Indice
Amedeo Carisio
Amedeo Carisio | |
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Nascita | Torino, 27 gennaio 1801 |
Morte | Torino, 22 novembre 1858 |
Dati militari | |
Paese servito | Regno di Sardegna |
Forza armata | Armata sarda |
Arma | Fanteria |
Reparto | 16º Reggimento fanteria "Savona" |
Anni di servizio | 1815-1851 |
Grado | Tenente |
Guerre | Guerre napoleoniche Prima guerra d'indipendenza italiana |
Battaglie | Battaglia di Grenoble Battaglia di Pastrengo Battaglia di Santa Lucia Battaglia di Novara (1849) |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870 [1] | |
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Amedeo Carisio (Torino, 27 gennaio 1801 – Cannero, 22 novembre 1858) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della prima guerra d'indipendenza italiana.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Torino il 27 gennaio 1801, figlio di Giovanni e di Rosa Fontanone.[2] Arruolatosi volontario nell'Armata sarda in qualità di tamburino all'età di quattordici anni nel Reggimento "Cacciatori di Nizza", prese parte alle operazioni belliche del 1815 contro la Francia: il 6 luglio si trovò presente alla battaglia di Grenoble.[2] Divenuto sergente nel 1832, passò in servizio al 2° (poi 16°) Reggimento provinciale della brigata Savona, dove nel 1834 venne promosso sottotenente d'ordinanza.[2] Nella prima guerra d'indipendenza italiana del 1848 si distinse nei combattimenti che ebbero luogo sul Mincio, a Monzambano, il 9 aprile, e successivamente partecipò alla battaglia di Pastrengo il 30 aprile.[2] Nella battaglia di Santa Lucia del 6 maggio, il 16º Reggimento fanteria della brigata Savona, la brigata Savoia e reparti volontari parmensi e modenesi che costituivano l'ala sinistra dello schieramento, ebbero l'ordine di occupare la posizione di Croce Bianca difesa dalle truppe del generale austriaco Konstantin d'Aspre.[2] Le fanterie sarde vennero contrattaccate improvvisamente con violenza, e sottoposte al tiro preciso dell'artiglieria nemica caricata a mitraglia non poterono condurre a termine gli assalti contro le posizioni austriache, dovendo ripiegare in alcuni punti.[2] Il 16º Reggimento fanteria, che era stato uno dei reparti più impegnati nella battaglia, non riuscì a superare le difese nemiche e venne investito in pieno dal successivo contrattacco austriaco.[2] Avendo riportato un gran numero di effettivi morti e feriti, il reggimento si sbandò.[2] Carisio, che portava la Bandiera del reggimento, rimase imperterrito al suo posto di combattimento sotto il grandinare dei colpi.[2] Ferito alla fronte da pallottola di fucile rimase sul campo di battaglia a trattenere e a rincuorare i superstiti.[2] Raccolti attorno a sé pochi ufficiali e soldati, si lanciò contro le baionette nemiche sventolando la Bandiera scongiurando la vittoria nemica. Con Regio Decreto 10 maggio 1848 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare a vivente.[2] Il 4 luglio fu promosso luogotenente e, guarito della ferita riportata in combattimento, rientrò al reggimento, partecipando alle successive operazioni belliche nel corso della campagna del 1849 distinguendosi alla Bicocca e alla battaglia di Novara, dove la bandiera del reggimento ricevette una menzione onorevole.[2] Nel 1851 fu collocato nella riserva e si spense a Torino il 22 novembre 1858.[2]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Regio Decreto 10 maggio 1848.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gaetano Carolei e Guido Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870, Roma, Tipografia regionale, 1950, p. 58.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Andrea Adolfo Campana
- Luigi Damiano
- Saverio Griffini
- Luigi Serravalle
- Paolo Solaroli di Briona
- Massimiliano Bocchiardo di San Vitale
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Carisio, Amedeo, su Combattenti Liberazione. URL consultato il 31 marzo 2023.
- Carisio, Amedeo, su MOVM. URL consultato il 31 marzo 2023.