Gneo Sergio Fidenate Cosso

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Gneo Sergio Fidenate Cosso
Tribuno consolare della Repubblica romana
Nome originaleGnaeus Sergius Fidenas Coxo
GensSergia
Tribunato consolare387 a.C., 385 a.C., 380 a.C.

Gneo Sergio Fidenate Cosso (fl. IV secolo a.C.) è stato un politico e militare romano.

Primo tribunato consolare

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Nel 387 a.C. fu eletto tribuno consolare con Lucio Valerio Publicola, Lucio Emilio Mamercino, Lucio Papirio Cursore e Licinio Menenio Lanato[1].

I tribuni della plebe riproposero la questione dell'assegnazione dell'agro Pontino strappato ai Volsci e vennero create 4 nuove tribù, la Stellatina, la Tromentina, la Sabatina e la Arniense, portando il numero totale delle tribù a venticinque[1].

Secondo tribunato consolare

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Nel 385 a.C. fu eletto tribuno consolare con Tito Quinzio Cincinnato Capitolino, Lucio Quinzio Cincinnato Capitolino, Publio Cornelio, Lucio Papirio Cursore e Aulo Manlio Capitolino[2].

Durante l'anno il Senato nominò Aulo Cornelio Cosso dittatore, per far fronte all'ennesima minaccia portata a Roma dai Volsci e ai possibili disordini interni, dovuti alle richieste della plebe, portate avanti da Marco Manlio Capitolino.

Terzo tribunato consolare

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Nel 380 a.C. fu eletto tribuno consolare con Servio Cornelio Maluginense, Lucio Valerio Publicola, Licinio Menenio Lanato, Publio Valerio Potito Publicola[3].

L'anno fu contrassegnato dalle dispute tra patrizi e plebei sulla questione dei cittadini romani tratti in schiavitù per debiti. Dei contrasti interni provarono ad approfittarne gli abitanti di Preneste, che arrivarono fin sotto a porta Collina. Allora per scongiurare il pericolo esterno, ma anche per limitare il potere dei tribuni della plebe, il Senato nominò dittatore Tito Quinzio Cincinnato Capitolino che condusse i romani alla vittoria contro i Prenestini[4].

  1. ^ a b Tito Livio, Ab Urbe condita, VI, 5.
  2. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, VI, 2, 11.
  3. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, VI, 3, 27, nomina 6 tribuni consolari per quell'anno. L. et P. Valeriis, Lucio per la quinta volta, Publio per la terza, C. Sergio per la terza volta, Licinio Menenio per la seconda, e poi P. Papirio e Ser. Cornelio Maluginense
  4. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, VI, 3, 27-29.

Predecessore Fasti consulares Successore
Lucio Giulio Iullo, Tito Quinzio Cincinnato Capitolino,
Quinto Servilio Fidenate V, Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo II,
Lucio Aquilio Corvo, Servio Sulpicio Rufo
387 a.C.
con Lucio Valerio Publicola III, Lucio Emilio Mamercino III,
Lucio Papirio Cursore e Licinio Menenio Lanato
Marco Furio Camillo IV, Quinto Servilio Fidenate VI,
Lucio Orazio Pulvillo, Servio Cornelio Maluginense,
Lucio Quinzio Cincinnato Capitolino, Publio Valerio Potito Publicola
I
Lucio Orazio Pulvillo, Quinto Servilio Fidenate VI,
Marco Furio Camillo IV, Servio Cornelio Maluginense,
Lucio Quinzio Cincinnato Capitolino, Publio Valerio Potito Publicola
385 a.C.
con Tito Quinzio Cincinnato Capitolino,
Lucio Quinzio Cincinnato Capitolino II, Publio Cornelio II,
Lucio Papirio Cursore II, Aulo Manlio Capitolino II
Servio Cornelio Maluginense II, Marco Furio Camillo V,
Gaio Papirio Crasso, Publio Valerio Potito Publicola II,
Servio Sulpicio Rufo II, Tito Quinzio Cincinnato Capitolino II
II
Lucio Furio Medullino Fuso, Marco Furio Camillo VI, Lucio Lucrezio Tricipitino Flavo IV,
Aulo Postumio Albino Regillense, Marco Fabio Ambusto, Lucio Postumio Albino Regillense
380 a.C.
con Servio Cornelio Maluginense IV,
Lucio Valerio Publicola V, Licinio Menenio Lanato II,
Publio Valerio Potito Publicola III
Publio Manlio Capitolino, Lucio Giulio Iullo II,
Gaio Sestilio, Marco Albinio,
Lucio Antistio
III