Arcidiocesi di Ancira
Ancira Sede arcivescovile titolare Archidioecesis Ancyrana Chiesa latina | |
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Mappa delle sedi metropolitane del patriarcato di Costantinopoli in Anatolia attorno al 1880 | |
Arcivescovo titolare | sede vacante |
Istituita | XVII secolo |
Stato | Turchia |
Arcidiocesi soppressa di Ancira | |
Diocesi suffraganee | Tavio, Giuliopoli, Aspona, Verinopoli, Mnizo, Cinna, Anastasiopoli, Calumene (suffraganee del X secolo) |
Eretta | III secolo |
Soppressa | XX secolo |
Dati dall'annuario pontificio | |
Sedi titolari cattoliche | |
L'arcidiocesi di Ancira è una sede soppressa del patriarcato di Costantinopoli (in greco: Ιερά Μητρόπολις Αγκύρας; Iera Mitropolis Ankyras) e una sede titolare del medesimo patriarcato e della Chiesa cattolica (in latino Archidioecesis Ancyrana).
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Ancyra, l'odierna città di Ankara nel cuore dell'Anatolia, era la capitale della provincia romana della Galazia e poi della Galazia Prima, provincia sorta alla fine del IV secolo per divisione dell'antica regione storica. Nel V secolo la Galazia entrò a far parte della diocesi civile del Ponto.
Non si hanno dato certi sull'origine della comunità cristiana ad Ancyra, che la tradizione fonda in età apostolica. Il Martirologio Romano ricorda diversi martiri di Ancira: Clemente vescovo e Agatangelo (23 gennaio), Basilio presbitero (22 marzo), Teodoto e le sette vergini (18 maggio), Proclo e Ilarione (12 luglio), Platone (22 luglio), Giuliano sacerdote (13 settembre), Nilo abate (12 novembre), Filomeno (29 novembre), Gemello (10 dicembre),
Nel IV secolo, con l'affermarsi del cristianesimo, poiché era capitale di una provincia romana, Ancira divenne sede metropolitana. Nelle Notitiae Episcopatuum occupa generalmente il 4º posto nell'ordine gerarchico delle metropolie del patriarcato di Costantinopoli, dopo Cesarea, Efeso e Eraclea.[1]
Ad Ancira furono celebrati alcuni sinodi regionali.[2] Tra questi si ricordano il sinodo del 273, che regolò alcune questioni riguardanti la disciplina ecclesiastica. E soprattutto il sinodo del 314, a cui presenziarono più di cento vescovi di quasi tutte le province asiatiche dell'Impero romano e i cui canoni, che sono giunti fino a noi, sono stati in larga parte recepiti dal concilio ecumenico di Nicea del 325: in esso fu stabilito il divieto riguardante diaconi, preti e vescovi di sposarsi dopo l'ordinazione; venne adottata una serie di misure riguardanti il reinserimento dei lapsi nella Chiesa, alcune norme penitenziali per vari peccati gravi (assassinio, peccati sessuali, magia) e un certo numero di regole disciplinari e amministrative concernenti il clero. Infine un terzo sinodo, di carattere semi-ariano, fu celebrato ad Ancira nel 358, presieduto dal locale vescovo Basilio.
La Notitia attribuita all'imperatore Leone VI e databile all'inizio del X secolo, attribuisce a Cesarea 8 diocesi suffraganee: Tavio, Giuliopoli, Aspona, Verinopoli, Mnizo, Cinna, Anastasiopoli (anticamente Lagania) e Calumene.[3] Le stesse suffraganee sono menzionate ancora nella Notitia del XII secolo, l'ultima che riporta l'elenco delle suffraganee per ogni sede metropolitana. La riduzione della popolazione cristiana nella regione dopo la conquista ottomana porterà alla scomparsa di tutte queste suffraganee, status già attestato dal XV secolo.[4]
Pur essendo documentata in tutte le fonti patriarcali, non è chiaro se Ancyra, per i secoli XIV-XVII, fosse una sede residenziale o solamente titolare o se addirittura fosse stata soppressa. A causa della riduzione del numero dei fedeli, la metropolia viveva una difficile situazione economica, che non le permetteva il minimo necessario per la propria sussistenza. La stessa cronotassi episcopale evidenzia che in questi secoli si conoscono i nomi di pochissimi vescovi, e solo dal XVIII secolo la lista dei vescovi si fa più continua.[5]
La comunità ortodossa era ancora numerosa all'inizio del XX secolo, quando si contavano all'incirca 40.000 fedeli, per lo più Karamanlidi. La metropolia comprendeva il vilayet di Ankara, escluso il sangiaccato di Kayseri, che apparteneva alla metropolia di Cesarea;[4] dal 1794 cattedrale metropolitana era la chiesa di San Nicola.[5]
La comunità e l'arcidiocesi sono scomparse in seguito agli accordi del trattato di Losanna del 1923 che ha imposto obbligatoriamente lo scambio delle popolazioni tra Grecia e Turchia.
