Clarice Tartufari

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Clarice Tartufari

Clarice Gouzy, sposata Tartufari (Roma, 14 febbraio 1868Bagnore, 3 settembre 1933), è stata una scrittrice italiana.

Dopo aver conseguito il diploma magistrale si sposa e si trasferisce a Bagnore sul Monte Amiata, in provincia di Grosseto, dove trascorrerà quasi tutto il resto della sua vita.

Inizia la carriera di scrittrice con bozzetti, poesie e racconti pubblicati in piccoli opuscoli tirati in poche copie (detti plaquettes) o su riviste. L'esordio in campo letterario avviene con la pubblicazione del volume Versi nuovi (1894), che non gode di particolare successo, a cui seguirà una seconda raccolta di poesie intitolata Vespri di maggio (1896).

In seguito scrive, per una quindicina d'anni, opere teatrali, tra le quali: Modernissima (1900), Dissidio (1901), Logica (1901), Arboscelli divelti (1903), L'eroe (1904), La salamandra (1906), Suburra, Lucciole sulla neve (1907) e Il marchio (1914).

Decisamente più importante è la sua produzione narrativa, dove la Tartufari riesce a dare il meglio di sé, al punto che Benedetto Croce arriva a reputarla superiore a Grazia Deledda[1][2]. Tra i suoi romanzi più importanti: Roveto ardente (1901), molto apprezzato da Luigi Capuana, Il miracolo (1909), che fu particolarmente elogiato in Germania, All'uscita del labirinto (1914), che Giovanni Boine giudicò positivamente, e Ti porto via! (1933)[3].

Morì il 3 settembre 1933 a Bagnore.

Una via di Roma, nel IX Municipio, zona Castel di Decima, è intitolata al suo nome.[4]

  1. ^ Benedetto Croce, La letteratura della nuova Italia, vol. VI, in Laterza, Bari, 1940, p. 323.
  2. ^ Paolo Alberti, Clarice Tartufari, in liberliber.it. URL consultato il 4-2-2018.
  3. ^ Carlo D'Alessio, GOUZY, Clarice, in treccani.it, 2002. URL consultato il 4-2-2018.
  4. ^ Istituzione 14 novembre 1957. SITO Sistema informativo toponomastica di Roma Capitale. Scheda della via. Archiviato il 7 gennaio 2015 in Internet Archive.

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