Coordinate: 38°28′04.8″N 16°26′56.04″E

Eremo di Santa Maria della Stella (Pazzano)

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Eremo di Santa Maria della Stella (Pazzano)
Grotta di Monte Stella
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneCalabria
LocalitàPazzano
Coordinate38°28′04.8″N 16°26′56.04″E
ReligioneCattolica
TitolareMaria
Diocesi Locri-Gerace
Storia e leggenda dell'eremo del prof. Elia Fiorenza
Raffigurazione della comunione di santa Maria Egiziaca

«Accui nci cerca grazzia nci nda duna
cu avi u cori offisu nci lu sana
E io, Madonna mia nda ciercu una
nchianati 'n paradisu st'arma sana[1]

L'eremo di Santa Maria della Stella o santuario di Monte Stella, situato sul monte omonimo nel territorio del comune di Pazzano, nella città metropolitana di Reggio Calabria, è un santuario creato all'interno di una grotta.

Convento

Il primo documento sulle l'eremo sarebbe il Codice greco 598 di Parigi, contenente le opere di Sant'Efrem diacono, e composto dal monaco Michele[2] che sarebbe stato copiato nel 1049 in Santa Maria di Stilo quando faceva della grangia del Monastero di San Giovanni Theristis[3]. Con le incursioni saracene, Cristodulo, che era l'egumeno dell'eremo, fuggì a Patmos[3]. Con la fine dell'invasione saracena, Paolo, successore di Cristodulo, tornò a Stilo riportando molti manoscritti che costituirono parte della biblioteca di Santa Maria[3].

Secondo lo studioso Di Gangi invece quel codice poiché racconta dell'igumeno dell'eremo Cristodulo che all'arrivo dei saraceni dovette dal monastero di Santa Maria di Stilo fuggire all'isola di Patmo, nel mar egeo, non descriverebbe l'eremo di Monte Stella e neanche Santa Maria di Stilo farebbe riferimento a Stilo in Calabria ma a qualche altra istituzione religiosa nei dintorni dell'isola di Patmo[3].

I primi dati storici si attestando da un brebion[4] del 1050[3]. Dal 1096, durante il periodo normanno, l'eremo di Santa Maria diventa un monastero minore, come si evince da un documento del conte Ruggero I, che cedette al vescovo di Squillace, Giovanni Niceforo, l'abbazia di San Giovanni Theresti di Bivongi, l'abbazia di San Leonte, la chiesa di San Nicola e Santa Maria della Stella[2].

Nel 1522 il monastero diventa santuario e vi fu collocata per la prima volta la statua della Madonna della Stella o Madonna della Scala. Si pensò fosse origine gaginesca, ma nuovi studi riferiscono con certezza che sia stata scolpita dal siciliano Rinaldo Bonanno per la somiglianza con altre sue opere.

Da eremo di Chiesa bizantina diventa così col passare degli anni santuario della Chiesa cattolica, e le vecchie icone bizantine vengono abbandonate, e mai più recuperate ancora ai giorni nostri, in favore della statua della Madonna della Stella.

Nel secolo XV il Santuario diventa indipendente da San Giovanni Theresti e i basiliani (Grancia dell'ordine di San Basilio) abbandonarono l'eremo (1670) anche se rimane all'ordine di San Basilio fino al 1946. Il primo parroco si suppone sia stato Marcello Jhodarelli nel 1670.

Nel 1691 viene descritto nel XVIII paragrafo dell'Appendice III: Delle Sagre Immagini Della Calabria illustrata di Giovanni Fiore da Cropani[5][3].

Nell'archivio di stato di Napoli, nel catasto onciario di Stilo del 1743 compare la Cappellania manuale di Santa Maria della Stella[3]. Nel 1098 è presente nel catasto rustico di Pazzano come partita n.323 intestata al romitorio di Santa Maria della Stella e di cui facevano parte un aratorio, una casa rurale con caprile, un querceto, una vigna ed un'area adibita a pascolo[3]. Con una legge del 1867 la proprietà ecclesiale passo al comune di Pazzano[3].

Nel 1965 don Mario Squillace, parroco di Pazzano, scrive un libro interamente dedicato all'eremo: L'eremo di S. Maria della Stella e nel 1998 nella raccolta di poesia A terra mia Giuseppe Coniglio gli dedica la poesia A stida.

Madonna dell'Apocalisse, Autore serrese ignoto

Vi si accede scendendo una lunga scalinata (62 scalini) scavata nella pietra. Nel santuario si trovano, oltre alla statua della Madonna, i dipinti con l'Immacolata Concezione, la Santissima Trinità, l'adorazione dei pastori. Di particolare interesse il frammento di un affresco di arte bizantina, raffigurante santa Maria Egiziaca che riceve l'eucaristia dal monaco Zosimo. L'affresco si ritiene sia del X-XI secolo, per la particolare caratteristica delle ciocche disordinate della capigliatura della santa; il raffigurare poi una santa anziché un santo, fa pensare che vi sia stato per un certo periodo un eremitismo femminile. All'interno della grotta vi sono rappresentazioni della Trinità, di Cristo, dell'Arcangelo Michele e la pietà[1].

