Indice
Abu Tor
Abu Tor | |
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Abu Tor e la moschea di al-Aqsa | |
Stato | Palestina[1] |
Città | Gerusalemme |
Abitanti | 15 500 ab. (2010) |
Abu Tor (in arabo أبو طور o الثوري?, in ebraico אבו תור?) è un quartiere di Gerusalemme, situato a sud della città vecchia. È abitato da arabi ed ebrei[2].
Geografia
[modifica | modifica wikitesto]Abu Tor confina con la Geenna a nord, con quella di Azal a sud, la vecchia stazione dei treni a ovest, e con la Sherover Promenade, Armon HaNetziv e la Peace Forest a sud. Il nome ebraico del quartiere è Givat Hananya. La parte superiore del quartiere si trova 760 metri sopra il livello del mare[2].
La collina su cui sorge Abu Tor era chiamata "Jebel Deir Abu Tor" (montagna del monastero di Abu Tor), o "Collina del Cattivo Consiglio", riferendosi a una leggenda secondo cui qui era situata la casa di Caifa, dove Giuda progettò di tradire Gesù[3]. Inoltre si pensa che un monastero o un convento dedicato a San Marco (il cui emblema era un bue) fosse presente nella zona.
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Secondo la tradizione, durante il periodo ayyubide dopo la conquista di Gerusalemme da parte del Saladino, l'area di Abu Tor fu assegnata a un ufficiale dell'esercito, Sheikh Shehab ed Din, da tutti chiamato "Sheikh Ahmed et Toreh" (Sheikh Ahmed del toro) o "Abu Tor" (l'uomo con il toro, o il padre del toro) perché si diceva avesse preso parte alle battaglie contro i cristiani cavalcando un toro bianco[3].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Abu Tor si sviluppò sotto la dominazione ottomana nel tardo XIX secolo come quartiere residenziale per arabi musulmani e cristiani di Gerusalemme[2]. Il vicino quartiere ebraico di Beit Yosef fu fondato nel 1888[2]. Abu Tor fu incorporato nel distretto municipale di Gerusalemme durante il mandato britannico[2].
Dall'indipendenza Israele, nel 1948, fino al 1967, Abu Tor era attraversato dal confine tra Israele e Giordania[2]. Le prime quattro strade oltre Hebron Road erano parte di Israele e le restanti erano sotto il controllo giordano. Nel gennaio 1949, i due stati, rappresentati da Moshe Dayan e Abdullah el-Tell, intrattennero alcune trattative sullo status di Gerusalemme. Dayan propose la divisione comune della città e offrì uno scambio di territori che includeva la posta militare di Abu Tor. La sua offerta fu rifiutata[4].
Demografia
[modifica | modifica wikitesto]Abu Tor contava 15 500 abitanti nel 2010. È uno dei pochi quartieri di Gerusalemme con una popolazione mista araba ed ebraica. Per questa ragione molti giornalisti, diplomatici e impiegati delle Nazioni Unite scelgono di vivere lì. Nonostante la ebraica di Abu Tor sia prevalentemente laica, il quartiere ha due sinagoghe: la sinagoga Har Refaim per gli ashkenaziti in Nachshon Street e la sinagoga Shalom V'Achva per i sefarditi.
Sviluppo urbano
[modifica | modifica wikitesto]Un grande cinema multisala e il complesso Sherover ravvivano Abu Tor[5]. Quest'ultimo, appena fuori Hebron Road, ospita caffetterie e ristoranti, un auditorium, una biblioteca, aule e gallerie d'arte. Inaugurato nel 2015, proietta film anche durante lo shabbat[6].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gerusalemme Est è amministrata de facto da Israele nonostante la maggioranza degli Stati dell'ONU non la riconosca come appartenente a tale Stato.
- ^ a b c d e f (EN) A tour of Abu tor, The Jerusalem Post, 26 maggio 2011. URL consultato il 4 aprile 2020.
- ^ a b (EN) Developers withdraw plans for luxury homes on Jerusalem’s Hill of Evil Counsel, The Times of Israel, 17 dicembre 2018. URL consultato il 4 aprile 2020.
- ^ (EN) Marshall J. Berger and Ora Ahimeir, Jerusalem: A city and its future, ISBN 978-0815629139.
- ^ (EN) The Rising Star at Jerusalem City Hall, Haaretz, 6 luglio 2012. URL consultato il 4 aprile 2020.
- ^ (EN) Yes Planet makes Jerusalem big-screen debut, 12 agosto 2015. URL consultato il 4 aprile 2020.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Walter Besant, Edward Henry Palmer, Jerusalem, the City of Herod and Saladin, Committee of the Palestine Exploration Fund, 1871.
- (EN) Tawfiq Canaan, Mohammedan Saints and Sanctuaries in Palestine, Luzac & Co, 1927.
- (EN) Claude Reignier Conder, The Moslem Mukams, in Quarterly statement - Palestine Exploration Fund, vol. 9, pp. 89–103.
- (FR) Mujir al-Din, Histoire de Jérusalem et d'Hébron depuis Abraham jusqu'à la fin du XVe siècle de J.-C. : fragments de la Chronique de Moudjir-ed-dyn, Sauvaire, 1876.
- (EN) Dion Nissenbaum, A Street Divided: Stories From Jerusalem’s Alley of God, St. Martin's Press, 2016, ISBN 1250072948.
- (EN) Edward Henry Palmer, The Survey of Western Palestine: Arabic and English Name Lists Collected During the Survey by Lieutenants Conder and Kitchener, R. E. Transliterated and Explained by E.H. Palmer, Committee of the Palestine Exploration Fund, 1881.
- (EN) Charles Warren, Claude Reignier Conder, The Survey of Western Palestine: Jerusalem, Committee of the Palestine Exploration Fund, 1884.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Abu Tor
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