Edith Fischhof Gilboa

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Edith Fischhof Gilboa in una foto del 2021 ospite a Sonnino presso il Museo delle terre di confine[12]

Edith Fischhof Gilboa (Vienna, 5 giugno 1923[1]) è una giornalista e scrittrice austriaca, ebrea superstite dell'Olocausto, attiva testimone della Shoah[2][3] e costante relatrice nei Giorni della Memoria in diversi luoghi d' Italia[4][5][6] e in altri paesi europei[7][8][9]. Lo storico d'arte e accademico Alessandro Masi, Segretario generale della Società Dante Alighieri nel 2018 espresse sulle attività della Gilboa il seguente giudizio:«Edith Fischhof Gilboa, 94 anni, ebrea dalla memoria prodigiosa e dell'argento vivo in corpo»[10][11].

Edith Fischhof e Paul Gelbein a Tel Aviv nel 1948

Nasce a Vienna nel 1923 da papà Richard, sarto, e mamma Berta, insegnante. La sua famiglia è composta anche dalla sorella maggiore Trude. A soli 11 anni insieme a tutta la sua famiglia sarà costretta a passare la sua adolescenza e giovinezza, anziché sui libri di scuola, nella fuga da una città all'altra per sottrarsi alla cattura dei fascisti italiani. Per sfuggire alle leggi razziali promulgate in Austria, la famiglia di Edith scappa a Fiume nel 1934[13], ma nel 1938 anche in Italia vengono approvate le leggi razziali. Il Regno d'Italia infatti prima con il Trattato di Roma e poi con la Convenzione di Nettuno il 20 luglio 1925, aveva annesso lo Stato libero di Fiume[14].

Nonostante la fuga, nel giugno 1940 viene arrestato prima il padre di Edith e nei cinque giorni a seguire anche tutto il resto della famiglia che sarà costretta ad abbandonare Fiume con un viaggio in treno per destinazione Viterbo.[13]

Da qui vengono poi trasferite al campo di internamento di Ferramonti di Tarsia,[13] dove si riunisce la famiglia al completo. Nell'estate del 1941 viene trasferita di nuovo con destinazione San Martino dei Calvi, un paese in provincia di Bergamo.[13] È qui che la famiglia di Edith incontra Giuseppe Ippoliti, all'epoca brigadiere e comandante della stazione di zona, e la moglie Teresina Zani. Le due famiglie entrano in simpatia, e grazie a questo rapporto duraturo Giuseppe Ippoliti si offre di aiutare la famiglia.[15] Per aver prestato incondizionato aiuto a Edith e alla sua famiglia a rischio della propria vita, Ippoliti e la moglie nel 2019 saranno riconosciuti da Yad Vashem come Giusti tra le nazioni.[16][17][18][19]

Vive insieme alla sorella con i nomi Lidia (Edith) e Rita (Trude) Fiscotti, come sfollate rifugiate dai falsi parenti, a Pontevico. Dopo qualche tempo, Edith e Trude, si rifugiano presso le suore del convento di Sant'Angela, lavorando come sarte.

Nel 1945, Edith e Trude si trasferiscono con la madre a Milano,[20] in affitto in uno stabile tenuto dal Joint.[21] In seguito conosce e sposa Paul Gelbein, il 15 febbraio 1946 salpa da Venezia verso la Palestina sulla nave da guerra statunitense Colorado Springs per raggiungere il marito. Nel 1950 nasce il primo figlio e nel 1955 nasce la seconda.

Attiva testimone della Shoah

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«Malgrado il mio guardaroba scadente e gli zoccoli ai piedi trovai anche l’amore. Mi innamorai di Wolf, un prigioniero tedesco di 20 anni, studente di filosofia. Non era un fusto, ma si presentava bene. Aveva riccioli neri e un sorriso affascinante. Nel campo non potevamo incontrarci, ma Wolf, dopo alcune ricerche, riuscì a trovare un angolo nascosto dove vederci. Abbracci e baci. Eravamo felici, vivevamo la nostra gioventù»