Processione del quadro della Madonna il 15 agosto 2010

Il 15 agosto di ogni anno si effettua un pellegrinaggio alla grotta santuario della Madonna della stella e celebra l'Assunzione della Madonna che ricorda la festa della Dormitio Virginis bizantina.

Si sale per una strada di montagna (per sole persone) con una forte pendenza a partire dalla "Fontana vecchia" del comune di Pazzano e vi si arriva quasi in cima nei pressi della grotta.

La festa viene già descritta il 17 agosto del 1901 in un articolo di Bruno D'Alteno sulla rivista "La Calabria" come un evento importante per tutta la vallata dello Stilaro, con pellegrini provenienti da tutta la Calabria e talvolta anche dalla Sicilia. Fin dalla sera del 13 agosto giungono pellegrini al grido di "VIva Maria".[6].

Leggenda sulla statua della Madonna

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Madonna della Stella, in dialetto pazzanese: A Madonna da Stida

Le leggenda della statua della Madonna di Monte Stella viene riportata per la prima volta da Giovanni Fiore da Cropani alla fine del XVII secolo nella sua opera Della Calabria illustrata[5][7].


Riporteranno successivamente, in tempi recenti, i giornalisti Edoardo Pisani e Bruno d'Alteno. Si racconta che la nave che viaggiava per Messina nella quale era imbarcata la statua della Madonna, inspiegabilmente si fermò a Monasterace. Da essa partì una luce rivolta verso la grotta di Monte Stella. Dei pastori videro lo strano fenomeno, e la stessa Madonna che sopra un carro trainato da buoi si dirigeva verso la grotta. Quando arrivò, iniziò a sgorgare acqua dalla grotta, e vennero portate due giare per raccoglierla. Esse, però miracolosamente non si riempivano mai. All'acqua, come alla Madonna, furono attribuiti poteri taumaturgici[8][6].

«E sopra il monte scese rilucente
l'astro di fiamma nella notte chiara
di un immortale tremito di stelle.
Quando tra i cerri e i frassini del monte
la solitaria porpora del sole
tinse le rocce pendule dell'antro,
s'effuse un inno di commosso amore
che lungo i freschi rivolti correnti
discese a valle, dilagò da monte
a monte, diventò battito insonne
da mare a mare: sul dolore umano
ora la dolce Vergine Maria
nella quiete del profondo speco
le bianchi mani alla preghiera giunge
soavemente: e l'odono i mortali,
curvi nell'ombra della fosca sera»

Canzoni dedicate alla Madonna della Stella

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Canzone della leggenda di Maria di Montestella cantata da Maria Bombardiere
canzone per la Madonna di Monte Stella
Monastero di Monte Stella 2016
Insegna
Comignolo

Nel libro di Giovanni Fiore da Cropani, Della Calabria illustrata si trova il testo di questa canzone, cantata dai devoti di Stilo che andavano all'eremo di Santa Maria della Stella.

Di seguito la canzone in dialetto calabrese dei pellegrini di Brognaturo (VV) che si dirigono a Riace alla festa dei santi Cosma e Damiano che intonano un canto anche alla Madonna di Monte Stella[10]:

(dialetto di Brognaturo)

«Simu li pellegrini di Brignaturi jamu a Riaci pemmu mi trovamu i santi Cuoscimu e Domianu
pe grazia ricevuta li veneramu
la strada faciendu nce na muntagnella a li suoi piedi nce na grotticella
da dintra li pellegrini di Brignaturi si misaru a prigari e a cantari d'amuri
ca da nce na madonna tantu bedda, è la Madonna di Monte Stella
io na grazia ti cercu Madonna mia
qua non c'è odiu ne
qua nc'esta sempri gioia e amuri
e ogni annu vi viegnu a trovari
u 24 settembri nui ni vidimu
a menzanotta la missa ti cantamu
quandu all'arba nui mi ndi jamu
dintra lu curi nui ti portamu
pecchì tu si la mamma tantu bella
si la Madonna di Monte Stella
e tu si la mamma di lu Divinu
e si la mamma di lu pellegrinu
e si la mamma di stru pellegrinu»

(IT)

