Trachinidae
Tracine | |
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Echiichthys vipera | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Actinopterygii |
Ordine | Perciformes |
Famiglia | Trachinidae |
La famiglia Trachinidae comprende 9 specie di pesci d'acqua salata conosciuti comunemente come tracine o pesci ragno, appartenenti all'ordine Perciformes.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Questi pesci sono diffusi nei bassi fondali sabbiosi di tutto il mar Mediterraneo e sulle coste atlantiche dall'Europa occidentale a nord fino all'arcipelago britannico e a sud fino all'Africa tropicale. Una specie vive nell'Oceano Pacifico cileno.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Le tracine presentano un corpo cilindrico ma appiattito sul ventre (sono pesci che vivono principalmente sul fondo), con testa arrotondata, bocca molto grande rivolta verso l'alto e occhi posti molto in alto sulla testa.
Le pinne pettorali sono ampie, le ventrali piccole. La lunga pinna dorsale è preceduta da una pinna formata da 5-6 raggi-spine cavi, collegati a una ghiandola velenifera. Altre spine velenifere sono poste sull'opercolo branchiale. La pinna anale è opposta e simmetrica alla dorsale. La pinna caudale è a delta. La livrea è variabile da specie a specie, anche se tutte presentano un ventre giallo-bianco, mentre il resto del corpo ha un colore di fondo bianco, giallo o beige marezzato di bruno o di nero.
Le dimensioni variano dai 15 cm di Trachinus collignoni ai 53 cm di Trachinus draco.
Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]Le tracine si infossano nel fondale sabbioso, lasciando liberi solo gli occhi e le spine velenifere. Quando una preda capita a portata di bocca esse escono velocemente dal loro nascondiglio. Si cibano di piccoli pesci e crostacei.
Predatori
[modifica | modifica wikitesto]Non hanno molti predatori, poiché la loro puntura dolorosa è un'esperienza estremamente dissuasiva per qualunque animale provi a inghiottirli.
Pesca
[modifica | modifica wikitesto]Le tracine sono pescate per le loro carni delicate, anche se conosciute come pesce povero. Sono cucinate in bianco, se grandi, oppure fritte o ancora aggiunte alle zuppe e ai brodi di pesce se piccole. Vengono catturate sia con le reti da posta che con vari tipi di lenze, compresa la pesca alla traina e anche la pesca a strascico.
Pericolosità per l'uomo
[modifica | modifica wikitesto]Questi pesci sono dotati di aculei velenosi sul dorso, che utilizzano a scopo difensivo. Per l'uomo non è raro venire a contatto con questi pesci, sia sulle spiagge sia durante la pesca. Il dolore è molto acuto, un bruciore profondo che si irradia dalla ferita lungo tutto l'arto, raramente arrivando fino all'inguine o all'ascella (a seconda dell'arto colpito), raggiungendo il suo massimo dopo 30-45 minuti dalla puntura e perdurando a volte per 24 ore, con strascichi di formicolii e insensibilità.
Nonostante il fortissimo dolore (si dice che i pescatori che si pungevano in antichità venissero legati per evitare che si uccidessero buttandosi a mare), il veleno non è pericoloso per l'uomo e viene smaltito in fretta. Piuttosto spesso, però, per lo shock doloroso l'organismo reagisce con nausea, vomito, tremori, svenimenti e giramenti di testa. Sono necessarie profilassi antidolorifica e antitetanica.
Per un primo soccorso è utile immergere la zona colpita in acqua molto calda (anche salata) per almeno un'ora, o tenerla per 30 minuti sotto la sabbia riscaldata dal sole, poiché il veleno è termolabile. Non è consigliato l'utilizzo di acqua fredda o ammoniaca. È utile premere per qualche istante sulla ferita per favorire l'uscita di sangue e ridurre il rischio di infezione. Il contatto con gli aculei del pesce può provocare in poco tempo pesanti irritazioni e dolori crescenti che si propagano per tutto il corpo; può risultare particolarmente pericoloso nei soggetti affetti da patologie cardiache; alcune testimonianze in merito non escludono che abbia provocato la morte per arresto cardiaco.
Specie
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia comprende 9 specie, suddivise in due generi:
- Genere Echiichthys
- Genere Trachinus
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Tortonese E. Osteichthyes, Calderini, 1975
- Costa F. Atlante dei pesci dei mari italiani, Mursia, 1991 ISBN 8842510033
- Lythgoe J. e G Il libro completo dei pesci dei mari europei, Mursia, 1971
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Trachinidae
- Wikispecies contiene informazioni su Trachinidae
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Scheda identificativa su FishBase, su fishbase.org.