Urbano Salvolini
Urbano Evaristo Salvolini (Roversano, 8 novembre 1873 – Ancona, 21 aprile 1951) è stato un medico italiano.
Medico condotto, è stato una figura molto conosciuta e stimata ad Ancona, tanto che il Comune nel 1971 gli ha dedicato una strada[1] nel rione del Passetto, ricordandolo con queste parole: “[...] Vivo è il ricordo di questo medico disinteressato, preparato, umano con i poveri e comprensivo con i clienti [...] corrispondente di vari giornali scientifici, studioso ed umanista.”[2] Ha collaborato con il Movimento di Resistenza ad Osimo ed è stato socio fondatore e segretario dell'Accademia Medico Chirurgica del Piceno, e, assieme a Gustavo Modena ed al professor Recanatesi, uno degli organizzatori dell'Università Popolare di Ancona.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio di Cleto Salvolini,[3] sindaco di Roversano (Cesena),[4] intrapresi gli studi scientifici, si laurea in Medicina e Chirurgia alla Regia Università degli Studi di Roma (l'attuale Sapienza) con una tesi sulle Disfrenie Nevralgiche[5] il 13 luglio 1898 (voti 107 su 110),[6][7] nello stesso corso di Maria Montessori,[2] dopo aver prestato servizio interno nella Clinica dell'università dal 1896 al 1898.
Periodo cesenate
[modifica | modifica wikitesto]Quello stesso anno, nominato assistente di Robusto Mori[8] (al posto del dottor Masacci) dalla Congregazione di Carità, torna a Cesena dove lavora all'Ospedale Civile e Militare[9] in Medicina generale dal 1º agosto 1898 al 28 febbraio 1899, ma subito lo colpisce la morte di Mori, che aveva imparato a stimare e di cui scriverà un toccante elogio funebre su "Il Cittadino",[10] giornale storico di Cesena, in occasione dell'anniversario della scomparsa del "medico filantropo" (elogio tra l'altro ripreso da diverse pubblicazioni sul professore).[8] Viene quindi promosso primario e rimane in quel reparto fino al 1º marzo del 1900 per passare successivamente a lavorare in chirurgia, per due mesi da assistente, per sei mesi da aiuto chirurgo e da chirurgo fino al 1º maggio del 1901. In questo periodo dirige già il servizio medico e chirurgico dell'Ospizio Esposti e Maternità di Cesena[11][12] e tiene la rubrica medica del giornale "Il Cittadino" (che si interessa anche dei suoi avanzamenti di carriera), con articoli come "La lotta contro la tubercolosi" (17/12/1899), "Note d'igiene" (18/2/1900) e "Laboratorio d'igiene" (6/10/1901), particolarmente interessanti non tanto per il contenuto quanto per il modo di esporlo con tabelle, grafici e previsioni statistiche. Acquistando notorietà, comincia a guardarsi intorno in cerca di un'occupazione migliore e nel 1901 presenta il proprio curriculum per i concorsi di condotta ad Osimo (Ancona) e Poggio Berni (Rimini).