Edith con la sua famiglia vive dal 1997 a Kfar Saba ovvero a circa 20 chilometri da Tel Aviv in Israele[23][24]. A giugno 2022 ha compiuto 99 anni. Ciò nonostante la sua instancabile opera di testimonianza della Shoah continua in diversi paesi del mondo coinvolgendo scolaresche di qualsiasi tipo e grado[25] e presenziando come relatrice a diversi convegni,[26] fra i quali anche il 28° seminario di Yad Vashem a Gerusalemme[27] come anche alla celebrazione annuale del Giorno della Memoria, nel giorno della Memoria del 2018 ha presenziato al Campo di internamento di Ferramonti di Tarsia, un luogo che Edith continua a ricordare per la generosità mostrata dagli abitanti di Tarsia durante il periodo del suo internamento e di quello della sua famiglia.[28]

Ottobre 2022ː ambasciatrice alla commemorazione dei chassidim delle nazioni in Italia

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Rafi Sa'ar sindaco della città israeliana in cui vive Edith Fischhof Gilboa ha affermato in una intervista apparsa sul giornale israeliano Time.News che «[Edith] che compie 100 anni, è andata a rappresentare Kfar Saba alla cerimonia di commemorazione dei chassidim delle nazioni in Italia», ricordando che la sua è stata «[...] una storia di famiglia, di donazione, spirito combattivo e grande coraggio. È partita per l'Italia giovedì scorso, per una cerimonia che si è svolta nella città di Pontevico in provincia di Brescia in Italia, per commemorare Giuseppe Ippoliti che ha salvato la sua vita e la vita di sua sorella. Alla cerimonia, la polizia locale ha suonato l'inno nazionale Hatikvah, in onore di Edith».
Edith nell'occasione ha commentato:«Vivo con la sensazione di una grande missione e faccio tutto il possibile per raccontare la mia storia e quella dei miei familiari e la storia del popolo ebraico. Purtroppo negli ultimi anni abbiamo assistito alla rinascita dell'antisemitismo in Europa, tra l'altro in Italia [...] sento un grande obbligo di viaggiare di nuovo per raccontare e ricordare quello che abbiamo vissuto nell'Olocausto, affinché non accada di nuovo. Sono felice e orgogliosa di essere un residente di Kfar Saba e di rappresentarla».[24]

