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Chiesa di Santo Spirito alla Ghisolfa
Chiesa di Santo Spirito alla Ghisolfa | |
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Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Milano |
Indirizzo | Via Delfico 26, Milano |
Coordinate | 45°29′41.52″N 9°09′46.78″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Spirito Santo |
Ordine | Servi della Carità di san Luigi Guanella |
Diocesi | Milano |
Inizio costruzione | 1573 |
La chiesa di Santo Spirito alla Ghisolfa (detta anche alla Colombara) è una piccola chiesa con campanile, situata a Milano. Essa rappresenta oggi un'importante memoria storica dell'antico quartiere della Ghisolfa.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La data di fondazione della chiesa è il 1505, come riporta un'iscrizione all'interno del campanile. Tuttavia, quest'ultimo è l'unica porzione rimasta dell'edificio originale, mentre la chiesa è stata costruita nella seconda metà del Cinquecento per opera dei Padri Somaschi. Secondo i documenti di archivio, il medico Giovanni Dugnani fece nel 1566 una donazione allo scopo di sostenere gli studi letterari di orfani desiderosi di intraprendere la vita religiosa. Questa donazione comprendeva, oltre a denaro e suppellettili, terreni e una casa in un sobborgo noto come Ghisolfa, all'esterno delle mura di Milano. L'edificio fu chiamato Casa del Santo Spirito alla Colombara ed era la residenza degli studenti e dei loro educatori. La chiesa, dedicata allo Spirito Santo, venne costruita sul terreno adiacente alla casa della Colombara, mantenendo il campanile originale, ed era a disposizione non solo della piccola comunità del collegio, ma anche della popolazione locale, che abitava distante dalla chiesa parrocchiale.[1][2]
Nel 1785, a causa del ridimensionamento degli ordini religiosi e dell'occupazione francese, i Padri Somaschi furono obbligati a chiudere il collegio della Colombara. Il terreno fu ceduto al marchese Francesco Visconti, ma la comunità della Ghisolfa avviò azioni legali, rivendicando e ottenendo l'autonomia della chiesetta di Santo Spirito, sulla base della data incisa nel campanile. Queste dispute si ripresentarono a ogni passaggio di proprietà, prima al capitano Galliari (1806), poi a Giuseppe Vallardi (1837) e infine a Francesco Turati; in tutti i casi, il Tribunale ribadì l'appartenenza della Chiesa di Santo Spirito alla comunità della Ghisolfa. Nel 1912, la gestione della chiesa è passata dalla parrocchia della S.S. Trinità a quella della Bovisa; dal 1955, la chiesa e la comunità della Ghisolfa dipendono dalla vicina Parrocchia di San Gaetano, in via Mac Mahon 92.[1][2]
Originariamente, la chiesa sorgeva in aperta campagna, ma l'espansione della città e la trasformazione del quartiere nel corso del Novecento hanno portato alla costruzione di numerose case, che oggi circondano completamente l'edificio.[1]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Esterno
[modifica | modifica wikitesto]L'edificio è a pianta rettangolare, di dimensioni 15 m x 7,30 m. La facciata è decorata da una finestrella circolare, con una vetrata variopinta; in essa è raffigurata una colomba, simbolo dello Spirito Santo. Anticamente, la porta era sovrastata da un dipinto, racchiuso all'interno di un rilievo in stile barocco, visibile ancora oggi. Il campanile è stato sottomurato e rialzato nel 1885; vi sono state installate due campane, la prima nel 1816 e la seconda nel 1837.[1]
Interno
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa è a navata singola e due campate con volta a crociera; un arco separa la navata dall'abside poligonale. La struttura è costituita da mattoni in cotto, in passato a vista e oggi ricoperti di intonaco. Gran parte degli arredi sacri e l'originale altare in legno sono stati saccheggiati nel corso del tempo; rimane il crocifisso settecentesco, al di sopra del tabernacolo e sovrastato da una rappresentazione dello Spirito Santo in forma di colomba. Le vetrate, realizzate verso la fine del Novecento, rappresentano i Quattro Evangelisti. In fondo alla parete laterale sinistra si trova una statua di San Luigi Gonzaga, patrono della gioventù, che si recava nella chiesetta per i propri esercizi spirituali e a cui l'edificio è oggi dedicato.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Veritas et Virtus Semper - Centro Culturale, La Chiesetta di Santo Spirito alla Ghisolfa (opuscolo informativo), febbraio 2022.
- Antonio Iosa, Memoria storica e rinnovo urbano, i quartieri di Milano (vol I), Milano, Centro Culturale Carlo Perini, 1999.
- Carlo Ponzoni, Le chiese di Milano, Milano, Arti Grafiche Milanesi, 1930.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Santo Spirito alla Ghisolfa
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa di Santo Spirito alla Ghisolfa, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.
- Chiesa di Santo Spirito alla Ghisolfa, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.
- Chiesa di S. Spirito alla Ghisolfa, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 13 giugno 2022.
- Chiesa di Santo Spirito alla Ghisolfa, su tripadvisor.it. URL consultato il 13 giugno 2022.
- Milano-Ghisolfa – Una bella cascina sparita e una chiesetta nascosta, su blog.urbanfile.org. URL consultato il 13 giugno 2022.