Sedi titolari
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la fine della presenza cristiana ortodossa a Ancyra e nel suo territorio, il patriarcato ecumenico di Costantinopoli ha attribuito il titolo di Ancyra[6] in una sola occasione, il 10 luglio 2018, a Geremia Kallighiorghis, già metropolita della Svizzera.
Dal XVII secolo Ancira è annoverata tra le sedi arcivescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 24 maggio 1976.
Cronotassi
[modifica | modifica wikitesto]Arcivescovi greci
[modifica | modifica wikitesto]- San Teodoto (o Teodoro) †
- San Clemente † (all'epoca di Diocleziano)
- Marcello † (circa 314 - 335 deposto)
- Basilio I † (335 - circa 344 deposto)
- Marcello † (circa 344 - 353 deposto) (per la seconda volta)
- Basilio I † (353 - 360 deposto) (per la seconda volta)
- Atanasio I † (360 - 361)
- Basilio I † (361 - 362 deceduto) (per la terza volta)
- Atanasio I † (362 - 373 deceduto) (per la seconda volta)
- Anonimo † (prima del 381)
- Arabiano † (prima del 394 - dopo il 400)[7]
- Leonzio † (menzionato nel 404)
- Teodoto † (menzionato nel 431)
- Eusebio † (prima del 446 - dopo il 451)
- Anastasio † (prima del 458 - dopo il 459)
- Doroteo I † (? - 513 deceduto)
- Elpidio † (menzionato nel 536)
- Domiziano † (menzionato nel 537)
- Doroteo II † (menzionato nel 553)
- Frontiniano † (562 - ?)[8]
- Paolo † (prima del 582 - dopo il 595)
- Platone † (menzionato nel 680)
- Stefano I † (menzionato nel 692)
- Basilio II † (menzionato nel 787)
- Teodoro † (prima metà del IX secolo)[9]
- Teodolo † (circa estate/autunno 858 - dopo l'869)[10]
- Daniele † (menzionato nell'879)[11]
- Teofilatto † (menzionato nell'892)
- Gabriele † (prima del 907/908 - 912 deposto)[12]
- Gregorio I † (menzionato nel 945)[13]
- Giovanni † (menzionato nel 997)[14]
- Teofilo I † (inizio dell'XI secolo)[15]
- Giovanni † (XI secolo)[16]
- Michele I † (prima del 1029 - 1032)[17]
- Niceta I † (menzionato nel 1032)[18]
- Nicola † (menzionato nel 1038)[19]
- Michele II † (all'epoca del patriarca Michele I Cerulario, 1043-1059)
- Anonimo † (menzionato nel 1067)
- Niceta II † (prima del 1072 - dopo il 1087)[20]
- Teofilo II † (XII secolo)[21]
- Anonimo † (menzionato nel 1140 e nel 1151)
- Stefano II † (menzionato nel 1157)[22]
- Michele III † (1174 - ? eletto metropolita di Cerasonte)[23]
- Cristoforo † (menzionato nel 1232)
- Gregorio II † (menzionato nel 1260)
- Babila † (menzionato nel 1320)
- Anonimo † (menzionato nel 1399)
- Macario † (inizio del XV secolo)
- Costantino † (menzionato nel 1450)
- Sabbachio † (menzionato nel 1596)
- Germano †
- Anonimo † (menzionato nel 1603)
- Lorenzo † (prima del 1639 - dopo il 1642/1643)
- Gerasimo † (? - 14 marzo 1674 eletto metropolita di Bizia)[24]
- Atanasio II † (? - circa fine maggio 1709 eletto patriarca di Costantinopoli)
- Neofito † (menzionato nel 1721)
- Antimo † (menzionato nel 1765)
- Gioannizio I † (prima del 1793 - marzo 1811 eletto metropolita di Nicea)
- Sofronio † (marzo 1811 - 1814 deceduto)
- Metodio † (giugno 1814 - 13 maggio 1823 eletto patriarca di Antiochia)