Riconoscimenti

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  • Comune di Tarsia, Cittadinanza onoraria, 27 gennaio 2012.[29]
  • Vienna, ̈Targa commemorativa a Edith Gilboa esposta nel maggio 2008 nella nota e centralissima Heldenplatz (Piazza degli Eroi), la stessa piazza che nel 1938 vide come oratore Adolf Hitler annunciare alla folla riunita l'annessione dell'Austria al Terzo Reich.[30]
  • Sonnino, Cittadinanza onoraria, 28 gennaio 2023.[31]
  1. ^ Fischof-Gilboa in Ugo Mursia editore, su mursia.com. URL consultato il 28 ottobre 2022.
  2. ^ Presentazione del libro "Vivrò libera nella terra promessa" di Edith Fischhof Gilboa - Sala convegni Castello Caetani, su comunedifondi.it. URL consultato il 28 ottobre 2022.
  3. ^ Edith Fischhof Gilboa, sopravvissuta alla Shoah, torna a San Lorenzo Nuovo, su orvietonews.it. URL consultato il 28 ottobre 2022.
  4. ^ Giornata della Memoria - 27 gennaio 2011 (PDF), su www1.interno.gov.it. URL consultato il 28 ottobre 2022.
  5. ^ Giorno Memoria:a 18 anni trovò amore in campo internamento, su ansa.it. URL consultato il 28 ottobre 2022.
  6. ^ A Ferramonti la Memoria è viva (PDF), su fondazionepremiogrillo.it. URL consultato il 28 ottobre 2022.
  7. ^ Besuch von Edith Fischhof-Gilboa, einer zeitzeugin des Holocaust, su heustadelgasse.at. URL consultato il 28 ottobre 2022.
  8. ^ Edith Gilboa buchprasentation, su schuberttheater.at. URL consultato il 28 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2022).
  9. ^ Edith Fischhof-Gilboa: Die Farben des Regenbogens am Meer - ein jüdisches Mädchen überlebt den Holocaust, su falter.at. URL consultato il 28 ottobre 2022.
  10. ^ Vivrò libera nella Terra Promessa. In un libro la testimonianza di una giovane ebrea del campo di Ferramonti di Ferramonti di Tarsia, su ladante.it. URL consultato il 29 ottobre 2010.
  11. ^ Avvenire del 7 febbraio 2018
  12. ^ Sonnino: Incontro con Edith Fischhof Gilboa, su compagniadeilepini.it. URL consultato il 29 ottobre 2010.
  13. ^ a b c d Personal file of FISCHHOF, BERTA, su collections.arolsen-archives.org.
  14. ^ - Accordi di Nettuno, Italia - Regno serbo-croato-sloveno, 20 luglio 1925, su prassi.cnr.it. URL consultato il 16 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2009).
  15. ^ Gilboa, p. 99.
  16. ^ Latina, salvarono due sorelle ebree dai nazisti: brigadiere e la moglie riconosciuti Giusti tra le nazioni, su roma.repubblica.it. URL consultato il 28 ottobre 2022.
  17. ^ Righteous Among the Nations Honored by Yad Vashem by 1 January 2020 (PDF), su yadvashem.org.
  18. ^ The Righteous Among the Nations Database - Ippoliti Giuseppe & Teresa (Zina), su righteous.yadvashem.org. URL consultato il 28 ottobre 2022.
  19. ^ La storia del brigadiere che salvò due sorelle ebree a Pontevico, su giornaledibrescia.it. URL consultato il 29 ottobre 2022.
  20. ^ Personal file of FISCHHOF, BERTA, su collections.arolsen-archives.org. URL consultato il 27 gennaio 2023.
  21. ^ Gilboa, p. 148.
  22. ^ Edith Fischhof Gilboa, sopravvissuta alla Shoah, incontrò l’amore a Ferramonti, su quicosenza.it. URL consultato il 29 ottobre 2022.
  23. ^ Zeitzeugenbesuch in der 4c - Wien (visita di una testimone oculare in 4c - Vienna), su spallartgasse.at. URL consultato il 29 ottobre 2022.
  24. ^ a b The Holocaust survivor from Kfar Saba went to Italy for a ceremony in memory of the man who saved her (La sopravvissuta all'Olocausto di Kfar Saba si è recata in Italia per una cerimonia in memoria dell'uomo che l'ha salvata), su time.news. URL consultato il 30 ottobre 2022.
  25. ^ Giornata della memoria, al V.Veneto Edith Gilboa (PDF), su sonnino.info.
  26. ^ Emozioni forti nell’incontro con Edith Fischhof Gilboa (PDF), su sonnino.info.
  27. ^ Das 28. Seminar fand vom 11.-24. Juli 2015 unter der Leitung von Mag. Almud Magis und Mag. Axel Schacht statt, su erinnern.at. URL consultato il 29 ottobre 2022.
  28. ^ Giornata della Memoria, il programma delle manifestazioni al Campo di Internamento di Ferramonti di Tarsia, su lametino.it. URL consultato il 29 ottobre 2022.
  29. ^ I giorni della memoria a Ferramonti di Tarsia, su provincia.cs.it. URL consultato il 9 ottobre 2021.
  30. ^ (DE) Die Gedenktafel von Edith Gilboa wurde im Mai 2008 am Wiener Heldenplatz ausgestellt., su lettertothestars.at. URL consultato il 29 ottobre 2022.
  31. ^ Incontro con Edith, su sonnino.info. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  32. ^ La bibliografia degli Ebrei stranieri internati in Italia durante il periodo bellico a cura di Anna Pizzuti, su annapizzuti.it. URL consultato il 29 ottobre 2022.
  33. ^ Farben des Regenbogens am Meer, p. 9 (PDF), su ifz-muenchen.de. URL consultato il 1º novembre 2022.
  34. ^ Farben des Regenbogens am Meer, su opac.ifz-muenchen.de. URL consultato il 1º novembre 2022.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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