Da Amandola ad Ancona
[modifica | modifica wikitesto]Ad Osimo è fra i primi cinque classificati su più di 50 concorrenti,[13] e si classifica primo per la condotta chirurgica a Poggio Berni, quando gli viene proposto da Bindo Benini (cui avevano offerto un periodo di specializzazione in una clinica tedesca)[14] di sostituirlo per un breve periodo nell'ospedale di Amandola (Ascoli Piceno); ma il Benini scrive dalla Germania "[...] di non poter assicurare di tornare, e tornando di restare [...] e che pur trovandomi nella circostanza di dover rinunciare al posto di chirurgo di Amandola, l'Amministrazione come la popolazione non vorranno privarmi della loro benevolenza".[15] Così il Consiglio d'Amministrazione, presa nota delle dimissioni del chirurgo,[15] immediatamente assume Salvolini a tempo indeterminato.[16] Intorno alla data del suo trasferimento, sposa la Contessina Teresa Neri - cesenate anch'ella - che lo seguirà in tutti i suoi spostamenti. Resterà ad Amandola fino a quando, dopo aver compiuto un centinaio di operazioni nell'ospedale oltre agli impieghi della condotta, non otterrà finalmente nel 1903 il posto di medico-chirurgo ad Osimo, dove rimane per tre anni durante i quali nasce la sua prima figlia, Gabriella (1904). Molto forte è il suo legame con questa città, tanto che durante la Seconda Guerra Mondiale tornerà proprio ad Osimo, dove era stata trasferita temporaneamente l'amministrazione del capoluogo di regione nel novembre del '43 dopo i primi bombardamenti ad Ancona,[17] collaborando con il movimento di Resistenza, non solo con l'aiuto medico totalmente disinteressato, ma, dopo il ritiro delle truppe tedesche, organizzando la distribuzione delle derrate presenti nei magazzini del Palazzo Barberini,[18] e prendendosene la piena responsabilità sia di fronte ai proprietari che agli occupanti.[19]
Con l'allargarsi della sua famiglia cerca però un impiego più remunerativo in una città con maggiori servizi e, dopo aver avuto per un anno la condotta dei Rioni del Porto e del Borgo di Senigallia[20] (pur mantenendo l'incarico nell'Ospedale di Osimo), ottiene l'incarico di medico condotto ad Ancona nei rioni degli Archi, del Porto e del Duomo-San Pietro.
"In" Ancona
[modifica | modifica wikitesto]Ad Ancona nascono i suoi altri tre figli, rispettivamente Cleta (1906), Tilde (1908) ed Ubaldo (1911), mentre lui si impegna non soltanto dal punto di vista medico, con diversi incarichi fra cui quelli di Medico di Riparto delle Ferrovie dello Stato (dal 1911 al 1942),[21] di segretario della Società Medico-Chirurgica di Ancona (nel 1922), di socio fondatore e segretario dell'Accademia Medica-Chirurgica del Piceno,[22][23] di medico condotto ad Offagna durante la Grande Guerra e di membro del comitato italiano per il Congresso di Talassoterapia a Monaco (1918), ma anche in ambito sociale fondando ed insegnando all'Università Popolare di Ancona (Associazione Anconetana per l'Istruzione e l'Educazione del Popolo)[24] assieme al professor Recanatesi ed a Gustavo Modena.[25]
La collaborazione con Modena - personaggio all'avanguardia della psichiatria del novecento, vicepresidente della Società Italiana di Psichiatria -[26] lo spinge ad entrare all'interno dell'esperimento che questi stava portando avanti con la sua particolare direzione dell'Ospedale Psichiatrico di Ancona[27] (prima di esserne allontanato in seguito all'applicazione delle leggi razziali), ossia creare un luogo protetto, sicuro e pacifico dove i malati mentali potessero non rimanere rinchiusi, ma dedicarsi a diverse attività costruttive (come coltivare i campi intorno all'Istituto ed imparare nuovi mestieri) e Salvolini diventa così Medico del Reparto Maschile del Manicomio Provinciale di Ancona nel 1916.
Da persona apertissima alle novità qual era (come ricorda anche il professor Devoto[28] nel commento alla sua pubblicazione "Note cliniche su 400 ammalati di tifo": "[...] dimostra cultura, modernità di vedute, tendenza forse eccessiva ad applicare tutte le formule terapeutiche proposte[...]"), è uno dei primi ad interessarsi alla radioattività: acquista infatti una copia del nuovissimo "Il Radio - recenti ricerche sulla radioattività", di Pierre Curie,[29] ed utilizza persino l'allora giovane tecnica della radiologia come perito in una causa di tribunale.[30] Conosceva molte lingue fra cui, oltre l'inglese, il tedesco e il francese, anche il giapponese: intrattiene persino una corrispondenza con F. Magnasco, facendogli notare degli errori nel suo ultimo dizionario "Lingua giapponese parlata" (edito dalla Hoepli nel 1921).[22] Muore ad Ancona il 21 aprile 1951, e sulla sua lapide fa scrivere semplicemente: "Urbano Salvolini - medico - fece del suo meglio."
