Ottavio Navarra

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Niente fonti!
Questa voce o sezione sugli argomenti editori italiani e politici italiani non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
Commento: ben 8 note fanno riferimento alla biografia sul sito della sua casa editrice, ed ovviamente non sono fonti terze

Puoi migliorare questa voce aggiungendo citazioni da fonti attendibili secondo le linee guida sull'uso delle fonti. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento.
Ottavio Navarra

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaXII
Gruppo
parlamentare
Progressisti-Federativo
CoalizioneAlleanza dei Progressisti
CircoscrizioneSicilia 1
Incarichi parlamentari
Membro della IV Commissione (Difesa)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Democratico della Sinistra (1994-1998)
Democratici di Sinistra (1998-2007)
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Palermo
ProfessioneImprenditore commerciale

Ottavio Navarra (Castelvetrano, 6 luglio 1965) è un politico italiano.

La sua famiglia, originaria di Gibellina, dopo il terremoto del 1968 è costretta a trasferirsi a Petrosino.

Si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza di Palermo dove viene eletto rappresentante degli studenti sia nel Consiglio di Facoltà che nel Consiglio di Amministrazione dell'Università degli Studi di Palermo[1].

È stato uno dei leader del movimento della Pantera[2] e corrispondente da Marsala del quotidiano palermitano L'Ora[1].

Attività politica

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1992 viene eletto segretario regionale della Sinistra Giovanile della Sicilia[1].

Alle elezioni politiche del 1994 viene eletto alla Camera dei Deputati, nella circoscrizione Sicilia 1, nelle quote proporzionali del Partito Democratico della Sinistra.[3]

Nel 1996, dopo lo scioglimento del Parlamento, decide di non ricandidarsi alla Camera dei Deputati, ma punta sull'Assemblea Regionale Siciliana, dove viene eletto con 10.064 voti di preferenza nel collegio di Trapani nelle liste del Partito Democratico della Sinistra.

Nel novembre del 1998 una sentenza del Tribunale civile di Palermo lo dichiara ineleggibile per non avere presentato le dimissioni dal Parlamento almeno 90 giorni prima delle elezioni regionali (data in cui le camere erano già state sciolte)[4] e quindi decade dalla carica di deputato all'ARS[1].

Nel 2000 viene eletto segretario cittadino dei Democratici di Sinistra di Marsala ed entra nella segreteria regionale dei DS guidata da Claudio Fava[1].

Alle elezioni amministrative del 2001 viene eletto consigliere comunale di Marsala[1].

Alle elezioni amministrative del 2007 si candida alla carica di Sindaco di Marsala con i cosiddetti "cespugli" del centrosinistra, non riuscendo però a superare il primo turno[5] ma ottenendo 9.320 voti, risultato ben superiore al numero di voti delle liste che lo sostenevano.[6]

Nell'estate del 2009, sebbene non sia iscritto al partito, il suo nome circola come possibile candidato dell'area Bersani a Segretario Regionale del Partito Democratico in Sicilia alle elezioni primarie[7]. Alla fine viene candidato Bernardo Mattarella, che Navarra sostiene candidandosi alle primarie per il rinnovo dell'assemblea regionale del PD[8].

Il 29 luglio 2017 viene proposta la sua candidatura alla presidenza della Regione Siciliana, sostenuto da movimenti e collettivi civici e Azione Civile, Partito Comunista Italiano, Possibile, Risorgimento Socialista e dal Partito della Rifondazione Comunista[9]. Il successivo 4 settembre, con una nota congiunta firmata assieme a Claudio Fava, comunica l'intenzione di ritirarsi dalla corsa a favore di quest'ultimo, scelto come candidato della sinistra unita[10]. Nel corso dell’assemblea regionale delle forze politiche e dei movimenti che sostengono la candidatura di Claudio Fava per la presidenza della Regione Siciliana, svoltasi il 10 settembre a Palermo, Claudio Fava indica Navarra come candidato alla vicepresidenza della Regione[11].

Candidato consigliere in provincia di Palermo, Navarra ottiene 2565 preferenze senza essere eletto.

Attività editoriale

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2003 fonda Marsala c'è, unico esempio di quotidiano cittadino free press di impegno civile, e la casa editrice Navarra Editore[1]. Nel settembre del 2007, con la nuova sede palermitana, la casa editrice si specializza in editoria libraria con pubblicazioni di narrativa e saggistica dedicate a tematiche sociali e antimafia. Dal 2011 è tra i promotori del festival dell’editoria indipendente Una marina di libri.

Viene citato nelle canzoni La banda del sogno interrotto e Grande famiglia dei Modena City Ramblers[12].

  1. ^ a b c d e f g Chi è Ottavio Navarra? [collegamento interrotto], su Navarra Editore. URL consultato il 3 gennaio 2010.
  2. ^ Sergio Buonadonna, Roberto Ginex, Guida alla seconda Repubblica, Arbor, 1994, pag.209, ISBN 88-86325-18-5.
  3. ^ Elezioni della Camera dei Deputati del 27 marzo 1994 [collegamento interrotto], su Archivio Storico delle Elezioni. URL consultato il 3 gennaio 2010.
  4. ^ Sentenza n. 287, su giurcost.org. URL consultato il 13 marzo 2022.
  5. ^ Elezioni comunali 2007 Sicilia - Marsala, su La Repubblica. URL consultato il 4 gennaio 2010.
  6. ^ Speciale elezioni 2007 - La Sicilia - Marsala, su repubblica.it. URL consultato il 18 settembre 2017.
  7. ^ Corsa alla segreteria regionale del Pd Lupo cerca l'intesa con la Borsellino, in La Repubblica, 26 luglio 2009, p. 4 sezione:Palermo. URL consultato il 4 gennaio 2010.
  8. ^ Primarie Pd, 1100 candidati per 180 posti, in La Repubblica, 15 ottobre 2009. URL consultato il 4 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2010).
  9. ^ Live Sicilia, su m.livesicilia.it. URL consultato il 30 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2017).
  10. ^ Sinistra unita in Sicilia: sostegno a Fava "Stessa intesa anche per le Politiche", su Giornale di Sicilia. URL consultato il 4 settembre 2017.
  11. ^ Claudio Fava è il candidato della sinistra unita, ticket con Ottavio Navarra, su palermo.blogsicilia.it, 10 settembre 2017.
  12. ^ Ferrari, 1999.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]