Coordinate: 45°35′00.23″N 9°16′49.68″E

Chiesa di San Maurizio (Monza)

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Chiesa di San Maurizio
Chiesa di San Maurizio in Santa Margherita
(già chiesa di Santa Margherita)
facciata sulla piazzetta Santa Margherita
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneLombardia
LocalitàMonza
IndirizzoPiazza Santa Margherita
Coordinate45°35′00.23″N 9°16′49.68″E
Religionecattolica
Titolaresan Maurizio
Arcidiocesi Milano

La chiesa di San Maurizio in Santa Margherita, presso la già chiesa di Santa Margherita è un edificio religioso di Monza, in piazza Santa Margherita.

L'attuale costruzione sorge sul luogo del precedente monastero di Santa Margherita, fondato dagli Umiliati nel XIII secolo e occupato dalle monache dell'ordine che passò in data imprecisata (forse la seconda metà del XV secolo) ad osservare la regola benedettina sotto il titolo di Santa Margherita.[1]
Nel 1469 una nuova chiesa dedicata alle sante Margherita e Caterina viene ad occupare il luogo dell'oratorio medievale.
Il monastero è noto per la vicenda di Marianna de Leyva che poi ha ispirato il personaggio di Gertrude, la monaca di Monza dei Promessi Sposi.

Agli inizi del XVIII secolo le condizioni statiche della chiesa risultano essere divenute via via talmente precarie che nel 1736 si rende necessario operare il suo totale rifacimento del quale viene incaricato l'architetto milanese Giacomo Antonio Quadrio[2].

Nel 1785 il monastero è soppresso mentre la chiesa è sconsacrata[3]. I vari edifici del complesso vengono venduti e seguono diverse vicende.
Il chiostro viene in parte demolito e poi, dal 1956, un condominio ne occupa la maggior parte della superficie. Una piccola porzione dell'antico monastero sopravvive ancora oggi, serrata tra i condomini adiacenti, ed in particolare la cantina e il pozzo che negli anni hanno mantenuto quasi intatto l'aspetto originale.
È rimasto anche l'antico potale d'ingresso al monastero, tuttora visibile a sinistra della facciata della chiesa.
La chiesa invece appartiene, dal 1881, al duomo di Monza che vi ripristina il culto[4]trasferendovi il “titolo” dell'antica e vicina chiesa di San Maurizio, che nel 1846 era stata demolita per consentire l'apertura della via Ferdinandea (oggi via Vittorio Emanuele II).

La chiesa presenta un'alta facciata in barocchetto lombardo, a due ordini divisi da un alto cornicione e scandita da lesene e timpano alla sommità. Nell'ordine superiore si apre un ampio finestrone vetrato. L'insieme è reso pittoricamente vivace dal contrasto di colore del cotto del rivestimento e dei marmi delle sculture e dei capitelli corinzi.

Sul fastigio del timpano è la statua di Santa Margherita che impugnando la Croce calpesta il drago, mentre ai due estremi sono le statue di angeli.

Molto bella è la ricca decorazione scultorea in marmo del portale dove, su modanature curviinee, due statue di oranti accompagnano un ovale che racchiude il busto della Santa.
Interessante è anche l'inusuale allineamento delle due colonne in granito che reggono il portale, disposte secondo una linea di strombatura divergente rispetto agli stipiti della porta.

L'interno è a navata unica e un tempo era diviso da un muro trasversale per separare lo spazio riservato alle monache da quello pubblico.

L'apparato decorativo dell'aula è costituita dal ciclo di affreschi di Carlo Innocenzo Carloni (1740-42) sulle prime tre campate della volta mentre riquadri di Giuseppe Castelli e del Perrucchetti[5] integrano la decorazione. Alle pareti si conservano tele di Antonio Maria Ruggeri, Ambrogio Brambilla, del monzese Giambattista Gariboldi e di Francesco Corneliani[6]. Dietro l'altare è un ritratto di San Carlo Borromeo.

Sulla parete in controfacciata è installato un importante organo a mantice del XVIII secolo, il più antico della città.
Dietro la chiesa, sulla destra, si eleva la torre campanaria, in cotto con balaustrate in marmo.

All'esterno, a sinistra della facciata, è ancora visibile il portale d'ingresso dell'antico convento con il vano che ospitava la ruota degli esposti dove venivano lasciati i neonati abbandonati.

  1. ^ Non perdendosi del tutto la loro origine (ancora nel secolo successivo le monache vengono definite "moniales tituli Sanctae Margaritae (...) ordinis Humiliatorum Sancti Benedicti, Religione, b. 2660, Investitura 1557).
  2. ^ Della famosa famiglia di architetti lombardi, Giacomo Antonio nacque a Milano il 5 maggio 1664.
  3. ^ Giuseppe Marimonti nelle sue Memorie storiche della città di Monza del 1841, trattando della chiesa di San Bartolomeo di Brugherio, ci informa: "L'odierno altar maggiore di fini marmi, e la preziosa tavola del cavalier Figini furono, come già si disse, qua trasferiti nel 1785 dal soppresso monastero di S.Margarita di Monza"
  4. ^ La chiesa è stata riconsacrata il 23 novembre 1881.
  5. ^ Qui autore del medaglione con l'affresco dell'Assunta in gloria.
  6. ^ Molti dei dipinti provengono sia della stessa precedente chiesa di Santa Margherita che dalla vicina chiesa abbattuta di San Maurizio.
  • S.Coppa, Monza. Chiese, in Dizionario della Chiesa ambrosiana, IV, Milano 1990
  • M.G.Campini, Chiese di Monza, del suo territorio e della sua Corte (1773), Milano, LED, 2011

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]
Antico monastero e chiesa di Santa Margherita

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]