Indice
Ammonia Avenue
Ammonia Avenue album in studio | |
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Artista | The Alan Parsons Project |
Pubblicazione | 7 febbraio 1984 |
Durata | 39:56 |
Dischi | 1 |
Tracce | 9 |
Genere | Rock progressivo Art rock Musica elettronica |
Etichetta | Arista Records |
Produttore | Alan Parsons, Eric Woolfson (produttore esecutivo) |
Registrazione | 1983 Abbey Road Studios (Londra) |
Note | ripubblicato nel 2008 con 8 tracce bonus |
Certificazioni | |
Dischi d'oro | Germania[1] (vendite: 250 000+) Canada (1)[2] |
Dischi di platino | Francia[5] (vendite: 400 000+) |
The Alan Parsons Project - cronologia | |
Singoli | |
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Ammonia Avenue è il settimo album in studio del gruppo progressive rock britannico The Alan Parsons Project, fondato da Alan Parsons ed Eric Woolfson, pubblicato nel 1984 dalla Arista Records.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Dopo il successo mondiale di Eye in the Sky, nell'arco del 1983, Parsons e Woolfson registrano i brani da inserire nell'album successivo, pubblicato il febbraio del 1984, che intitolano Ammonia Avenue. Il titolo dell'album fa riferimento ad un impianto petrol-chimico di Billingham, nella contea di Durham nel nord dell'Inghilterra, di proprietà della ICI (Imperial Chemical Industries). Il concept dell'album è legato ai temi dello sviluppo industriale fuori controllo ed il conseguente inquinamento[6].
«John Harvey Jones, the then chairman of ICI, was in the SDP (Social Democratic Political party) which i was a founder member of. I found myself sitting next to him on Concorde once, and he had this idea that his industrial plant in Billingham in England might actually provide musical inspiration for somebody. He flew me up there, we we went in and the first thing that struck me was this avenue, but with no trees or people, just pipes where they made ammonia. I thought it was inspirational, particularly in relation to our lack of understanding of science and technology and the scientists' lack of understanding of the world outside of science, particularly the arts.»
«John Harvey Jones, l'allora presidente dell'ICI, faceva parte dell'SDP (Partito politico socialdemocratico) di cui ero un membro fondatore. Una volta mi sono ritrovato seduto accanto a lui sul Concorde, e aveva l'idea che il suo impianto industriale a Billingham in Inghilterra potesse effettivamente fornire ispirazione musicale per qualcuno. Mi ha fatto volare lassù, siamo entrati e la prima cosa che mi ha colpito è stata questa strada, ma senza alberi o persone, solo tubi dove si produceva l'ammoniaca. Ho pensato che fosse fonte di ispirazione, in particolare in relazione alla nostra mancanza di comprensione della scienza e della tecnologia e alla mancanza di comprensione da parte degli scienziati del mondo al di fuori della scienza, in particolare delle arti.»
Il nastro master digitale viene mixato utilizzando un processore audio Sony PCM 1610.
Nelle fasi iniziali delle registrazioni Parsons e Woolfson avevano deciso di pubblicare un doppio album, ma successivamente preferirono optare per un album tradizionale e sfruttare il materiale già lavorato per completare l'album immediatamente successivo Vulture Culture[7].
Dopo il successo di Eye in the Sky cantata da Woolfson, per Ammonia Avenue Eric presta la sua voce per ben quattro brani risultando l'album del Project con più brani da lui cantati. Come session man vengono chiamati i cantanti Blunstone, Zakatek e Rainbow e i musicisti Bairnson, Paton, Elliott e Collins, confermando praticamente tutti quelli che avevano appena contribuito ad Eye in the Sky, con la sola esclusione di Elmer Gantry[8].
Copertina e grafica
[modifica | modifica wikitesto]La grafica di Ammonia Avenue viene curata dalla STD, che è una sigla utilizzata da Storm Thorgerson (Storm Thorgerson Design) dopo lo scioglimento della Hipgnosis. Sulla copertina viene utilizzata una foto dello stabilimento petrol-chimico della ICI, con tutte le sue tubature, riprodotta a specchio per quattro volte per formare un'immagine che sembra reale. Sul retro della copertina vi è la foto di un laboratorio con gli scienziati con il capo appoggiato su dei contenitori contenenti del terreno, che evidentemente ha rilasciato sostanze tossiche[9].