- Agatangelo Myrianthousis † (maggio 1823 - settembre 1827 eletto metropolita di Thiva)
- Teodosio † (ottobre 1827 - 1834 deceduto)
- Gerasimo I Domninos † (1834 - settembre 1836 eletto metropolita di Efeso)
- Cirillo † (settembre 1836 - agosto 1838 dimesso)
- Niceforo † (agosto 1838 - giugno 1845 eletto metropolita di Nyssa)
- Ieroteo † (giugno 1845 - dicembre 1852 dimesso)
- Melezio † (dicembre 1852 - 16 ottobre 1860 eletto metropolita di Filadelfia)
- Gioannizio II Ikonomou † (ottobre 1860 - 25 maggio 1872 eletto metropolita di Filippi)
- Crisante † (25 maggio 1872 - agosto 1877 deceduto)
- Gerasimo II † (3 settembre 1877 - gennaio 1899 deceduto)
- Nicola Sakkopoulos † (1º maggio 1899 - 19 ottobre 1902 eletto metropolita di Maronia)
- Sofronio Nistopoulos † (19 ottobre 1902 - 27 marzo 1910 eletto metropolita di Cesarea)
- Gervaso Sarasitis † (1º aprile 1910 - 17 novembre 1922 eletto metropolita di Alessandropoli)
Arcivescovi titolari greci
[modifica | modifica wikitesto]- Geremia Kallighiorghis, dal 10 luglio 2018
Arcivescovi titolari latini
[modifica | modifica wikitesto]- Cesare Nardi, O.F.M.Conv. † (1º luglio 1622 - 1633 deceduto)
- Ferrante (Pietro Paolo di San Francesco) Di Palma Artois, O.C.D. † (17 settembre 1696 - 4 gennaio 1700 deceduto)[25]
- Raimondo Gallani, O.P. † (19 gennaio 1708 - 23 marzo 1722 nominato arcivescovo di Ragusa)
- Giusto Fontanini † (5 settembre 1725 - 17 aprile 1736 deceduto)
- Gaetano Calvani † (20 novembre 1747 - 1757 deceduto)[26]
- Angelo Maria Durini † (22 dicembre 1766 - 28 aprile 1796 deceduto)
- Giovanni Marchetti † (26 settembre 1814 - 15 novembre 1829 deceduto)
- Mariano Báguena Varona † (30 settembre 1831 - 15 luglio 1837 deceduto)
- Stefano Scerra † (10 aprile 1851 - 20 gennaio 1859 deceduto)
- Vincenzo Spaccapietra, C.M. † (12 settembre 1859 - 8 aprile 1862 nominato arcivescovo di Smirne)
- Giacomo Cattani † (16 marzo 1868 - 19 settembre 1879 nominato cardinale presbitero di Santa Balbina)
- Fedele Sutter, O.F.M.Cap. † (2 agosto 1881 - 30 agosto 1883 deceduto)
- Giovanni Cirino † (8 novembre 1884 - 12 maggio 1896 deceduto)
- Giulio Vaccaro † (30 novembre 1896 - 24 marzo 1898 nominato arcivescovo di Bari e Canosa)
- Giacomo Merizzi † (28 novembre 1898 - 21 agosto 1902 nominato arcivescovo titolare di Mocisso)
- Giulio Tonti † (23 agosto 1902 - 6 dicembre 1915 nominato cardinale presbitero dei Santi Silvestro e Martino ai Monti)
- Pellegrino Francesco Stagni, O.S.M. † (1º gennaio 1916 - 23 settembre 1918 deceduto)
- Michele Zezza † (3 luglio 1919 - 4 aprile 1923 nominato arcivescovo di Napoli)
- Oreste Giorgi † (26 aprile 1924 - 27 aprile 1924 dimesso)
- Gaetano Cicognani † (11 gennaio 1925 - 12 gennaio 1953 nominato cardinale presbitero di Santa Cecilia)
- Opilio Rossi † (21 novembre 1953 - 24 maggio 1976 nominato cardinale diacono di Santa Maria Liberatrice a Monte Testaccio)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae. Texte critique, introduction et notes, Paris, 1981, indice p. 483, Ankyra, Ancyre, métropole de Galatia.
