Netočka Nezvanova
Netočka Nezvanova | |
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Titolo originale | Неточка Незванова |
Autore | Fëdor Dostoevskij |
1ª ed. originale | 1849 |
Genere | romanzo |
Lingua originale | russo |
Netočka Nezvanova (in russo: Неточка Незванова) è un romanzo incompiuto dello scrittore russo Fëdor Dostoevskij, pubblicato nel 1849; è rimasto incompiuto a causa dell'arresto dell'autore per motivi politici.
Trama
[modifica | modifica wikitesto]L'opera narra le vicende di Netočka, una ragazzina fantasiosa e sensibile ma sfortunatamente nata in una famiglia povera e disperata. L'adozione, una volta rimasta orfana, presso una famiglia più agiata - dove si legherà a una sua coetanea di nome Katja - rappresenterà un riscatto per la sua esistenza.
Critica
[modifica | modifica wikitesto]Il romanzo dette scandalo (ma non contribuì alle accuse di sovversivismo politico che ebbero a gravare su Dostoevskij) per la descrizione morbosa del rapporto sentimentale che si viene a instaurare tra la protagonista e Katia, specie quando di notte le due bambine si ritrovano di nascosto per baciarsi, ammettendo l'un l'altra di amarsi. Netočka Nezvanova fece pensare a tendenze (o almeno a latenti fantasie) pedofile dell'autore, in quanto nell'ultimo capitolo del romanzo si rivela che il secondo padre adottivo della giovane, Pëtr Aleksandrovič, provasse un eccessivo interesse nei suoi confronti - che egli nega - suscitando la gelosia della moglie, Aleksandra Michajlovna.
Negli anni successivi, le polemiche nate con questo romanzo furono probabilmente il motivo dell'esclusione - imposta contro il volere dell'autore - del capitolo Da Ticon dall'edizione definitiva del romanzo I demoni; in esso, infatti, il protagonista Stravrogin racconta al monaco Ticon lo stupro da lui effettuato su una bambina che, in seguito allo shock, si suicida.
Edizioni italiane
[modifica | modifica wikitesto]Le traduzioni in italiano sono di Federigo Verdinois, Marussia Grigorieva e Mario Visetti, Leo Gastovinski, Antonio Pietrangeli, Rinaldo Küfferle, Riccardo Rossi, Anna Lubic e Igor Sibaldi.
Rinaldo Küfferle, per la propria traduzione (UTET, 1956), scelse di rendere il titolo con L'Orfana, e il nome della protagonista con Anna, per risparmiare ai suoi lettori difficoltà di lettura e pronuncia.
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