Tracce
[modifica | modifica wikitesto]- Ammonia Avenue - Album originale (1984)[10]
Testi e musiche di Eric Woolfson e Alan Parsons; edizioni musicali Arista Records.
- Prime Time – 5:03 – Voce e pianoforte elettrico Wurlitzer: Eric Woolfson • Voci addizionali: Chris Rainbow • Chitarre elettriche ed acustiche: Ian Bairnson • Basso: David Paton • Batteria e percussioni: Stuart Elliott
- Let Me Go Home – 3:20 – Voce: Lenny Zakatek • Cori: Chris Rainbow • Chitarre: Ian Bairnson • Pianoforte: Eric Woolfson• Chitarre al Fairlight CMI: Alan Parsons • Basso: David Paton • Batteria: Stuart Elliott
- One Good Reason – 3:36 – Voce, pianoforte elettrico Wurlitzer e sintetizzatori: Eric Woolfson • Voci addizionali: Chris Rainbow • Chitarre: Ian Bairnson • Basso: David Paton • Batteria e percussioni: Stuart Elliott
- Since The Last Goodbye – 4:32 – Voce: Chris Rainbow • Chitarre elettriche ed acustiche: Ian Bairnson • Basso: David Paton • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Orchestra: The Philharmonia Orchestra, arrangiata e diretta da Andrew Powell
- Don't Answer Me – 4:11 – Voce, cori e tastiere: Eric Woolfson • Cori e tastiere: Chris Rainbow • Fairlight CMI: Alan Parsons • Chitarre elettriche ed acustiche: Ian Bairnson • Basso e chitarra acustica: David Paton • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Sassofono: Mel Collins
- Dancing On A Highwire – 4:22 – Voce: Colin Blunstone • Tastiere: Eric Woolfson • Chitarre elettriche ed acustiche: Ian Bairnson • Basso: David Paton • Batteria e Simmons Tom-tom: Stuart Elliott
- You Don't Believe – 4:26 – Voce: Lenny Zakatek • Fairlight CMI e LinnDrum: Alan Parsons • Tastiere addizionali: Eric Woolfson • Chitarre e guitar synth: Ian Bairnson • Basso: David Paton • Batterie addizionali: Stuart Elliott
- Pipeline (Strumentale) – 3:56 – Sintetizzatore: Alan Parsons • Sassofono: Mel Collins • Chitarre acustiche: Ian Bairnson • Basso: David Paton • Batteria: Stuart Elliott • Orchestra: The Philharmonia Orchestra, arrangiata e diretta da Andrew Powell
- Ammonia Avenue – 6:30 – Voce, pianoforte e Fairlight CMI: Eric Woolfson • Cori: Chris Rainbow • Tastiere addizionali: Eric Woolfson • Chitarre elettriche e acustiche e chitarra spagnola: Ian Bairnson • Basso: David Paton • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Orchestra: The Philharmonia Orchestra, arrangiata e diretta da Andrew Powell
Durata totale: 39:56
- Ammonia Avenue - Expanded Edition (2008)[11]
Testi e musiche di Eric Woolfson e Alan Parsons; edizioni musicali Sony BMG, Legacy, Arista Records.
