La nausea, parola derivante dal latino nausea, "mal di mare", derivante a sua volta dal greco ναυσία, variante ionica di ναυτία, derivante da ναῦς, "nave"[1], è una sensazione di malessere e fastidio allo stomaco che può precedere il vomito.
Cause
[modifica | modifica wikitesto]Può essere un effetto collaterale di molti farmaci, in particolare oppiacei, e può anche comparire dopo un'indigestione, specie di cibi dolci. Questo fenomeno è dovuto principalmente all'attività locale degli oppiacei sui recettori mu presenti nel plesso mesenterico del tratto gastrointestinale[2]. Tuttavia, la combinazione terapeutica ossicodone/naloxone a rilascio prolungato (grazie alla doppia azione agonista/antagonista sui recettori mu) ha dimostrato di essere efficace in termini di sollievo dal dolore, ma anche sicuro, garantendo una riduzione dei sintomi indotti da oppiacei tra cui la nausea[2].
La nausea non è una malattia bensì un sintomo di numerose patologie, molte delle quali sono relative allo stomaco. Inoltre è spesso indicativa di una malattia latente nell'organismo. Il mal di mare, dovuto alla confusione tra movimento percepito e movimento reale, ne è un esempio: il senso dell'equilibrio si trova nell'orecchio interno e funziona con la vista. Quando questi due sensi non concordano su quanto il corpo si stia muovendo, il sintomo risultante sarà la nausea, sebbene lo stomaco non abbia a che fare con questa condizione. L'interessamento dello stomaco avviene perché il cervello ritiene che uno dei due sensi sia ingannato dall'ingestione di un veleno; quindi stimolerebbe il vomito per eliminare la sostanza tossica[senza fonte].
In medicina, la nausea può presentarsi durante la chemioterapia e dopo gli interventi chirurgici in anestesia generale. È sintomo comune dei primi mesi della gravidanza; in tal caso una nausea moderata è da considerarsi normale.
Altre cause di nausea includono:
- Infezione da HIV acuta
- Malattia di Addison
- Ansia
- Appendicite
- Tumore cerebrale
- Caffeinismo
- Cancro
- Sindrome da stanchezza cronica
- Commozione cerebrale
- Malattia di Crohn
- Depressione
- Diabete
- Dolore molto intenso
- Vertigini
- Farmaci
- Esercizio fisico molto intenso
- Influenza (non comune e nei bambini)
- Intossicazione alimentare
- Gastrite
- Gastroenterite
- Gastroparesi
- Reflusso gastroesofageo
- Attacco cardiaco
- Idrocefalo
- Iperkaliemia
- Ipertensione endocranica
- Sindrome del colon irritabile
- Insufficienza renale
- Sindrome di Menière
- Emicrania
- Droghe
- Norovirus (Virus di Norwalk)
- Pancreatite
- Ulcera peptica
- Gravidanza
- Deprivazione del sonno
- Stress
- Pandemia influenzale del 2009 (chiamata colloquialmente influenza suina)
- Fenomeno di Tullio (vertigine indotta da stimoli sonori a bassa tonalità)
- Sindrome da astinenza
- Disturbi dell'equilibrio
- Epatite virale
- Uno dei sintomi del morso di un ragno vedova nera (Latrodectus mactans)
Nausea e vomito in chemioterapia
[modifica | modifica wikitesto]La chemioterapia è il trattamento di molte malattie oncologiche e ematologiche. Un effetto indesiderato frequente di molte chemioterapie è la comparsa di nausea e vomito[3]. Tale fenomeno è causato dall'azione che la chemioterapia esercita sulle cellule dello stomaco e dell'intestino che rilasciano sostanze come la serotonina, la sostanza P e la dopamina. Tali sostanze agiscono sia a livello gastrointestinale (serotonina) sia a livello dei centri cerebrali della nausea (dopamina e sostanza P) promuovendo tale effetto collaterale[4].
Esistono tre tipi di nausea legata a chemioterapia che sono: acuta (prime 24 ore dopo la terapia), tardiva (successiva alle prime 24 ore) e anticipatoria (ossia precede la somministrazione della chemioterapia stessa)[5]. L'intensità della nausea e la sua frequenza dipendono da molti aspetti come: il tipo di chemioterapici utilizzati (esempio il cisplatino promuove facilmente nausea e vomito), ma anche dalle caratteristiche dei pazienti (esempio le donne sono più soggette degli uomini, i non fumatori sono più soggetti dei fumatori).
Attualmente esistono farmaci usati per prevenire la nausea indotta dalla chemioterapia e sono principalmente inibitori dell'azione della serotonina (ondansetron, granisetron e palonosetron)[6] o inibitori dell'azione della sostanza P (aprepitan, fosaprepitant)[7]. Tali farmaci usati singolarmente o più spesso in associazione tra loro (un inibitore della serotonina più un inibitore della sostanza P) in combinazione con corticosteroidi (a formare una tripletta di farmaci) sono molto utili nel controllo della nausea causata dalla chemioterapia[8]. Tali farmaci anche combinati in triplette mostrano la loro massima efficacia quando sono somministrati per prevenire l'insorgenza di nausea. Altri farmaci efficaci sono aloperidolo, metoclopramide, olanzapina, scopolamina transdermica, i corticosteroidi e le benzodiazepine (in particolare il lorazepam).
Trattamento
[modifica | modifica wikitesto]Sebbene nausea e vomito di breve durata sono generalmente non pericolosi, possono indicare una malattia più seria, come la celiachia. Quando il vomito è prolungato, può esserci disidratazione e/o un pericoloso squilibrio elettrolitico.
