Tor Tre Ponti
Tor Tre Ponti frazione | |
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La chiesa di San Paolo sulla via Appia | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Latina |
Comune | Latina |
Territorio | |
Coordinate | 41°30′26.71″N 12°56′42.58″E |
Altitudine | 14 m s.l.m. |
Abitanti | 235 |
Altre informazioni | |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
Tor Tre Ponti è una frazione della città di Latina, nell'omonima provincia del Lazio. È un piccolo sobborgo situato a circa 5 chilometri dal centro della città sulla via Appia.
Vi è situata una chiesa settecentesca. Il nome della frazione è dovuto al ponte costruito in epoca romana, ancor oggi visibile laddove la via Appia attraversa il fiume Ninfa. Si tratta di un basso ponte a tre arcate e da una torre sovrastante, quest'ultima scomparsa.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il toponimo Tripontium è di antica origine e compare già in alcune lapidi che ricordano le prime opere di bonificazione eseguite lungo la via Appia sotto il regno di Teodorico.[1]
Nella zona era presente un ponte a tre arcate (da cui il nome della località) ricostruito dall'imperatore Nerva e completato da Traiano. Durante il Medioevo, nei pressi del ponte venne costruita una torre (anch'essa rimasta nel toponimo) da parte della comunità di Ninfa per motivi difensivi e di avvistamento.
Nel 1777 papa Pio VI iniziò la bonifica dell'Agro Pontino e nel 1780 vennero demoliti i ruderi dell'antica torre medievale. Nel 1784 venne attivato il servizio postale pontificio e venne qui localizzata la settima stazione del servizio postale (cursus publicus) proveniente da Roma. Nel 1790 si diede inizio alla costruzione della chiesa convenutale e di una caserma.
Durante l'epoca napoleonica il convento venne utilizzato come guarnigione militare e solo nel 1831 avvenne il ripristino dei luoghi di culto, restaurati poi nel 1934 in piena epoca fascista.
Il 15 febbraio 2012 il centro è stato epicentro del terremoto di 3.4 gradi di scala Richter che ha colpito l'Agro Pontino, senza arrecare danni a persone o cose.
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa di San Paolo apostolo fu realizzata in ricordo del passaggio dell'apostolo Paolo su progetto dell'ingegnere Gaetano Rappini, su commissione di papa Pio VI[2] il quale diede l'inizio ai lavori di costruzione durante la visita pastorale del 9 maggio 1790, benedicendo la prima pietra[3]. In realtà le fonti non nominano Tripontium tra le località di sosta dell'Apostolo Paolo, bensì Tres Tabernae (Tre Taverne), situata 9 km più a nord-ovest ma non ancora correttamente individuata nel 1700, e quindi alla base del fraintendimento di Rappini. Tripontium si trovava tuttavia sul tracciato dell'Appia e quindi è praticamente certo che l'Apostolo Paolo vi dovette transitare, anche se ciò non viene attestato, sebbene è dubbio che in tale epoca vi fosse alcun villaggio o insediamento. Restaurata nel 1831 da papa Gregorio XIV, la chiesa si presenta con una pianta a croce latina e una facciata con un transetto a cupola e dal caratteristico campanile, e contiene il più antico altare della chiesa di San Francesco di Cisterna.
A fianco della chiesa e del palazzo delle poste pontificie vi è il ponte del Ninfa-Sisto[4], chiamato anche ponte di Traiano, che attraversa il canale Ninfa nel punto esatto nel quale questo, oggi, termina convenzionalmente perdendo la propria denominazione e dando origine ai canali Sisto e Linea Pio VII.
Il ponte è realizzato in pietra calcarea ed è lungo 42,2 metri e largo 12,75 metri. Il ponte è costituito da due arcate ribassate con luce di 5,50 metri e da un chiavicotto laterale (il "terzo" ponte) riscoperto soltanto nel 1932 durante i lavori di bonifica integrale. Nel parapetto sono incastonate due lapidi alte 2 metri per 90 cm con l'iscrizione "CIL X 6819 Imp. Caesar. Divi. Nervae F. Nerva Traianus Germanicus Pontifex Maximus Triburnicia Potestae. III. Cos. III Pater Patriae refecit".[5] Nel 1819 il pittore inglese William Turner realizzò alcuni schizzi (oggi esposti al Tate Modern di Londra) del ponte e dei monti Lepini visti da Tor Tre Ponti durante il suo viaggio verso Napoli.[6][7] Nel 1903 il ponte venne studiato e fotografato dall'archeologo britannico Thomas Ashby.[5]
Il complesso monumentale di Tor Tre Ponti, aperto nel 2012, è uno spazio espositivo sulla cultura pontina.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Il complesso monumentale di Tor Tre Ponti, su Fondazione Caetani. URL consultato il 12 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2017).
- ^ Parrocchia San Paolo Apostolo, su Borghi di Latina.
- ^ La storia di Tor Tre Ponti, su Borghi di Latina.
- ^ Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli, Strade romane, ponti e viadotti, L'Erma di Bretschneider, 1996, p. 51.
- ^ a b Thomas Ashby e Susanna Le Pera Buranelli, Sulla Via Appia da Roma a Brindisi: le fotografie di Thomas Ashby: 1891-1925, L'Erma di Bretschneider, 2003, p. 132.
- ^ Joseph Mallord William Turner, Chiesa di San Paolo Apostolo, Tor Tre Ponti; and Distant Mountains, su Tate Modern, 1819.
- ^ Joseph Mallord William Turner, Three Sketches on the Via Appia between Rome and Terracina: Two of a Cippus at Tor Tre Ponti; and a View of Mesa, su Tate Modern, 1819.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Carlo Romagnoli, Il ritrovamento di un ponte romano presso Tor Tre Ponti (1932), in Bollettino dell’Istituto di Storia e di Arte del Lazio Meridionale, IV, 1966, pp. 267-276, OCLC 888510337.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Tor Tre Ponti
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- La storia di Tor Tre Ponti, su Borghi di Latina.