- Prime Time – 5:03 – Voce e pianoforte elettrico Wurlitzer: Eric Woolfson• Voci addizionali: Chris Rainbow • Chitarre elettriche ed acustiche: Ian Bairnson • Basso: David Paton • Batteria e percussioni: Stuart Elliott
- Let Me Go Home – 3:20 – Voce: Lenny Zakatek • Cori: Chris Rainbow • Chitarre: Ian Bairnson • Pianoforte: Eric Woolfson• Chitarre al Fairlight CMI: Alan Parsons • Basso: David Paton • Batteria: Stuart Elliott
- One Good Reason – 3:36 – Voce, pianoforte elettrico Wurlitzer e sintetizzatori: Eric Woolfson • Voci addizionali: Chris Rainbow • Chitarre: Ian Bairnson • Basso: David Paton • Batteria e percussioni: Stuart Elliott
- Since The Last Goodbye – 4:34 – Voce: Chris Rainbow • Chitarre elettriche ed acustiche: Ian Bairnson • Basso: David Paton • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Orchestra: The Philharmonia Orchestra, arrangiata e diretta da Andrew Powell
- Don't Answer Me – 4:11 – Voce, cori e tastiere: Eric Woolfson • Cori e tastiere: Chris Rainbow • Fairlight CMI: Alan Parsons • Chitarre elettriche ed acustiche: Ian Bairnson • Basso e chitarra acustica: David Paton • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Sassofono: Mel Collins
- Dancing On A Highwire – 4:22 – Voce: Colin Blunstone • Tastiere: Eric Woolfson • Chitarre elettriche ed acustiche: Ian Bairnson • Basso: David Paton • Batteria e Simmons Tom-tom: Stuart Elliott
- You Don't Believe – 4:26 – Voce: Lenny Zakatek • Fairlight CMI e LinnDrum: Alan Parsons • Tastiere addizionali: Eric Woolfson • Chitarre e guitar synth: Ian Bairnson • Basso: David Paton • Batterie addizionali: Stuart Elliott
- Pipeline (Strumentale) – 3:56 – Sintetizzatore: Alan Parsons • Sassofono: Mel Collins • Chitarre acustiche: Ian Bairnson • Basso: David Paton • Batteria: Stuart Elliott • Orchestra: The Philharmonia Orchestra, arrangiata e diretta da Andrew Powell
- Ammonia Avenue – 6:30 – Voce, pianoforte, tastiere addizionali e Fairlight CMI: Eric Woolfson • Cori: Chris Rainbow • Chitarre elettriche e acustiche e chitarra spagnola: Ian Bairnson • Basso: David Paton • Batteria e percussioni: Stuart Elliott • Orchestra: The Philharmonia Orchestra, arrangiata e diretta da Andrew Powell
- Don't Answer Me (Early Rough Mix) – 5:09
- You Don't Believe (Demo) – 2:20
- Since The Last Goodbye (Chris Rainbow Vocal Overdubs) – 0:30
- Since The Last Goodbye (Eric Guide Vocal Rough Mix) – 4:23
- You Don't Believe (Tributo strumentale ai The Shadows) – 3:08
- Dancing On A Highwire/Spotlight (Work in Progress) – 3:57
- Ammonia Avenue Part 1 (Eric Demo Vocal - Rough Mix) – 2:42
- Ammonia Avenue (Orchestral Overdub) – 1:21
Durata totale: 63:28
Analisi
[modifica | modifica wikitesto]- Prime Time[12]
- Il brano di apertura del disco viene strutturato da Parsons e Woolfson nel tentativo di avvicinarsi il più possibile al successo ottenuto con il binomio Sirius e Eye in the Sky, anche se qui il primo minuto che è strumentale viene compreso nel brano. Prime Time viene lanciato con successo come singolo entrando nella Top 40 degli Stati Uniti. Per il brano viene prodotto anche un videoclip[13].
- Let Me Go Home[14]
- Il brano, cantato da Lenny Zakatek, nel testo ricrea l'atmosfera di un ambiente naturale distrutto dall'uomo, e dal quale il protagonista vuol scappare.
- One Good Reason[15]
- Cantata da Woolfson, contiene eccellenti ritmi computerizzati creati appositamente da Parsons per il sintetizzatore Fairlight CMI[16]. Dalla seconda strofa Parsons spadroneggia con le sovra-incisioni vocali, infatti Woolfson registra la seconda voce sulla sua voce principale. Da metà del brano le chitarre di Ian Bairnson si alternano al cantato di Woolfson e nel finale subentrano anche i cori di Chris Rainbow. Il testo racconta di un colloquio tra un uomo ed il suo datore di lavoro[16].
- Since The Last Goodbye[17]
- Cantata da Chris Rainbow vede il supporto dell'orchestra guidata da Andrew Powell, assente nei tre brani precedenti, che assieme alle chitarre acustiche di Bairnson realizzano una ballata dai toni suadenti[16].
- Don't Answer Me[18]
- Il singolo Don't Answer Me raggiunge il quarto posto nelle classifiche USA e diviene uno dei maggiori successi del gruppo. Nella realizzazione Parsons e Woolfson decisero di ricreare il famoso Wall of Sound di Phil Spector. Nel 1984 il videoclip[19] diretto e disegnato da Michael Kaluta diventa uno dei video più richiesti dell'anno sul canale di video via cavo MTV.