- ^ X. Le Bachelet, v. Ancyre (Conciles d'), in «Dictionnaire de théologie catholique», vol. I, coll. 1173-1177.
- ^ Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae…], pp 275-276, nn. 170-178.
- ^ a b Karalevsky, «Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques», vol. II, col. 1539.
- ^ a b Μουστάκας, Αγκύρας Μητρόπολις (Οθωμανική Περίοδος)], Εγκυκλοπαίδεια Μείζονος Ελληνισμού-Μικρά Ασία, 2002.
- ^ Benché non vi sia più una presenza cristiano-ortodossa nel territorio, dal punto di vista canonico la metropolia di Ancyra non è mai stata formalmente soppressa dai patriarchi di Costantinopoli (Kiminas, The ecumenical patriarchate…, pp. 215 e seguenti).
- ^ (FR) Ernest Honigmann, Le concile de Constantinople de 394 et les auteurs du «Syntagma des XIV titres», in Paul Devos (dir.), Trois mémoires posthumes d'histoire et de géographie de l'Orient chrétien, Bruxelles, 1961, p. 38.
- ^ Già metropolita di Salona, esiliato nel 553 ad Antinoe in Egitto per essersi rifiutato di condannare i Tre Capitoli, ritornò dall'esilio e fu destinato alla sede di Ancira.
- ^ Theodoros, PMBZ nº 7686.
- ^ Theodulos, PMBZ nº 7990.
- ^ Già metropolita di Nicopoli in Epiro.
- ^ Gabriel, PMBZ nº 22023.
- ^ Gregorios, PMBZ nº 22403.
- ^ Ioannes, PMBZ nº 23176.
- ^ Theophilos, PMBZ nº 28170.
- ^ Ioannes, PBW 20768.
- ^ Michael, PBW 109.
- ^ Niketas, PBW 181.
- ^ Nikolaos, PBW 182.
- ^ Niketas, PBW 135.
- ^ Theophilos, PBW 20105.
- ^ Nikolaos, PBW 161.
- ^ Michael, PBW 302 .
- ^ (EL) Γερμανός, μιτρ. Σάρδεων, Ἐπισκοπικοὶ κατάλογοι τῶν ἐπαρχιών τῆς ἀνατολικῆς καὶ δυτικῆς Θράκης, Θρακικά, 6, 1935, p. 54.
- ^ (DE) Heinrich Kugelmüller, Verzeichniß aller Kardinäle, Erzbischöfe und Bischöfe, welche bisher aus dem Ordender Barfüsser-Karmeliter hervorgetretten sind, Augsburg, 1814, pp. 21, 25.
- ^ "L'episcopato cattolico e un elenco cronologico dei vescovi di Bertinoro", Il Vero amico, vol. 10, ediz. 19, 7 maggio 1858, p. 75.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) C. Karalevsky, v. Ancyre - Métropole grecque, Dictionnaire d'Histoire et de Géographie ecclésiastiques, vol. II, Paris, 1914, coll. 1538-1543
- (LA) Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Graz, 1957, p. 441
- (LA) Michel Le Quien, Oriens christianus in quatuor Patriarchatus digestus, Parigi, 1740, Tomo I, coll. 455-474
- (LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 4, p. 104 (nota 4 di Ossero); vol. 5, p. 84; vol. 6, p. 82
- Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, vol. 2, pp. 41–43
- (DE) Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit online, Berlin-Boston, 2013
- (EN) Prosopography of the Byzantine World, edizione 2016 online
- (EN) Demetrius Kiminas, The ecumenical patriarchate. A history of its metropolitanates with annotated hierarch catalogs, 2009, pp. 97-99
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) La sede titolare nel sito di www.catholic-hierarchy.org
- (EN) La sede titolare nel sito di www.gcatholic.org
- (EN) I canoni del Concilio di Ancyra
- (EL) Κωνσταντίνος Μουστάκας, Αγκύρας Μητρόπολις (Οθωμανική Περίοδος), Εγκυκλοπαίδεια Μείζονος Ελληνισμού-Μικρά Ασία (Costantino Moustakas, Metropoli di Ancira (periodo ottomano), Enciclopedia del mondo ellenico - Asia minore), 2002