Indice
Deilephila elpenor
Sfinge della vite | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Superphylum | Protostomia |
Phylum | Arthropoda |
Subphylum | Tracheata |
Superclasse | Hexapoda |
Classe | Insecta |
Sottoclasse | Pterygota |
Coorte | Endopterygota |
Superordine | Oligoneoptera |
Sezione | Panorpoidea |
Ordine | Lepidoptera |
Sottordine | Glossata |
Infraordine | Heteroneura |
Divisione | Ditrysia |
Superfamiglia | Bombycoidea |
Famiglia | Sphingidae |
Sottofamiglia | Macroglossinae |
Tribù | Macroglossini |
Sottotribù | Choerocampina |
Genere | Deilephila |
Specie | D. elpenor |
Nomenclatura binomiale | |
Deilephila elpenor (Linnaeus, 1758) | |
Sinonimi | |
Sphinx elpenor |
La sfinge della vite (Deilephila elpenor (Linnaeus, 1758)) è un lepidottero appartenente alla famiglia Sphingidae, diffuso in Eurasia e recentemente introdotto in America Settentrionale.[1][2]
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Larva
[modifica | modifica wikitesto]Il bruco esce dall'uovo dopo circa dieci giorni dalla sua deposizione; alla nascita è verde e lungo circa 4-5 mm, e presente un "corno" nella parte terminale del corpo. La larva giovane si nutre sia di giorno, sia di notte; a riposo, sta distesa e mimetizzata sulla faccia inferiore della foglia[2]. Si nutre principalmente su piante dei generi Epilobium e Galium; in Europa settentrionale è documentato anche su Fuchsia, Impatiens, Lythrum, Calla, Menyanthes, Lonicera; in Europa meridionale, Vitis, Parthenocissus, Circaea, Oenothera, Arisaema, Polygonum, Daucus, Lysimachia, Rumex[2].
Man mano che cresce, comincia a nutrirsi completamente esposto e, quando non mangia, si ritira alla base della pianta; alla fine dello sviluppo il bruco raggiunge i 70-80 mm e generalmente cambia colore in marrone, ma può anche restare verde o, in casi rari, assumere una tonalità grigio-blu[2] (non è chiaro perché un bruco assuma uno di questi colori piuttosto che un altro, ma la ragione è probabilmente genetica[3]). A questo punto il bruco s'impupa, formando un bozzolo al suolo con terra o detriti.
Particolare è il comportamento difensivo del bruco: se minacciato, la testa e i tre segmenti toracici si ritirano, gonfiandoli, dentro i primi due segmenti addominali, sui quali appaiono due macchie a forma di occhio; ciò spaventa predatori anche di grandi dimensioni; è inoltre capace di nuotare[2].
Pupa
[modifica | modifica wikitesto]La pupa è lunga 35-47 mm, di colore marrone striato di marrone scuro. La pupa è molto attiva, e spesso si libera del bozzolo ancor prima di schiudersi; è inoltre stato dimostrato che, se immersa in acqua o sottoposta ad alta umidità, riesce a liberarsi dal bozzolo protettivo molto velocemente grazie ad una serie di spine posizionate sui tre segmenti addominali monili[2]. La pupa può svernare e aprirsi l'anno successivo[2].
Adulto
[modifica | modifica wikitesto]L'adulto, di colore rosa e khaki, ha un'apertura alare di 60-75 mm ed è piuttosto inconfondibile rispetto ad altre specie dello stesso genere, eccettuata Deilephila rivularis[2]. Di giorno sta nascosto tra il fogliame, e prende il volo a notte inoltrata, depositandosi su fiori dei generi Lonicera, Silene, Buddleja e Valeriana[2].
L'accoppiamento avviene verso mezzanotte e dura circa due ore; la femmina comincia a deporre uova subito dopo e per diverse notti consecutive, raggiungendo il centinaio; le uova sono sferoidali (1.5x1.2 mm), e vengono deposte singolarmente o in paia sotto le foglie delle piante ospiti[2].
Molto attratto dalla luce, appare in genere dalla fine di maggio all'inizio di luglio; nell'Europa meridionale una seconda generazione avviene tra metà e fine agosto[2].
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]La sfinge della vite è diffusa in gran parte dell'Europa temperata. Diffusa in Sicilia ed è stata segnalata in Sardegna ma anche lungo tutte le coste della penisola italiana, in gran parte della penisola iberica, in Ucraina (compresi Crimea e basso Volga), Caucaso, Turchia e, nella Russia europea, fino all'oblast' di Arcangelo e a Uchta; procedendo verso oriente, è stata rinvenuta negli Alborz, in Kazakistan, Uzbekistan, Pakistan settentrionale, Siberia occidentale e meridionale, Jacuzia meridionale, nei monti Altai e nell'estremo oriente russo, in Giappone, Corea, gran parte della Cina e nelle isole Curili e Sachalin. Recente la sua introduzione nella Columbia Britannica meridionale[2].
Si può trovare generalmente nelle piane alluvionali formate dai corsi d'acqua, ma è segnalata anche nelle radure umide, nei solchi delle ferrovie e negli spazi incolti intorno ai centri abitati; sulle Alpi raggiunge i 1.500 metri di altitudine[2].
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Robinson, Lepidoptera Genetics: International Series of Monographs in Pure and Applied Biology: Zoology, Elsevier, 2013.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Deilephila elpenor
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