Italo Sacchetto
Italo Sacchetto | |||||||||||||||||
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Nazionalità | Italia | ||||||||||||||||
Atletica leggera paralimpica | |||||||||||||||||
Specialità | 400 m piani, 800 m piani, salto in alto, salto in lungo, salto triplo, getto del peso, lancio del disco | ||||||||||||||||
Palmarès | |||||||||||||||||
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Statistiche aggiornate al 28 ottobre 2018 | |||||||||||||||||
Italo Sacchetto (Trebaseleghe, 1º luglio 1957) è un ex atleta paralimpico italiano non vedente.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Italo Sacchetto nasce a Trebaseleghe in provincia di Padova, da famiglia di contadini. Nel 1963 perde la vista e deve essere sottoposto a tre delicati interventi con lunga degenza. I trattamenti chirurgici lo mettono in grado di usufruire di un modestissimo residuo visivo (1/20), che perderà definitivamente nel 1976.
Entrato nel 1965 all'Istituto per minorati della vista Luigi Configliachi di Padova, vi frequenta le scuole primarie e secondarie e può formarsi come fisioterapista. In questo ambiente partecipa alle numerose attività musicali e sportive, ed è in tale ambito che matura in lui, anche grazie all'attenzione di competenti insegnanti, la vocazione all'agonismo.
Uscito dalla scuola e inserito nel mondo del lavoro, dal 1977 al 1996 si dedica intensamente a molteplici sport: goalball, torball e atletica leggera (salto in alto, salto in lungo, salto triplo, 400 metri piani, 800 metri piani, lancio del disco e getto del peso). Ha gareggiato per la società GS Configliachi PD fino al 1984, con il GS NoVe, sempre di Padova, dal 1985 al 1987 e con l'ASDIVE Venezia sino alla chiusura della carriera.[1] Attualmente, dopo diversi anni trascorsi a Livorno, è tornato a vivere a Padova con la moglie e il cane-guida Asia.
Carriera
[modifica | modifica wikitesto]Atletica leggera
[modifica | modifica wikitesto]Italo Sacchetto si è cimentato con varie discipline (tra il 1980 e il 1988) e in tutte ha conseguito il titolo italiano una o più volte, ma è nel salto in alto che ha raccolto i risultati più prestigiosi e raggiunto alcuni record mondiali.
Il 19 agosto 1981, ai campionati europei di Fulda in Germania vince la medaglia d'oro e stabilisce il record europeo (1,48 m).
Nel 1984, ai VII Giochi paralimpici estivi, a New York conquista l'oro paralimpico e un nuovo record mondiale (1,52 m).
Ai campionati europei tenutisi a Roma nel 1985 è nuovamente primo classificato e ottiene il record con 1,53 m.
Nel 1986 è la volta dei campionati mondiali in Svezia, a Göteborg: anche in questa circostanza Italo raggiunge il gradino più alto del podio e determina un ulteriore record: 1,54 m.
L'apice della parabola sportiva è toccato nel 1988 agli VIII Giochi paralimpici estivi di Seul, dove conquista la sua seconda medaglia paralimpica, con il record (tuttora imbattuto) di 1,59 m.
A livello italiano, Italo Sacchetto, sempre negli anni in cui si è dedicato alle specialità atletiche, ha conquistato per cinque volte il titolo nazionale nel salto in alto, tre volte nel salto in lungo, due nel salto triplo. È stato detentore di un titolo anche nei 400 metri piani, negli 800 metri piani, nel lancio del disco e nel getto del peso.
Goalball e torball
[modifica | modifica wikitesto]Con la società ASDIVE Venezia ha vinto il campionato italiano di goalball nella stagione 1992-1993, quindi il campionato di torball nella stagione 1993-1994 e ancora il campionato di goalball nel 1994-1995.[1] Ha partecipato a numerosi tornei internazionali di diversa rilevanza, conseguendo con la squadra la Coppa Europa per club nel 1994.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]- 2010 - Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica italiana;[2]
- 1984 - Medaglia d'oro, campione mondiale;[3]
- 2014 - Leone d'argento;[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Albo storico Fispic (DOC), su fispic.it. URL consultato il 20 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2018).
- ^ Sacchetto Sig. Italo, su quirinale.it. URL consultato il 17 ottobre 2018.
- ^ Italo Sacchetto, su coni.it. URL consultato il 17 ottobre 2018.
- ^ Tra storia e futuro, il Veneto celebra a Vicenza i cento anni del Coni, su sportvicentino.it, 17 ottobre 2014. URL consultato il 5 settembre 2018.
- ^ Collari d'oro 2015, su coni.it. URL consultato il 27 dicembre 2018.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Claudio Arrigoni, Paralimpici: Lo sport per disabili: storie, discipline, personaggi, HOEPLI EDITORE, p. 225, ISBN 978-88-203-5555-5.
- Candido Cannavò, E li chiamano disabili, Bur, 2012, p. 2012, ISBN 978-88-586-2833-1.
- Alberto Zuccato (a cura di), Olimpiadi: gli eroi veneti, CONI. Comitato regionale Veneto, 2014, p. 199.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Italo Sacchetto, su paralympic.org, Comitato Paralimpico Internazionale.
- Annalisa Celeghin, Paralimpiadi, una storia con i veneti protagonisti, su mattinopadova.gelocal.it, 10 settembre 2012.«Lo sport per disabili nel libro di Arrigoni. Tante vicende di atleti che sono diventati mitici esempi»
- Giulio Cannarella, Corre la fiamma paralimpica, su runnersworld.it, 11 settembre 2016.
- CONI: I campioni olimpici e paralimpici di tutti i tempi festeggiati dal Presidente della Repubblica Napolitano nell'ambito delle celebrazioni di Roma '60. L'orgoglio di Petrucci: "Ecco l'oro d'Italia", su coni.it.
- Atleti paralimpici italiani
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