Indice
Indicatori bibliometrici
Gli indicatori bibliometrici misurano l'impatto bibliometrico di singoli autori o di riviste. Sono state sviluppate diverse metriche che tengono conto di un numero variabile di fattori, dal considerare solo il numero totale di citazioni, all'osservare la loro distribuzione tra articoli o riviste applicando tecniche matematiche e statistiche.[1][2][3]
La motivazione principale di questi confronti qualitativi e quantitativi tra ricercatori è l'assegnazione di risorse (ad esempio finanziamenti, incarichi accademici). Tuttavia, rimane controversia nella comunità accademica sul modo in cui le metriche a livello di autore raggiungono questo obiettivo.[4][5][6]
Le metriche a livello di autore differiscono dalle metriche a livello di rivista che tentano di misurare l'impatto bibliometrico delle riviste accademiche piuttosto che dei singoli individui. Tuttavia, le metriche originariamente sviluppate per le riviste accademiche possono essere riportate a livello di ricercatore, come l'autofattore a livello di autore[7] e il fattore di impatto dell'autore.[8]
Indicatori a livello di autore
[modifica | modifica wikitesto]H-index
[modifica | modifica wikitesto]L'H-index è un indicatore bibliometrico a livello di autore sviluppato da Jorge E. Hirsch. Secondo la definizione, uno scienziato ha un indice n se almeno n lavori tra quelli che ha pubblicato sono stati citati almeno n volte ciascuno. Ad esempio un autore ha un H-index di 10 se ha 10 delle sue pubblicazioni citate almeno 10 volte.[9]
G-index
[modifica | modifica wikitesto]Suggerito nel 2006 da Leo Egghe, l'indice è calcolato sulla base della distribuzione di citazioni ricevute dalle pubblicazioni di un assegnato autore. L'indice è definito in modo tale che sull'insieme dato di articoli, ordinati in ordine decrescente di citazioni ricevute, il valore dell'indice-g è assegnato quando i primi g articoli hanno ricevuto cumulativamente g2 citazioni.
i10-index
[modifica | modifica wikitesto]I10-index (detto anche H-10) indica il numero di pubblicazioni accademiche che un autore ha scritto e che hanno ricevuto almeno dieci citazioni. È stato introdotto nel luglio 2011 da Google nell'ambito del loro lavoro su Google Scholar, un motore di ricerca dedicato alle pubblicazioni accademiche.[10] Può essere equivalentemente definito come il maggior numero n di articoli altamente citati per i quali il numero medio di citazioni è almeno n.
Hc-index
[modifica | modifica wikitesto]Hc-index, o indice H contemporaneo, è stato proposto ne 2006 da Antonis Sidiropoulos ed è un indicatore che normalizza e corregge l'H-index che penalizza gli autori più giovani che hanno pubblicato meno di autori dalla lunga carriera. L'Hc-index invece da maggior peso alle pubblicazioni recenti e meno a quelle più datate e non risente dell'inattività, anche prolungata, di un autore.[11]
Indicatori a livello di rivista
[modifica | modifica wikitesto]- JCR journal impact factor: misura l'impatto di una rivista tecnico-scientifica.
- SCOPUS SNIP: misura l'impatto per la rivista.
- SCImago Journal Rank o SJR indicator: misura l'impatto di riviste accademiche.
- PubFocus JR
Altri di varie discipline:
- Arts and Humanities Citation Index
- CAB Direct (database)
- Citation index
- Islamic World Science Citation Database
- Latin American Bibliography
- Materials Science Citation Index
- Russian Science Citation Index
- Science Citation Index
- Social Sciences Citation Index
- SPIN bibliographic database
Tra i database più usati per la ricerca di citazioni ci sono:
- Scopus
- Google Scholar
- Web of Science (ISI Web of Knowledge)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Impact Factor: H-Index ed altri Indicatori Bibliometrici, su biblioteche.unicatt.it, Università Cattolica del Sacro Cuore. URL consultato il 14 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2021).
- ^ H-Index e altre metriche a livello di autore, su unipa.it, Università degli Studi di Palermo.
- ^ indicatori bibliometrici, su sba-old.uniurb.it:8080, Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo".
- ^ J. E. Hirsch, An index to quantify an individual's scientific research output, in Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 102, n. 46, pp. 16569–16572, Bibcode:2005PNAS..10216569H, DOI:10.1073/pnas.0507655102, arXiv:physics/0508025.
- ^ Lawrence Peter A., The mismeasurement of science (PDF), in Current Biology, vol. 17, n. 15, 2007, pp. R583–R585, DOI:10.1016/j.cub.2007.06.014.
- ^ Celâl. AM Şengör, How scientometry is killing science. (PDF), in GSA Today, vol. 24, n. 12, 2014, pp. 44–45, DOI:10.1130/GSATG226GW.1.
- ^ Jevin D. West et al., Author-level Eigenfactor metrics: Evaluating the influence of authors, institutions, and countries within the social science research network community, in Journal of the American Society for Information Science and Technology, vol. 64, n. 4, 2013, pp. 787–801, DOI:10.1002/asi.22790.
- ^ Pan Raj Kumar e Fortunato Santo, Author Impact Factor: Tracking the dynamics of individual scientific impact, in Scientific Reports, vol. 4, 2014, p. 4880, DOI:10.1038/srep04880, arXiv:1312.2650.
- ^ ISI Thompson, in Dizionario di economia e finanza, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2012.
- ^ (EN) Google Scholar Citations Open To All, su Google Scholar Blog. URL consultato il 13 maggio 2021.
- ^ H-Index contemporaneo, su biblioteca.bo.cnr.it.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- De Bellis, Nicola (2014) Introduzione alla bibliometria: dalla teoria alla pratica, Roma, AIB. ISBN 978-88-7812-227-7
- De Robbio, Antonella (2007) "Analisi citazionale e indicatori bibliometrici nel modello Open Access", E-LIS, 2007.
- Baccini, Alberto (2010) Valutare la ricerca scientifica. Uso e abuso degli indicatori bibliometrici, Bologna, Il Mulino, ISBN 978-88-15-13760-9