Una terapia sintomatica contro la nausea può includere piccole porzioni di cibo solido. Ciò però non è semplice, dato che la nausea è quasi sempre associata a perdita d'appetito. Se il paziente è disidratato può essere necessaria la reidratazione con soluzioni elettrolitiche per via endovenosa o via orale. Se la causa è il mal di mare il sedersi in un ambiente stabile può aiutare.
Esistono molti tipi di medicinali contro nausea e vomito, e la ricerca continua per produrre farmaci ancor più efficaci. I principali impiegati dopo gli interventi chirurgici sono Ondansetron, Desametasone, Prometazina. Doxilamina è usata nella nausea gravidica mattutina. Mirtazapina, un antidepressivo, ha anche effetti antiemetici.
Lo zenzero e la marijuana sono usate da secoli come rimedi naturali per la nausea, risultati che studi recenti[9][10] hanno validato. Un rimedio per la nausea, inoltre, sono le bevande gassate.
La menta piperita ha invece evidenziato un effetto comparabile a quello del placebo[11].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Nausea, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 23 dicembre 2022.
- ^ a b (EN) U. Schutter, S. Grunert e C. Meyer, Innovative pain therapy with a fixed combination of prolonged-release oxycodone/naloxone: a large observational study under conditions of daily practice, in Current Medical Research and Opinion, vol. 26, n. 6, 2010-06, pp. 1377–1387, DOI:10.1185/03007991003787318, PMID 20380506. URL consultato il 23 dicembre 2022.
- ^ (EN) C. Lindley, J. S. McCune e T. E. Thomason, Perception of chemotherapy side effects cancer versus noncancer patients, in Cancer Practice, vol. 7, n. 2, 1999, pp. 59–65, DOI:10.1046/j.1523-5394.1999.07205.x, PMID 10352062. URL consultato il 23 dicembre 2022.
- ^ (EN) Camilo Rojas e Barbara S. Slusher, Pharmacological mechanisms of 5-HT₃ and tachykinin NK₁ receptor antagonism to prevent chemotherapy-induced nausea and vomiting, in European Journal of Pharmacology, vol. 684, n. 1-3, 5 giugno 2012, pp. 1–7, DOI:10.1016/j.ejphar.2012.01.046, PMID 22425650. URL consultato il 23 dicembre 2022.
- ^ (EN) Matti Aapro, 5-HT(3)-receptor antagonists in the management of nausea and vomiting in cancer and cancer treatment, in Oncology, vol. 69, n. 2, 2005, pp. 97–109, DOI:10.1159/000087979, PMID 16131816. URL consultato il 23 dicembre 2022.
- ^ (EN) M. Marty, P. Pouillart e S. Scholl, Comparison of the 5-hydroxytryptamine3 (serotonin) antagonist ondansetron (GR 38032F) with high-dose metoclopramide in the control of cisplatin-induced emesis, in The New England Journal of Medicine, vol. 322, n. 12, 22 marzo 1990, pp. 816–821, DOI:10.1056/NEJM199003223221205, PMID 2137902. URL consultato il 23 dicembre 2022.
- ^ (EN) David G. Warr, Paul J. Hesketh e Richard J. Gralla, Efficacy and tolerability of aprepitant for the prevention of chemotherapy-induced nausea and vomiting in patients with breast cancer after moderately emetogenic chemotherapy, in Journal of Clinical Oncology: Official Journal of the American Society of Clinical Oncology, vol. 23, n. 12, 20 aprile 2005, pp. 2822–2830, DOI:10.1200/JCO.2005.09.050, PMID 15837996. URL consultato il 23 dicembre 2022.
- ^ (EN) Fausto Roila, David Warr e Rebecca A. Clark-Snow, Delayed emesis: moderately emetogenic chemotherapy, in Supportive Care in Cancer, vol. 13, n. 2, 2005-02, pp. 104–108, DOI:10.1007/s00520-004-0700-8. URL consultato il 23 dicembre 2022.
- ^ (EN) Julie L. Ryan, Charles E. Heckler e Joseph A. Roscoe, Ginger (Zingiber officinale) reduces acute chemotherapy-induced nausea: a URCC CCOP study of 576 patients, in Supportive Care in Cancer: Official Journal of the Multinational Association of Supportive Care in Cancer, vol. 20, n. 7, 2012-07, pp. 1479–1489, DOI:10.1007/s00520-011-1236-3, PMID 21818642. URL consultato il 23 dicembre 2022.
- ^ (EN) Franjo Grotenhermen e Kirsten Müller-Vahl, The therapeutic potential of cannabis and cannabinoids, in Deutsches Arzteblatt International, vol. 109, n. 29-30, 2012-07, pp. 495–501, DOI:10.3238/arztebl.2012.0495, PMID 23008748. URL consultato il 23 dicembre 2022.
- ^ (EN) Lynn A. Anderson e Jeffrey B. Gross, Aromatherapy with peppermint, isopropyl alcohol, or placebo is equally effective in relieving postoperative nausea, in Journal of Perianesthesia Nursing: Official Journal of the American Society of PeriAnesthesia Nurses, vol. 19, n. 1, 2004-02, pp. 29–35, DOI:10.1016/j.jopan.2003.11.001, PMID 14770380. URL consultato il 23 dicembre 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Joseph C. Segen, Concise Dictionary of Modern Medicine, New York, McGraw-Hill, 2006, ISBN 978-88-386-3917-3.
- Douglas M. Anderson, A. Elliot Michelle, Mosby’s medical, nursing, & Allied Health Dictionary sesta edizione, New York, Piccin, 2004, ISBN 88-299-1716-8.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «nausea»
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su nausea
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) nausea, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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