- Dancing On A Highwire[20]
- Il brano cantato da Colin Blunstone ha un'accattivante introduzione con un godibilissimo riff di chitarra eseguito da Bairnson. Innovative rispetto alla produzione precedente del Project sono la linea di basso e la melodia che unite agli arrangiamenti alla chitarra rendono il brano molto gradevole. La voce di Blunstone è molto diversa dalla sua precedente apparizione nel brano Old And Wise nell'album Eye in the Sky. Il testo tratta del rapporto tra uomo e donna e non sarebbe stato fuori luogo nell'album Eve del 1979[16].
- You Don't Believe[21]
- Cantata da Lenny Zakatek era stata pubblicata in anteprima, nell'ottobre del 1983, inserita quale brano inedito nella prima raccolta del Project The Best of the Alan Parsons Project.
- Pipeline[22]
- Pipeline è l'unica strumentale dell'album, ed è la prima volta che accade in un album del Project, realizzata con un abile mix tra il sintetizzatore Fairlight CMI di Parsons ed il sassofono di Mel Collins.
- Ammonia Avenue[23]
- La title track, cantata da Eric Woolfson, riprende gli schemi del progressive rock, dopo l'introduzione cantata da Eric si passa agli assoli di chitarra di Ian Bairnson che sfociano nel coinvolgimento di tutta l'orchestra per poi morbidamente ritornare al cantato. Il testo tratta i temi dell'inquinamento ambientale.
Formazione[24]
[modifica | modifica wikitesto]Leader
[modifica | modifica wikitesto]- Alan Parsons – sintetizzatore (traccia 8), fairlight CMI (traccia 5,7), chitarre al fairlight CMI (traccia 2), linndrum (traccia 7), autore testi e musiche (tracce 1,2,3,4,5,6,7,8,9), programming, ingegnere di registrazione, produttore
- Eric Woolfson – voce (traccia 1,3,5,9), tastiere (traccia 5,6), tastiere addizionali (traccia 7,9), pianoforte elettrico Wurlitzer (traccia 1,3), pianoforte (traccia 2,9), fairlight CMI (traccia 9), sintetizzatore (traccia 3), cori (traccia 5), autore testi e musiche (tracce 1,2,3,4,5,6,7,8,9), produttore esecutivo
Session Man
[modifica | modifica wikitesto]- Cantanti
- Chris Rainbow – voce (traccia 4), voci addizionali (traccia 1,3), cori (traccia 2,5,9), tastiere (traccia 5)
- Lenny Zakatek – voce (traccia 2,7)
- Colin Blunstone – voce (traccia 6)
- Musicisti
- Ian Bairnson – chitarra elettrica (traccia 1,2,3,4,5,6,7,9), chitarra acustica (traccia 1,2,3,4,5,6,7,8,9), guitar synth (traccia 7), chitarra spagnola (traccia 9)
- David Paton – basso (traccia 1,2,3,4,5,6,7,8,9), chitarra acustica (traccia 5)
- Stuart Elliott – batteria (traccia 1,2,3,4,5,6,8,9), percussioni (traccia 1,3,4,5,9), simmons tom-tom (traccia 6), batterie addizionali (traccia 7)
- Mel Collins – sassofono (traccia 5,8)
- Orchestra
- The Philharmonia Orchestra - (traccia 4,8,9)
- Andrew Powell - Direttore e arrangiamento
- Christopher Warren-Green - Primo violino
Videoclip
[modifica | modifica wikitesto]- Prime Time
- Il videoclip viene pubblicato in contemporanea con l'uscita dell'album nel febbraio del 1984[13]. La trama del videoclip è ispirata al racconto breve Evening Primrose di John Collier e viene espressa con due manichini che prendono vita e si innamorano[25].
- Don't Answer Me
- Il videoclip diretto e disegnato da Michael Kaluta viene pubblicato in contemporanea con l'uscita dell'album[19] e riscuote anche un notevole successo tanto da risultare tra i video più richiesti su MTV e da ricevere la nomination per gli MTV Video Music Awards 1984.
Edizioni
[modifica | modifica wikitesto]- Ammonia Avenue - Expanded Edition (2008)
- La versione rimasterizzata del 2008 contiene anche 8 tracce bonus. Masterizzata a cura di Dave Donnelly e Alan Parsons al DNA Mastering a Studio City in California.