Curiosità
[modifica | modifica wikitesto]Non soltanto nella sua vita privata di medico condotto dei primi del '900 possiamo trovare delle cose che non ci aspetteremmo, come il fatto che era solito suonare assieme ai suoi figli (lui il violoncello, le ragazze la viola e il violino e Ubaldo il pianoforte) perché all'epoca i dischi non erano ancora molto diffusi, ma anche nella sua vita professionale: infatti da medico condotto non si limitava a prescrivere delle analisi, come l'odierno medico di famiglia, ma le effettuava direttamente sul posto. Ecco una serie di strumenti a lui appartenuti ed utilizzati durante le visite (il link presente nel nome dell'oggetto corrisponde ad una foto):
- Sfigmografo: apparecchio per la sfigmografia, attraverso un complesso sistema di leve collegate ad un bottone pigiato sull'arteria radiale consentiva di produrre uno sfigmogramma inciso su carta annerita (come questo); è l'antenato dell'attuale sfigmomanometro.
- Colorimetro: antenato del colorimetro moderno, svolgeva lo stesso compito ma non elettronicamente; era, ed è, particolarmente utile per alcune fasi delle analisi del sangue, come individuare possibili glicemie.
- Oscillotonometro: se lo sfigmografo è il padre dello sfigmomanometro, l'oscillotonometro ne è la madre: inventato da Heinrich von Recklinghausen, misura infatti la pressione sanguigna.
- Contacellule di Thoma: questo strumento è la versione manuale del contaglobuli elettronico e veniva utilizzato, come dice il nome, per contare le cellule del sangue paziente e verificare che non ci fossero anomalie.
- Microscopio: anche se conosciuto da tutti, questo strumento merita comunque la nostra attenzione. Non è infatti un microscopio comune, ma è stato prodotto da Francesco Koristka, monta lenti Zeiss, e all'epoca era il meglio del meglio che ci fosse in circolazione, un po' come oggi un microscopio elettronico di ultima generazione.
- "I dieci comandamenti di Nonno Urbano": per ultima, ma non certo per importanza, una lettera scritta da Urbano alla nipote Silvana. Cos'ha di particolare? Racchiude, oltre alle raccomandazioni di comportarsi bene, delle informazioni sull'igiene che oggi potremmo considerare banali, ma che all'epoca evidentemente non lo erano; vi si legge infatti:
- "Ancona, 1º maggio 1946: 10 comandamenti del nonno
- Dare la caccia alle mosche, perché portano le infezioni;
- Lavarsi le mani prima di avvicinarle alla bocca e di toccare il cibo;
- Coprire sempre il pane, le posate, i bicchieri, perché non siano apportatori di infezioni;
- Obbedire ai genitori;
- Non dare le spinte al fratello;
- Sopporta con pazienza le persone moleste;
- Impara a vestirti da te (cioè confezionarti i vestiti);
- Non essere ambiziosa;
- Pensa che al mondo siamo tutti fratelli, quindi aiuta il prossimo e chi soffre;
- Ricordati che chi ha scritto queste righe è il nonno Urbano, il quale ti vuole "tanto... tanto be" (lett.).
