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Utente:San Zanobi/Sandbox
Assedio di Verona (541)
[modifica | modifica wikitesto]Assedio di Verona parte della Guerra gotica | |||
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Data | Inverno del 541 | ||
Luogo | Verona | ||
Esito | Vittoria del regno ostrogoto | ||
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Voci di battaglie presenti su Teknopedia | |||
L'assedio di Verona fu un episodio bellico avvenuto nell'inverno del 541 durante la guerra gotica (535-553).[1]
L'esercito bizantino riuscì quasi a catturare la città dopo aver preso il controllo della porta con l'aiuto di un traditore, ma lo scoppio di una lite tra i Bizantini riguardo alla spartizione del bottino permise agli ostrogoti sotto Totila di sfruttare il disordine e riprendersi la città.
Contesto
[modifica | modifica wikitesto]In seguito all'ascesa al trono ostrogoto di Totila, Giustiniano chiese ai suoi generali di continuare la conquista dei territori ancora in mano agli Ostrogoti in Italia, che nel 541 controllavano solo un piccolo territorio centrato su Verona e Pavia. Nei mesi precedenti i Bizantini avevano già provato ad espugnare il dominio goto nel Veneto, tentandono invano sotto comando di Vitalio la presa di Treviso, difesa dallo stesso Totila. I generali bizantini Vitalio, Giovanni, Bessa e Artabaze radunarono quindi forze sparse nelle guarnigioni delle grandi città d'Italia e si raccolsero a Ravenna, presieduta già dai generali Costanziano ed Alessandro, per lanciare l'offensiva.
Assedio
[modifica | modifica wikitesto]Costituita un'armata di 12.000 uomini e comandata da 11 duci, i Bizantini marciarono direttamente su Verona, ponendo l'accampamento ad una sessantina di stadi dalla città nella pianura che la separa da Mantova. Il loro piano era quello di espugnare Verona e recarsi in seguito a Pavia per annientare definitivamente gli ostrogoti.
Grazie all'aiuto di un notabile della città fedele all'imperatore di nome Marciano, i Bizantini riuscirono in un primo momento a far penetrare a notte fonda un piccolo draprello di 100 uomini in città al comando dell'armeno Artabaze. La guarnigione Gota, ritenendo erroneamente che si trattasse dell'intero esercito, fuggì da Verona accampandosi su una altura dinanzi alla cinta muraria, da cui era possibile osservare gli avvenimenti all'interno di essa. Nel frattempo, i generali bizantini, invece di far entrare subito il resto dell'esercito in città, si attardarono a discutere sulla spartizione del bottino, per cui all'alba i Goti, guidati da Totila, accortisi dello scarso numero di nemici dentro le mura fecero ritorno in città per la stessa porta dalla quale erano fuggiti e la rioccuparono. L'esercito bizantino, giunto solo in mattinata a ridosso di Verona, si trovò di fronte alle porte chiuse e rinunciò pertanto allo scontro frontale. Gran parte degli uomini di Artabaze, rimasti isolati in città, vennero perciò uccisi e il resto fu costretto a gettarsi dalle mura per scampare al massacro, per cui solo una piccola parte dei 100 Bizantini penetrati in città riuscì a mettersi in salvo, tra cui lo stesso Artabaze.
Conseguenze
[modifica | modifica wikitesto]Dopo che la città fu catturata da Totila, i bizantini si ritirarono oltre il fiume Po, a centoventi stadi da Ravenna, e subirono una sconfitta decisiva nella battaglia di Faenza durante la marcia di ritorno, che inizialmente impedì ogni ulteriore avanzata in Italia.
Verona rimase una piazzaforte ostrogota per tutta la durata della guerra. Il generale bizantino Valeriano tenterà invano di espugnare la città nella primavera del 552, fallendo a causa dell'opposizione delle truppe franche giunte nel mentre a presidio delle Venezie. Verona cadrà in mano bizantina solo il 20 luglio del 561, quando l'ultima sacca di resistenza sotto la guida del nobile goto Widin fu vinta dei soldati del generale Narsete.
