Giovanni Nexemperger

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Giovanni Nexemperger (Graz, circa 1415Friburgo in Brisgovia/Basilea, circa 1492) è stato un architetto tedesco.

Giovanni Nexemperger fu un architetto originario di Graz, che esordì collaborando ai lavori nella cattedrale di Graz, a partire dal 1438.[1] Inoltre diresse i lavori, dal 1471 al 1478, del coro della cattedrale di Friburgo in Brisgovia e fino al 1476-1477 guidò la ricostruzione della chiesa di San Cristina a Ravensburg.[1]

Dopo lunghe trattative accolse l'invito di andare a Milano, presso la Fabbrica del Duomo, per dirigere ed eseguire alcuni lavori, quali la realizzazione del tiburio, ancora incompleto, e della lanterna principale.[2]

Dagli anni dell'allontanamento del Mignot nel 1402, la direzione dei lavori fu sempre svolta da architetti italiani, ma forse non con totale soddisfazione,[2] dato che per molti anni si effettuarono ricerche in numerose città europee per contattare un architetto straniero, che ultimasse il tiburio.[2]

In particolare, dopo la morte dell'architetto Guiniforte Solari, il 7 gennaio 1481, la Fabbrica del Duomo cercò un architetto dell'Europa del Nord, anche considerando gli sviluppi fecondi delle tecniche progettistiche e del progetto gotico in quel periodo, come dimostrarono gli articoli pubblicati dagli architetti nordici riguardanti l'argomento del passaggio tra impianto quadrato della crociera e tiburio ottagonale.[3] L'idea dei deputati della Fabbrica del Duomo era di proseguire i lavori effettuati dal Solari, perfezionandoli, nei punti dove si erano evidenziati problemi di carattere statico.[3]

Nel 1483 Giovanni Nexemperger arrivò a Milano e subito incominciò i lavori per il coronamento della fabbrica, ma la sua si dimostrò una infelice esperienza: appena terminata, la lanterna crollò, nel 1487.[2][4][5][6]

Non si posseggono informazioni precise riguardanti il progetto dell'architetto tedesco, anche se Cesare Cesariano scrisse di vari rifacimenti del tiburio a causa della sua forma ottagonale,[3] e che Bramante scrisse dell'importanza della giusta altezza in riferimento alla saldezza statica,[3] ma certamente l'opera del Nexemperger non fu trascurata nei lavori dei continuatori italiani, che tra il 1499 e il 1500 completarono la ricostruzione,[2] e che furono Gian Giacomo Dolcebuono (svizzero originario del Canton Ticino), Giovanni Antonio Amadeo e Francesco di Giorgio Martini.[2][7]

  • Lavori per la cattedrale di Graz, dal 1458;
  • Coro della cattedrale di Friburgo in Brisgovia, dal 1471 al 1478;
  • Ricostruzione della chiesa di San Cristina a Ravensburg, fino al 1476-1477;
  • Tiburio e lanterna del Duomo di Milano, dal 1483 al 1486.
  1. ^ a b (EN) The Grove Encyclopedia of Medieval Art and Architecture, Volume 1, su books.google.it. URL consultato l'11 aprile 2019.
  2. ^ a b c d e f Giovanni Nexemperger, in le muse, VIII, Novara, De Agostini, 1967, p. 277.
  3. ^ a b c d M. Rossi, Giovanni Nexemperger di Graz e il tiburio del Duomo di Milano, in Arte lombarda, n. 61, 1982, pp. 8-9.
  4. ^ Cesare Cesariano e il classicismo di primo Cinquecento, su books.google.it. URL consultato l'11 aprile 2019.
  5. ^ Disegno storico dell'arte lombarda, su books.google.it. URL consultato l'11 aprile 2019.
  6. ^ Antonio da Pandino, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 aprile 2019.
  7. ^ 9 febbraio 1498. Il «Cenacolo» svelato, su books.google.it. URL consultato l'11 aprile 2019.
  • Annali della Fabbrica del Duomo, II, Milano, 1877.
  • G. L. Calvi, Notizie sulla vita e sulle opere dei principali architetti, scultori e pittori che fiorirono in Milano durante il governo dei Visconti e degli Sforza, II, Milano, 1865.
  • G. Mongeri, Bramante e il Duomo, in Archivio storico lombardo, V, 1878, p. 543.
  • C. Romussi, Le Dôme de Milan, Milano, 1910.
  • M. Rossi, Giovanni Nexemperger di Graz e il tiburio del Duomo di Milano, in Arte lombarda, n. 61, 1982, pp. 8-9.
  • Il Duomo di Milano, vol. 2, Milano, 1973.
  • Duomo oggi. La Fabbrica storia e realtà, Milano, 1986.
  • Il Duomo di Milano: dizionario storico artistico e religioso., NED, 1986, ISBN 8870231135, OCLC 16130626.

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