- Un Bacio, Dott. Salvolini Urbano"
Pubblicazioni
[modifica | modifica wikitesto]- U. Salvolini, "Contributo clinico alla conoscenza delle disfrenie nevralgiche", estratto dalla "Rivista di Psicologia, Psichiatria e Neuropatologia", Fasc. 16, Vol. II - Editori Fratelli Capaccini, Roma (1898)
- U. Salvolini, "Alcuni casi strani inviati al Lazzaretto per Croup" (1899)
- R. Mori e U. Salvolini, "Cura del tetano con iniezioni di sostanza cerebrale emulsionata", estratto dal Raccoglitore Medico dell'Ospedale Civile di Cesena, Serie VI, Vol. III, n.°4 - Tip. e Lit. Democratica, Forlì (1899)
- U. Salvolini, "L'uso del siero antidifterico" (1899)
- U. Salvolini, "La presenza dell'albumina aceto solubile nell'urina di un nefritico - Nota casistica del dott. Salvolini Urbano", estratto dal Raccoglitore Medico dell'Ospedale Civile di Cesena, Serie VI, Vol IV, n.°18 - Tip. e Lit. Democratica, Forlì (1899)
- U. Salvolini, "Contributo clinico alla cura della peritonite tubercolare ascitica per mezzo della paracentesi e insufflazione di aria" (1899)
- U. Salvolini, "Un caso di tetano traumatico" (1900)
- U. Salvolini, "Contributo alla operazione di Talma" (1900)
- U. Salvolini, "Osservazioni cliniche su due ammalati di tumore cerebrale e su uno di isterismo grave" (1900)
- U. Salvolini, "Note cliniche su 400 ammalati di tifo" - Tip. Nazzareno Bettini, Osimo (1905)
- U. Salvolini, "Un caso di idrocele curato colla trapiantazione extrasierosa del testicolo" (1906)
- U. Salvolini, "Morbo di Dupuytren - contributo anatomo-patologico (con 1 tavola)", estratto dall'annuario del Manicomio Provinciale di Ancona, Anni IV e V - Tipografia Dorica, Ancona (1907)
- U. Salvolini, "L'oftalmoreazione alla tubercolina" (1907)
- U. Salvolini, "Rapida facile determinazione dell'azoto totale delle urine" (1911)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Via Salvolini Urbano, su comune.ancona.it. URL consultato l'11 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
- ^ a b Atto consiliare n. 744 del 10/12/70 Pref. n. 41016/3 del 5/2/71, su comune.ancona.it. URL consultato l'11 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
- ^ vedi il diploma di laurea, dov'è specificato essere "Figlio di: Cleto Salvolini"
- ^ "Il Cittadino", Anno II, n.°8, 23 febbraio 1890 pag. 3
- ^ Tesi
- ^ "Il Cittadino", Anno X, n.°32, 7 agosto 1898 pag.3
- ^ Diploma di laurea
- ^ a b "Storia della Croce Rossa in Emilia Romagna dalla nascita al 1914", pag. 245
- ^ Assorbito dall'Ospedale M. Bufalini dopo la ricostruzione del secondo dopoguerra
- ^ "Il Cittadino", Anno XII n.°4, 28 gennaio 1900, pagg. 1-2
- ^ Retta dalla Congregazione di Carità di Cesena, ulteriori informazioni sulla Congregazione
- ^ Di questi anni esistono ancora il rendiconto statistico da lui stilato dei degenti entrati e usciti (in media 80 al giorno, in tutto curati 1498 infermi) con opportuno riferimento alle sue pubblicazioni, e il registro delle operazioni (più di 230, fra cui operazioni ostetriche, istero-annessiectomie, laparotomie, splenectomie, amputazioni, etc.). "Operazioni chirurgiche eseguite all'Ospedale di Cesena, all'Ospedale di Amandola, ad Osimo ecc." "Operazioni fatte all'Ospedale civile e militare di Cesena" "Rendiconto statistico dal 1º agosto 1898 al 1º marzo 1900" "Quadro I: Infermi entrati ed usciti" "Registro degenze"
- ^ da "Il Cittadino", Aprile-Maggio 1901: "Concittadino che si fa onore-Dalla "Sentinella delle Marche" rileviamo che il nostro carissimo amico dott. Urbano Salvolini è compreso fra i cinque sanitari, che la Commissione, esaminatrice dei titoli dei cinquanta concorrenti al posto di medico-chirurgo ad Osimo ha proposti al Consiglio Comunale per la nomina. Nello stesso giornale si fanno apprezzamenti assai lusinghieri per lui, rilevandone i meriti e i titoli che gli valsero la onorifica classificazione..."
