta della petroica del Pacifico è costituita da insetti, ragni e pseudoscorpioni. Generalmente essa si nutre negli strati bassi della foresta, sebbene occasionalmente salga fino alla volta. Quando è in cerca di cibo, si aggrega spesso a stormi misti di altri uccelli. Le prede possono essere catturate in aria, sul suolo o sugli alberi, ma le varie popolazioni prediligono metodi di alimentazione differenti.

La petroica del Pacifico ha una stagione della nidificazione ben delimitata, ma essa varia da una zona all'altra dell'areale[4]. Riguardo alle popolazioni stanziate su molte isole le notizie sul periodo di riproduzione sono scarse o del tutto assenti. Nelle Vanuatu la stagione della nidificazione va da ottobre a gennaio, mentre genitori con i piccoli sono stati osservati tra giugno e settembre nelle Samoa. La specie costruisce un nido compatto costituito da una sorta di coppa fatta di fibre vegetali e tela di ragno[12]. La superficie esterna è decorata con muschio e licheni, e quindi la struttura non è facilmente individuabile. Il nido è di solito situato alla biforcazione di un ramo o del tronco, o su un ramo orizzontale.

Ciascuna nidiata è composta da due a quattro uova, generalmente due o tre nelle Figi. Le uova sono di colore grigio scialbo o verdastro, e vengono covate dalla sola femmina. I nidi possono essere parassitati dal cuculo coda a ventaglio ove gli areali delle due specie si sovrappongono.

Conservazione

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Complessivamente, la petroica del Pacifico non è considerata una specie minacciata ed è classificata come «specie a rischio minimo» (Least Concern) sulla lista rossa della IUCN[1]. Alcune sottospecie, tuttavia, possono essere minacciate dalla distruzione dell'habitat.

  1. ^ a b (EN) BirdLife International 2017, Petroica pusilla, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b c (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Petroicidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 7 maggio 2014.
  3. ^ a b R. Schodde e I. J. Mason, The Directory of Australian Birds: Passerines. A Taxonomic and Zoogeographic Atlas of the Biodiversity of Birds in Australia and its Territories, Collingwood, Australia, CSIRO Publishing, 1999, p. 851, ISBN 0-643-06456-7.
  4. ^ a b c d e W. Boles, Family Petroicidae (Australasian Robins), in J. del Hoyo, A. Elliot e D. Christie (a cura di), Handbook of the Birds of the World. Volume 12: Picathartes to Tits and Chickadees, Lynx Edicions, 2007, p. 483, ISBN 978-84-96553-42-2.
  5. ^ a b A. M. Kearns et al., Norfolk Island Robins are a distinct endangered species: ancient DNA unlocks surprising relationships and phenotypic discordance within the Australo-Pacific Robins, in Conservation Genetics, vol. 17, 2016, pp. 321-335.
  6. ^ James A. Jobling, Helm Dictionary of Scientific Bird-names, su archive.org. URL consultato il 12 aprile 2020.
  7. ^ Boles, p. xv.
  8. ^ a b Boles, p. 35.
  9. ^ C. G. Sibley e J. E. Ahlquist, Phylogeny and Classification of Birds: A Study in Molecular Evolution, New Haven, CT, Yale University Press, 1990, pp. 603, 610-27, ISBN 0-300-04085-7.
  10. ^ F. Keith Barker, Alice Cibois, Peter A. Schikler, Julie Feinstein e Joel Cracraft, Phylogeny and diversification of the largest avian radiation (PDF), in PNAS, vol. 101, n. 30, 2004, pp. 11040-45, DOI:10.1073/pnas.0401892101, PMC 503738, PMID 15263073. URL consultato il 14 agosto 2008.
  11. ^ D. Steadman, Extinction and Biogeography in Tropical Pacific Birds, University of Chicago Press, 2006, ISBN 978-0-226-77142-7.
  12. ^ Heinrich L. Bregulla, Birds of Vanuatu, Oswestry, Inghilterra, Anthony Nelson, 1992, pp. 226-227, ISBN 0-904614-34-4.
  • Walter E. Boles, The Robins and Flycatchers of Australia, Sydney, Angus & Robertson, 1988, ISBN 0-207-15400-7.

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