«Siamo i pellegrini di Brognaturo, andiamo a Riace per trovare i santi Cosma e Damiano
per grazia ricevuta li veneriamo
strada facendo c'è un monte e ai suoi piedi una piccola grotta
lì dentro i pellegrini di Brognaturo si sono messi a pregare e a cantare d'amore
che lì c'è una madonna tanto bella, è la Madonna di Monte Stella
io una grazia ti cerco Madonna mia
qua non c'è odio
ci sta sempre gioia e amore
e ogni anno vi vengo a trovare
il 24 settembre noi ci vediamo
a mezzanotte la messa ti cantiamo
quando all'alba noi ce ne andiamo
dentro il cuore noi ti portiamo
perché tu sei la mamma tanto bella
sei la Madonna di Monte Stella
e tu sei la mamma del Divino
e sei la mamma del pellegrino
e sei la mamma di questo pellegrino»

Qui la laude riportata da Bruno D'Alteno nel suo articolo della rivista "La Calabria" nel 1901[6]:

(dialetto pazzanese)

«Ch'è bella la Madonna de la grutta
La santa matra e l'avvocata nostra
ida s'acconsa sutta a chida grutta,
pe dispensara grazi è fatta apposta
ad ogni guerra la paci nc'aggiusta
ch'è bella la Madonna de la grutta!
Li marinai spargiru sudura
pe' varari la barca e non varava
li marinai epparu paura,
e la Madonna subitu calaru
supa nu carru si misa npersuna
e cu dui jenchi muntagni hjaccava
lu cauddu chi facia la gran calura
ed acqua on avia pemmu si lava
Nci hjiru l'uocchji nta na timpa nuda
miraculu cumparsa na funtana.
Subbitu vinna l'uordoni de Roma
mu si cunsacra e mu si tena cara,
la lampa notti e jorna mu s'aduma
la cira mu si accatta e mu si paga.
O rimiti chi guardi sa Rigina,
guardala de bon cori, ca ti ama»

(IT)

«Che bella la Madonna della grotta
La santa madre e l'avvocata nostra
lei dimora sotto quella grotta
per dispensare grazie è fatta apposta
ad ogni guerra, litigio la pace fa
ch'è bella la Madonna della grotta
I marinai sparsero sudore
per varare la barca che non varava
i marinai ebbero paura
e la Madonna immediatamente fecero scendere
si mise su un carro in persona
e con due vacche attraversava montagne
il caldo che generava calore
e non aveva acqua per lavarsi
Scorse in un dirupo di roccia viva
miracolo, comparve una fontana
Subito venne un ordine da Roma
di consacrarla e di tenerla "cara"
di accendere una lampada giorno e notte
di comprare e pagare la cera.
O eremita che guardi questa Regina
guardala con buon cuore, che ti ama»

  1. ^ a b Santi eremiti italogreci: grotte e chiese rupestri in Calabria Di Giovanni Musolino, su books.google.it. URL consultato il 14 marzo 2009.
  2. ^ a b Luigi Cunsolo, La storia di Stilo e del suo regio demanio, Roma, Gangemi Editore, 1987, p250-251.
  3. ^ a b c d e f g h i Fiorenza 2018
  4. ^ Rotolo di pergamena usato per la stesura di documenti
  5. ^ a b Giovanni Fiore Da Cropani, Della Calabria Illustrata, a cura di Ulderico Nisticò, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 200, p. 440, ISBN 88-7284-977-2.
  6. ^ a b c La Madonna de la Stella di Bruno D'Alteno, rivista La Calabria, 17 agosto 1901
  7. ^ Della Calabria Illustrata Tomo II, su Google Libri. URL consultato l'8 maggio 2017.
  8. ^ Madonna De la Stella, articolo redatto da uno studioso stilese e pubblicato nel settembre 1901 su LA CALABRIA: rivista di letteratura popolare
  9. ^ Don Mario Squillace, Eremo di S. Maria della Stella, Edizione Grottaferrata, 1965, p26-27.
  10. ^ Santi medici Cosma e Damiano Riace, YouTube
Convento di Monte Stella a Pazzano
  • Giovanni Fiore, Della Calabria illustrata Tomo II, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2000.
  • Don Mario Squillace, L'eremo di S. Maria della Stella, 1965.
  • E. Barillaro, Calabria. Guida artistica e archeologica, 1972.
  • Don Enzo Chiodo, La stella sulla vetta - L'eremo di S.Maria della Stella tra storia e spiritualità, 1996.
  • L'eremo di Santa Maria della Stella nell'area bizantina dello Stilaro. Storia arte e spiritualità, 2000.
  • M. PANARELLO - A. FULCO, Dalla natura all'artificio. Villa Caristo dai Lamberti ai Clemente. Strategie insediative tra economia e potere nel Regio Demanio di Stilo, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2015, ISBN 978-88-498-4315-6.
  • Elia Fiorenza, L'eremo di Santa Maria della Stella, Reggio Calabria, Laruffa Editore, 2018, ISBN 978-88-7221-906-5.

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