- ^ Archivio storico della città di Amandola, Registro delle deliberazioni consiliari anno 1901, proposta n. 1032 avente ad oggetto: Istanza del Chirurgo Sig. Dottor Bindo Benini per un permesso di assenza
- ^ a b Archivio storico della città di Amandola, Registro delle deliberazioni consiliari anno 1901, proposta n. 1062 avente ad oggetto: Dimissioni del Chirurgo Benini Dottor Bindo
- ^ Archivio storico della città di Amandola, Registro delle deliberazioni consiliari anno 1901, proposta n. 1063 avente ad oggetto: Nomina del nuovo Chirurgo Condotto
- ^ cronistoria della resistenza osimana, su armandoduranti.altervista.org. URL consultato il 17 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
- ^ originariamente appartenuto alla famiglia Briganti Bellini
- ^ collaborazione con la Resistenza Osimana, su comune.ancona.it. URL consultato l'11 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
- ^ "Il Cittadino", Anno XVII n.°4, 22 gennaio 1905, pag.2
- ^ nei suoi registri sono riportati anche i salari, in particolare nel 1938 prende 3330£ più la carta di libera circolazione
- ^ a b Comune di Ancona - Home page, su comune.ancona.it. URL consultato l'11 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
- ^ attuale Facoltà di Medicina e Chirurgia della UNIVPM
- ^ Associazione Anconetana per l'Istruzione e l'Educazione del Popolo, su comune.ancona.it. URL consultato l'11 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
- ^ File:Università popolare di Ancona.jpg - Wikimedia Commons
- ^ Enciclopedia Treccani, Modena Gustavo
- ^ Bollettino della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'UNIV.P.M., "Lettere dalla Facoltà", Anno XV n.°4, Luglio-Agosto 2012 Archiviato l'8 marzo 2014 in Internet Archive.
- ^ probabilmente Giacomo Devoto, ma non certamente
- ^ è una copia degli inizi della collaborazione con sua moglie Marie: si legge infatti in fondo alla prima pagina: "per particolari più completi sui lavori anteriori al Maggio 1903, vedere la tesi di laurea della Signora Curie"
- ^ sono disponibili le lastre, il referto e la pratica del tribunale.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Stradario Storico di Ancona, Via Urbano Salvolini Archiviato il 6 ottobre 2014 in Internet Archive.
- M. Casalini, "La Congregazione di carità di Forlì", Roma, Ist. Ed. di Mon. di Ist. ed Az., 1934, pp. 3–20
- C. Cipolla, N. Bortoletto, A. Ardissone, "Storia della Croce Rossa in Emilia Romagna dalla nascita al 1914" - ed. FrancoAngeli (1989), pag. 245
- Archivio dei giornali storici di Cesena, in particolare "Il Cittadino" e "Il Savio" dall'anno 1890 al 1905. Nel dettaglio:
- "Il Cittadino", Anno II, n.°8, 23 febbraio 1890 pag. 3
- "Il Cittadino", Anno X, n.°32, 7 agosto 1898 pag.3
- "Il Cittadino", Anno XI, n.°51, 17 dicembre 1899, pagg. 2-3
- "Il Cittadino", Anno XII, n.°4, 28 gennaio 1900, pagg. 1-2
- "Il Cittadino", Anno XII, n°7, 18 febbraio 1900, pagg. 1-2
- "Il Cittadino", Anno XIII, n°40, 6 ottobre 1901, pag. 2
- "Il Cittadino", Anno XIII, n°47, 24 novembre 1901, pag. 3
- "Il Cittadino", Anno XVII, n.°4, 22 gennaio 1905, pag. 2
- Archivio storico della città di Amandola, Registro delle deliberazioni consiliari anno 1901 n. 1032, 1062 e 1063 (consultazione solo su richiesta)
- A.N.P.I Osimo, coordinamento delle valli dell'Aspio e del basso Musone, su armandoduranti.altervista.org. URL consultato il 17 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
- Bollettino della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'UNIV.P.M., "Lettere dalla Facoltà", Anno XV n.°4, Luglio-Agosto 2012 (PDF), su med.univpm.it.
- Enciclopedia Treccani, "Dizionario Biografico degli Italiani" - Modena Gustavo, Volume 75 (2011)
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