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Goezia (pratica magica)
La goezia (goezìa[1]; dal latino gŏētīa) è una pratica magica che riguarda l'invocazione e l'evocazione di demòni. Menzionata da sant'Agostino, l'origine potrebbe essere molto più antica.
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il termine deriva dal greco γοητεια (goēteia) con il significato di «incantesimo», da γοης che significa «mago», probabilmente in relazione con γοητες («gemente»), di derivazione onomatopeica, allusivo della voce lamentevole con cui si ripetono le formule magiche.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nell'antichità si contrapponeva la goezia alla teurgia, la "scienza divina", di cui essa era la controparte "nera". Con l'affermazione del Cristianesimo, le differenze tra le due scienze si ridussero, anche se i padri della Chiesa mostravano di distinguerle bene.[2]
La pratica non scomparve. Se ne trova menzione nel grimorio seicentesco Piccola Chiave di Salomone (anche noto come "Lemegeton Clavicula Salomonis"). Ed è da qui che largamente deriva l'ars goetia del moderno esoterismo.
La goezia è spiegata in particolare nella prima delle cinque sezioni del suddetto grimorio, la quale contiene descrizioni dei 72 demoni che si dice furono evocati da Salomone e da lui confinati in un vaso di bronzo sigillato con simboli magici obbligandoli a servirlo. Il grimorio fornisce dettagliate istruzioni pratiche su come costruire un vaso simile e su come invocare in modo sicuro tali entità, le quali possono essere amichevoli, indifferenti o maligne.
Un'edizione rivista in lingua inglese dell'Ars goetia fu pubblicata nel 1904 a cura del mago Aleister Crowley, e costituisce una componente chiave del suo popolare sistema magico, divenendo così uno dei più conosciuti tra tutti i grimori.
L'alchimista Patrick Burensteinas avverte tuttavia come le istruzioni di tali grimori consentano di aprire porte sull'ignoto che spesso non spiegano come richiudere.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La voce goezia sul Dizionario della lingua italiana di Niccolò Tommaseo.
- ^ Cfr. Agostino, De civitate Dei, XVIII, 8.
- ^ Patrick Burensteinas, Un alchimista racconta (2017), pp. 183-184, Roma, Edizioni Studio Tesi, 2019.
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