- Ammonia Avenue - Super Deluxe Box Set Edition (2020)
- Il 27 marzo del 2020, in occasione del 36º anniversario dalla pubblicazione di Ammonia Avenue è stato pubblicato un box set a tiratura limitata con il seguente contenuto:
- 3 CD (I CD oltre alla versione originale, contengono 53 tracce bonus tratte dai diari di scrittura di Eric Woolfson, sessioni di registrazione in studio e materiale inedito).
- 1 Blu-ray con suono surround 5.1 e mix stereo dai master tapes multi-traccia originali di Alan Parsons e dai video promozionali di "Don't Answer Me" e "Prime Time".
- 2 LP stampati a 45 giri
- 1 volume illustrato di 60 pagine.
- 1 poster.
- 1 cartellina press kit.
Keats
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1983 durante le fasi di registrazione di Ammonia Avenue, ricevendo i sempre più favorevoli riscontri man mano che Eye in the Sky scalava le classifiche in tutti gli stati del mondo, Parsons e Woolfson decisero di creare un gruppo parallelo Keats. Appena terminate le sessioni di Ammonia Avenue cominciarono a registrare per questo nuovo gruppo, tra il dicembre 1983 e il marzo 1984, per poi pubblicare l'album d'esordio Keats nel mese di maggio del 1984 quindi appena tre mesi dopo la pubblicazione di Ammonia Avenue. Del progetto Keats fanno parte i session man di lunga data Colin Blunstone, Ian Bairnson, David Paton e Stuart Elliott e l'ex dei Camel Peter Bardens.
Classifiche
[modifica | modifica wikitesto]Nazione | Miglior posizione in classifica | Settimane di permanenza |
---|---|---|
Germania[26] | 1º | 28 |
Paesi Bassi[27] | 1º | 21 |
Svizzera[28] | 1º | 23 |
Spagna[29] | 2º | |
Italia[30] | 5º | |
Austria[31] | 5º | 14 |
Norvegia[32] | 5º | 10 |
Svezia[33] | 8º | 7 |
Nuova Zelanda[34] | 8º | 9 |
Stati Uniti[35] | 15º | 26 |
Australia[36] | 16º | |
Regno Unito[37] | 24º | 8 |
Canada[38] | 29º |
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]Nomination
[modifica | modifica wikitesto]- MTV Video Music Awards 1984 - categoria Most Experimental Video - per il videoclip del brano Don't Answer Me dei The Alan Parsons Project.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (DE) Alan Parsons Project – Ammonia Avenue – Gold-/Platin-Datenbank, su musikindustrie.de, Bundesverband Musikindustrie. URL consultato il 19 gennaio 2023.
- ^ (EN) Ammonia Avenue – Gold/Platinum, su Music Canada. URL consultato il 10 aprile 2021.
- ^ Gold/Platinum NVPI, su nvpi.nl, NVPI. URL consultato l'11 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2018).
- ^ (EN) Ammonia Avenue – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 10 aprile 2021.
- ^ (FR) Alan Parsons - Ammonia Avenue – Les certifications, su SNEP. URL consultato il 24 novembre 2022.
- ^ Booklet deluxe edition 2020
- ^ Booklet Ammonia Avenue Extended Edition, 2008
- ^ Booklet di Ammonia Avenue Extended Edition 2008 e Eye in the Sky 35th Edition 2017
- ^ Booklet dell'album Ammonia Avenue del 1984
- ^ Booklet album 1984
- ^ Booklet album 2008
- ^ Prime Time, Ammonia Avenue 1984., su youtube.com, 19 ottobre 2015. URL consultato l'11 maggio 2021 (archiviato il 12 maggio 2021).
- ^ a b The Alan Parsons Project - Prime Time., su youtube.com, 14 novembre 2013. URL consultato il 14 febbraio 2021 (archiviato il 30 maggio 2021).
- ^ Let Me Go Home, Ammonia Avenue 1984., su youtube.com, 19 febbraio 2017. URL consultato il 1º giugno 2021.
- ^ One Good Reason, Ammonia Avenue 1984., su youtube.com, 19 febbraio 2017. URL consultato il 10 agosto 2022.
- ^ a b c d Christophe Carrafang, The Alan Parsons Project Anthology, Camion Blanc, 2015, ISBN 9781541118881.