La presenza bizantina a Verona fu comunque effimera, passando sotto il dominio dei Longobardi calati in Italia sotto il re Alboino nel 568.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Battaglia seguente: Battaglia di Faenza
- Guerra gotica (535-553)
- Totila
Nemi d'Agostino
[modifica | modifica wikitesto]Nemi d’Agostino (Roma, 1923 – Roma, 14 ottobre 1992) è stato un anglista, scrittore e traduttore italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Roma, dove completò gli studi universitari,[2] ebbe come maestro il saggista Mario Praz, uno dei padri dell'anglistica in Italia e tra i massimi critici dell'opera shakespeariana, di cui fu uno dei suoi allievi preddiletti insieme a Vittorio Gabrieli, Gabriele Baldini, Giorgio Melchiori ed Agostino Lombardo.[3][4] I cinque avrebbero poi fondato una «scuola romana» di critici letterari che avrebbe reso l'anglistica italiana riconosciuta e acclamata nel mondo.[3] Docente di letteratura inglese presso l'Università degli Studi di Milano e La Sapienza di Roma, nel corso della sua decennale carriera d'Agostino si occupò sopratutto delle opere dei maggiori autori britannici e americani, in veste sia di critico letterario sia di traduttore.[3][5]
Fra il 1953 ed il 1956 pubblicò alcuni saggi sulla poetica di Ezra Pound, riuniti poi nella monografia Ezra Pound - reputata il miglior contributo italiano sulla poesia poundiana[6] -, miranti a porre in secondo piano l'empirismo della poetica del letterato a favore invece degli aspetti estetizzanti ed irrazionali, ricostruiti ponendo in luce le influenze sia ambientali che individuali dell'autore.[7] [8] Nel 1961 scrisse inoltre la voce sull'enciclopedia Treccani dello stesso Ezra Pound, nonché quelle di altri autori di lingua inglese come Christopher Marlowe.[9]
Fu uno dei primi esponenti della critica italiana a riscoprire Francis Scott Fitzgerald, dopo che le prime pubblicazioni del 1936 e del 1941, inserite da Elio Vittorini all’interno dell’antologia Americana (Bompiani, 1941) con traduzione di Eugenio Montale si erano rivelate un insuccesso.[10] Nonostante lo scrittore americano componesse in prosa, lo definì un «poeta» per via sul suo stile, che soprannominò «lirismo magico» in un articolo comparso su Studi Americani nel 1957.[11]
Nemi d'Agostino è ricordato inoltre per la traduzione in italiano del romanzo Moby Dick di Herman Melville, edito da Garzanti nel 1966, nella quale si distinse per la fedeltà al testo originario e per la chiarezza dei termini usati.[12] Fino ad allora, la traduzione italiana più importante del capolavoro di Melville era stata quella di Cesare Pavese del 1932 e con essa si dovette misurare.
«Mi sembra che D'Agostino abbia risolto il suo problema nel modo più brillante. Rispettando, cioè, lo spirito, lo straordinario orecchio con cui Pavese ci aveva porto la prosa dei «marinaio-filosofo », e Insieme adattandone alla nostra epoca moltissimi termini: sia aggiornando talune espressionl, sia restituendo ad altre, con maggiore aderenza al testo originale, il loro significato pregnante là dove Pavese ne aveva colto solo l'avvincente aspetto coloristico.»
— Corriere della Sera, 2 ottobre 1966
Negli anni Settanta, inaugurò un sodalizio culturale con numerosi esponenti del teatro, della musica e della letteratura italiana contemporanea. Nel 1970 collaborò col compositore Francesco Pennisi, scrivendo i testi di Lune offensée e Serene, due canzoni in lingua francese per soprano, flauto, pianoforte preparato e contrabbasso.[13] Sempre con Pennisi sceneggiò nel 1972 la prima opera di teatro musicale del compositore acese, Sylvia Symplex, rappresentata alla Biennale di Venezia.[14] Sotto la regia di Roberto Guicciardini, nel 1975 fu lo sceneggiatore dell'adattamento televisivo de La scuola della maldicenza, la commedia di maniera settecentesca di Richard Brinsley Sheridan.[15] Infine, nel 1979 inaugurò assieme all'anglista e critico letterario Agostino Lombardo il seminario Shakespeare e il suo tempo presso il Teatro Lirico di Milano, che si svolse in dieci giornate nel corso di tre mesi.[16]
A partire dal 1984 e per i successivi otto anni, Nemi d'Agostino collaborò con il linguista e critico Sergio Perosa alla traduzione di 38 opere teatrali shakespeariane, includendo i più celebri drammi e sonetti del poeta inglese. Questi lavori, pubblicati da Garzanti, furono arricchiti con nuove traduzioni e commenti elaborati da un gruppo di studiosi italiani, offrendo così una testimonianza collettiva di come Shakespeare veniva letto, interpretato e tradotto alla fine del XX secolo.[17]
Nemi d'Agostino si spense improvvisamente nel 1992, lasciando incompiuta l'opera omnia shakespeariana. I restanti volumetti (d'Agostino fece in tempo a redigerne 22) furono portati a termine dall'amico e critico letterario Sergio Perosa verso il finire del secolo.[3]
Opere principali
[modifica | modifica wikitesto]Autore
[modifica | modifica wikitesto]- L'ordine e il caos, studi sugli augustei, 1947 Università di Trieste.[18]
- Christopher Marlowe, 1950 Edizioni di Storia e Letteratura.
- Shakespeare e il Rinascimento, 1959 Istituto di Filologia Germanica.
