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Complesso di Sant'Andrea delle Dame
Sant'Andrea delle Dame | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Località | Napoli |
Indirizzo | Piazzetta Sant'Andrea delle Dame, 9 |
Coordinate | 40°51′10.84″N 14°15′09.18″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | XVI secolo |
Inaugurazione | 1587 |
Stile | barocco |
Uso | università |
Il complesso di Sant'Andrea delle Dame è un edificio di Napoli, situato nell'omonima piazzetta. È sede della facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Venne fondato da quattro nobildonne, figlie del notaio Andrea Palescandolo, le quali, avendo preso i voti nel 1580, istituirono un convento dell'ordine agostiniano dedicato a sant'Andrea, da allora chiamato "delle Dame".
Mentre la costruzione del monastero è stata attribuita al teatino Francesco Grimaldi, la Platea ha rivelato quale autore il fratello delle quattro dame, frate teatino, Marco, coadiuvato dal confratello Valerio Pagano, a spese della famiglia Palescandolo. Dai registri del monastero conosciamo i nomi di un gruppo di maestri fabbricatori (Bartolomeo Cantone, Felice Antonio Giordano, Antonio Verniero e Allegro di Amato). Il nuovo edificio venne inaugurato il 7 marzo del 1587 e il chiostro venne terminato nei primi anni del XVII secolo.[1] Nel 1748 la "Torretta reale", un chiostro belvedere, venne progettato dall'architetto Costantino Manni: per la sua realizzazione le monache entrarono in lite con il confinante monastero di San Gaudioso. La disputa si concluse con la mediazione della regina Amalia Valpurga.[2]
Il monastero è stato soppresso durante l'occupazione francese di Napoli e nel 1884 la chiesa annessa fu chiusa al culto. I bombardamenti che colpirono Napoli durante la seconda guerra mondiale non risparmiarono la struttura, ma il complesso ha ancora mantenuto i suoi tratti originari. Divenne infine una sede dell'Università degli studi di Napoli e, dopo lo scorporo della facoltà di medicina, è sede del polo napoletano della stessa facoltà della Università della Campania Luigi Vanvitelli.
Nel 2004 la chiesa è stata restaurata.
La chiesa
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa sorse in corrispondenza della primitiva acropoli greca, in un sito, dove in seguito vennero eretti numerosi altri complessi e conventi, fino a formare una vera e propria cittadella. All'origine, era situata all'interno della struttura, mentre ora vi si accede direttamente dalla strada. La pianta è rettangolare, rispettando quindi i canoni della Controriforma. Internamente la chiesa conserva affreschi di Belisario Corenzio, uno dei pittori che dopo il Concilio di Trento operarono il rinnovamento della precedente tradizione iconografica. I vividi colori dei dipinti richiamano le scuole fiamminga e veneta.
Vi si trova inoltre un altare con intarsi di madreperla, opera di Dionisio Lazzari. Le statue marmoree sono opera di Pietro Ghetti, mentre la tela collocata sulla volta è di Giacinto Diano e il pavimento maiolicato di Ignazio Giustanini. La tavola del Martirio di sant'Andrea, di Giovan Filippo Criscuolo presenta una cornice marmorea cinquecentesca. Il presbiterio venne realizzato nel XVIII secolo.
Il chiostro
[modifica | modifica wikitesto]Il progetto del chiostro prevedeva la creazione di un luogo luminoso e spazioso, con alti pilastri di piperno sormontati da arcate della stessa pietra, che reggevano un corpo di fabbrica adibito a dormitorio. Sulla facciata esterna vennero dipinte finte colonne e finte arcate di piperno con le loro decorazioni, incarico affidato al fiammingo Pietro Mennes.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Nel 1604, terminato il terzo lato, si iniziava a costruire il quarto.
- ^ Nei registri del convento si ricordano 48 ducati "offerti a quattro persone di palazzo per avere la protezione della regina" e altri 180 ducati donati ad un "gran personaggio di distinzione per rimuovere la regina dalla cattiva opinione che stava per questa causa".
- ^ L'incarico ricevuto era quello di "pintare [...] da la parte de fore di ogni pilastro [...] una colonna con li soi ornamenti de sopra, et le finte de le arcate de l'una parte et de l'altra de piperno con li ornamenti".
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Maria Rosaria Costa, I chiostri di Napoli, Tascabili Economici Newton, Roma, 1996, ISBN 88-818-3553-3
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Complesso di Sant'Andrea delle Dame
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- La chiesa di Sant'Andrea delle Dame su Napoligrafia, su napoligrafia.it.