- ^ Since The Last Goodbye, Ammonia Avenue 1984., su youtube.com, 19 febbraio 2017. URL consultato il 10 agosto 2022.
- ^ Don't Answer Me, Ammonia Avenue 1984., su youtube.com, 18 febbraio 2017. URL consultato l'11 maggio 2021 (archiviato il 10 maggio 2021).
- ^ a b The Alan Parsons Project - Don't Answer Me., su youtube.com, 7 giugno 2013. URL consultato il 14 febbraio 2021 (archiviato l'11 febbraio 2021).
- ^ Dancing On A Highwire, Ammonia Avenue 1984., su youtube.com, 18 febbraio 2017. URL consultato l'11 agosto 2022.
- ^ You Don't Believe, Ammonia Avenue 1984., su youtube.com, 18 febbraio 2017. URL consultato il 2 maggio 2022.
- ^ Pipeline, Ammonia Avenue 1984., su youtube.com, 19 febbraio 2017. URL consultato l'11 maggio 2021 (archiviato il 10 maggio 2021).
- ^ Ammonia Avenue, Ammonia Avenue 1984., su youtube.com, 19 febbraio 2017. URL consultato il 1º giugno 2021.
- ^ Booklet album 1984 e 2008
- ^ Booklet Ammonia Avenue Box Set, 2020
- ^ (DE) Diskographie Alan Parsons Project, su charts-surfer.de, Classifica Tedesca. URL consultato il 6 giugno 2021.
- ^ (EN) Dutch Chart, DISCOGRAPHY THE ALAN PARSONS PROJECT, su dutchcharts.nl, Classifica Paesi Bassi. URL consultato il 6 giugno 2021.
- ^ (DE) Diskographie Alan Parsons Project, su hitparade.ch, Classifica Svizzera. URL consultato il 7 giugno 2021.
- ^ (ES) El Portal De Musica, su elportaldemusica.es, Classifica Spagna. URL consultato il 6 giugno 2021.
- ^ Hit Parade Italia 1982, su hitparadeitalia.it, Classifica Italiana. URL consultato il 6 giugno 2021.
- ^ (DE) Diskographie Alan Parsons Project, su austriancharts.at, Classifica Austriaca. URL consultato il 6 giugno 2021.
- ^ (NO) Diskografi Alan Parsons Project, su norwegiancharts.com, Classifica Norvegese. URL consultato il 6 giugno 2021.
- ^ (SV) Diskografi Alan Parsons Project, su swedishcharts.com, Classifica Svedese. URL consultato il 6 giugno 2021.
- ^ (EN) New Zealand Chart, DISCOGRAPHY THE ALAN PARSONS PROJECT, su charts.nz, Classifica Nuova Zelanda. URL consultato il 6 giugno 2021.
- ^ (EN) Billboard Chart History, The Alan Parsons Project, su billboard.com, Classifica USA Billboard. URL consultato il 6 giugno 2021.
- ^ David Kent, Australian Chart Book 1970-1992, Milano, Australian Chart Book, 1993, p. 229.
- ^ (EN) Official Charts Alan Parsons Project, su officialcharts.com, Classifica Inglese. URL consultato il 6 giugno 2021.
- ^ (EN) Music Canada, su musiccanada.com, Classifica Canada. URL consultato il 6 giugno 2021.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Francesco Ferrua, The Alan Parsons Project, L'Occhio Nel Cielo, Arcana Edizioni, marzo 2015, p. 336, ISBN 9788862317832.
- Christophe Carrafang, The Alan Parsons Project Anthology, Camion Blanc, ottobre 2015, p. 214, ISBN 9781541118881.
- Francesco Ferrua, The Alan Parsons Project, Sul Viale Dell'Ammoniaca, Amazon, settembre 2019, p. 304, ISBN 9791220051880.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Mike DeGagne, Ammonia Avenue, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Ammonia Avenue, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Ammonia Avenue, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- Album rock progressivo
- Album degli Alan Parsons Project
- Album del 1984
- Album art rock
- Album di musica elettronica
- Album certificati disco d'oro in Germania
- Album certificati disco d'oro in Canada
- Album certificati disco d'oro nei Paesi Bassi
- Album certificati disco d'oro negli Stati Uniti d'America
- Album certificati disco di platino in Francia
- Concept album
- Album pubblicati dall'Arista Records