- Ezra Pound,1960 Edizioni di Storia e Letteratura.[8]
- L’ultimo Hemingway, 1960, The Sewanee Review.[19]
- Sette discordanze, 1978 Guanda editore.
Traduttore
[modifica | modifica wikitesto]- I sette pilastri della saggezza di T.E.Lawrence. 1949 Collana Omnibus, Milano, Bompiani.
- Il colonnello Jack di Daniel Defoe, 1953 Milano, Garzanti.
- On the Limits of Poetry: Selected Essays, 1928-1948 di Allen Tate, 1957 Roma, Edizioni di storia e letteratura
- Moby Dick di Herman Melville, 1966 Collana Garzanti per tutti: I grandi libri, Milano, Garzanti
- La tragica storia del Dottor Faust di Christopher Marlowe, 1983 Mondadori,
Shakespeare
[modifica | modifica wikitesto]- La Tempesta, 1984 Milano, Garzanti.
- Amleto, 1984 Milano, Garzanti ("Grandi Libri Garzanti").[20]
- Coriolano, 1988 Milano, Garzanti.
- Macbeth, 1989 Milano, Garzanti.
- Come vi piace, 1990 Milano, Garzanti.
- Re Lear, 1990 Milano, Garzanti.
- Le allegre comari di Windsor, 1992 Milano, Garzanti.
Curatele
[modifica | modifica wikitesto]- Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare. Traduzione, presentazione e note di Marcello Pagnini
- Otello di William Shakespeare. Traduzione di Sergio Perosa
- La dodicesima notte di William Shakespeare. Traduzione di Carlo Alberto Corsi
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- ^ P. J. Heather, The restoration of Rome: barbarian popes and imperial pretenders, Oxford University Press, USA, 2014, ISBN 978-0-19-936851-8.
- ^ Cesare Cases, Confessioni di un ottuagenario, Donzelli Editore, 2003, ISBN 978-88-7989-762-4. URL consultato il 19 settembre 2024.
- ^ a b c d La Stampa - Consultazione Archivio, su www.archiviolastampa.it. URL consultato il 19 settembre 2024.
- ^ Arturo Cattaneo, Chi stramalediva gli inglesi: la diffusione della letteratura inglese e americana in Italia tra le due guerre, Vita e Pensiero, 2007, ISBN 978-88-343-1589-7. URL consultato il 19 settembre 2024.
- ^ Archivio Corriere della Sera, su archivio.corriere.it. URL consultato il 19 settembre 2024.
- ^ Bernetta Quinn, Niccolo Zapponi e Donald Davie, L'Italia Di Ezra Pound., in American Literature, vol. 49, n. 2, 1977-05, pp. 282, DOI:10.2307/2925437. URL consultato il 19 settembre 2024.
- ^ Tommaso Lisa, Le poetiche dell'oggetto da Luciano Anceschi ai novissimi: linee evolutive di un'istituzione della poesia del Novecento, Firenze University Press, 2007, ISBN 978-88-8453-556-6. URL consultato il 19 settembre 2024.
- ^ a b D'Agostino Nemi, Ezra Pound, Edizioni di Storia e Letteratura, 1960, ISBN 978-88-8498-581-1. URL consultato il 19 settembre 2024.
- ^ Nemi d'Agostino - Treccani, su Treccani. URL consultato il 19 settembre 2024.
- ^ Il rapporto di Fitzgerald con il racconto breve, su Flanerí, 23 febbraio 2018. URL consultato il 19 settembre 2024.
- ^ Francis Scott Fitzgerald e l’Italia, su Nuova ciminiera. URL consultato il 19 settembre 2024.
- ^ Reinventare Moby Dick, su Il Sole 24 ORE. URL consultato il 19 settembre 2024.
- ^ PENNISI, Francesco - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato il 19 settembre 2024.
- ^ Francesco Pennisi e la musica contemporanea italiana - Rivista Musica, su rivistamusica.com, 29 ottobre 2020. URL consultato il 19 settembre 2024.
- ^ Alarico Salaroli, Magda Mercatali e Antonio Salines, La scuola della maldicenza, RAI Radiotelevisione Italiana, 7 novembre 1975. URL consultato il 19 settembre 2024.
- ^ Archivio Corriere della Sera, su archivio.corriere.it. URL consultato il 19 settembre 2024.
- ^ SakesKerm, su digilander.libero.it. URL consultato il 19 settembre 2024.
- ^ Nemi D'Agostino, L'ordine e il caos: studi sugli augustei, Università di Trieste, Istituto di filologia germanica, 1947. URL consultato il 19 settembre 2024.
- ^ Katharine T. Internet Archive, Twentieth century interpretations of The old man and the sea; a collection of critical essays, Englewood Cliffs, N.J., Prentice-Hall, 1968. URL consultato il 19 settembre 2024.
- ^ Shakespeare: Traduzione Italiane, su shine.unibas.ch. URL consultato il 19 settembre 2024.