Eriobotrya japonica

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Nespolo del Giappone
Eriobotrya japonica
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
(clade)Rosidi
(clade)Eurosidi
(clade)Eurosidi I
OrdineRosales
FamigliaRosaceae
SottofamigliaAmygdaloideae
TribùMaleae
SottotribùMalinae
GenereEriobotrya
SpecieE. japonica
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineRosales
FamigliaRosaceae
SottofamigliaMaloideae
GenereEriobotrya
SpecieE. japonica
Nomenclatura binomiale
Eriobotrya japonica
(Thunb.) Lindl., 1821
Sinonimi

Crataegus bibas
Lour., 1790
Pyrus bibas
(Lour.) M.F.Fay & Christenh., 2018
Mespilus japonica
Thunb. 1784
Rhaphiolepis bibas
(Lour.) Galasso & Banfi, 2020
Photinia japonica
(Thunb.) Franch. & Sav., 1873
Rhaphiolepis loquata
B.B.Liu & J.Wen, 2020

Nomi comuni

nespolo del Giappone

Il nespolo del Giappone (Eriobotrya japonica (Lour.) (Thunb.) Lindl., 1821) è una pianta appartenente alla famiglia delle Rosaceae[1]

Viene coltivata a scopo commerciale per il suo frutto, e anche come ornamentale. Non va confuso con la nespola comune o germanica, di più antica coltivazione in Europa, che è invece il frutto di un'altra rosacea, il nespolo europeo (Crataegus germanica), oggi raramente coltivata e commercializzata.

Si ritiene che il nespolo del Giappone sia originario della Cina, dove il frutto prende il nome di pipa o pipa guo, cioè frutto del pipa, in riferimento allo strumento musicale tradizionale, del quale, appunto, ricorda la forma. In Cina è presente una notevole gamma di varietà, in tutte le taglie, anche a frutto piccolo ed a minore interesse commerciale. In giapponese il frutto è chiamato biwa ed è qui che ha ricevuto la maggior attenzione colturale già in epoca precedente al contatto con l'Europa, con la selezione di diverse varietà che sono di norma a frutto più grande di quelle selvatiche cinesi. Queste ultime di norma sono a polpa più compatta, mentre quelle giapponesi sono a polpa più acquosa. Il frutto iniziò la diffusione in Europa all'inizio del 1800, il primo esemplare fu impiantato nel giardino Botanico di Parigi nel 1784, e in seguito, ai Kew Gardens di Londra nel 1787, nell'area mediterranea fu impiantato inizialmente nell'orto botanico di Palermo[senza fonte]

Nespolo giapponese

Il nespolo del Giappone è un albero di medie dimensioni, fino ad 8-10 metri di altezza ed altrettanto in larghezza, che normalmente è coltivato a dimensioni più modeste. L'albero è latifoglie e sempreverde, le foglie sono molto grandi (lunghezza fino a 25 cm, larghezza fino 10 cm), di consistenza molto robusta, simile al cartone, con superficie dorsale colore verde carico, lucide, mentre al verso sono colore verde pallido, biancastro e fortemente pelose. La pelosità riguarda tutte le parti giovani e non lignificate della pianta.

I frutti del nespolo del Giappone sono dei pomi[2] (quindi botanicamente sono considerati dei falsi frutti) di colore dal giallo chiaro all'arancione, e sono immediatamente eduli con un sapore leggermente aspro all'inizio e molto dolce a maturazione completa.

Contengono da uno a quattro grossi semi che sono in peso una parte considerevole del frutto.

La maturazione avviene in maggio-giugno, mentre la fioritura si ha in dicembre-gennaio.

La fioritura avviene in tardo autunno-inverno, perciò la produzione dei frutti si ha prevalentemente nell'Italia meridionale e lungo la costa tirrenica fino alla Liguria[3] e sulle coste mediterranee fino al Medio Oriente e atlantiche del Portogallo e in altre zone con clima mite, dove le api possono impollinare, sebbene l'albero resista al freddo e sia coltivato anche al nord, come il corbezzolo. Il fatto che l'albero assuma un portamento tondeggiante ed i frutti siano portati all'estremità dei rami rende problematica la raccolta; di norma la conduzione sul terreno e la potatura inducono un portamento semi-nano o a spalliera che favorisce la raccolta. Nelle Filippine i nespoli del Giappone sono coltivati a bassa siepe, (non più di due metri di altezza) per evitare i danni recati dai tifoni; essendo infatti una pianta sempreverde con foglie grandi e rigide è soggetta a danni se sottoposta a venti violenti, o al carico della neve in climi rigidi.

Per la riproduzione per seme, i semi devono essere immediatamente seminati, dato che perdono rapidamente la propria germinabilità, disidratandosi. Con i semi è possibile fare un liquore analogo al nocino, il nespolino. I semi del nespolo del Giappone contengono comunque piccole quantità di acido cianidrico (cianuro). I frutti sono molto dolci a maturazione piena, dissetanti, rinfrescanti, leggermente lassativi e con un buon contenuto di vitamine.

Le cultivar sono spesso a carattere locale e si distinguono per colore e forma. tra quelle di maggior interesse possiamo elencare:[senza fonte]

Pomologia commerciale

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Il nespolo del Giappone fiorisce in un periodo che va da ottobre a febbraio e la fruttificazione si ha in maggio-giugno. I frutti, in conseguenza della loro maturazione molto precoce, si collocano in un periodo in cui i frutti a conservazione invernale sono in esaurimento, mentre quelli a maturazione estiva non sono ancora maturi o non sono presenti a condizioni economiche. Questo fatto, ed il desiderio di anticiparne ancora la vendita per sfruttare al massimo il costo elevato per carenza di concorrenza, porta spesso a raccoglierli e commercializzarli in fase quasi acerba, fatto questo che convince molti consumatori a considerarli come frutti dal normale sapore acido, dato che sono commercialmente disponibili in tale stato.

A completa maturazione e con il leggero rammollimento naturale il frutto assume dolcezza e succosità notevoli, ma in tale periodo iniziano ad essere presenti sul mercato le primizie di ciliegie e pesche, che sono molto remunerative per il prezzo che riescono a spuntare, per cui le nespole mature non sono più interessanti economicamente, e di fatto spesso non sono vendute.

È evidente che la fioritura in tali periodi presuppone un clima sufficientemente caldo, tale perlomeno da permettere la episodica uscita degli impollinatori come ad esempio api o bombi che nei climi ad inverno moderato sono presenti nei periodi temperati di tali mesi. Nei climi rigidi la produzione è nulla pur essendo la pianta di per sé resistente al freddo.

I fiori sono raccolti in una infiorescenza a grappolo pelosa, come pure pelose sono le strutture accessorie fiorali (piccioli, calici) e i frutti immaturi. Tali pelosità costituiscono un isolamento dal contatto col vento freddo invernale; questo piccolo espediente permette, con la presenza di liquidi antigelo nei succhi contenuti, di conservare un poco del calore diurno, e permette il superamento di brevi abbassamenti di temperatura al di sotto di 0 °C. Per permettere comunque l'impollinazione in una possibile variabilità di clima che sia sufficientemente adatto, il periodo di fioritura è molto lungo.

Il batterio Erwinia amylovora è responsabile del colpo di fuoco batterico.

È una pianta mellifera, molto ricercata dalle api per il nettare e il polline;[4] il miele si ottiene solo in Sicilia[5] e in zone meridionali dove clima mite e temperature non troppo rigide consentono alle api di uscire e bottinare durante la fioritura, che avviene tra ottobre fino a febbraio. I fiori di nespolo del Giappone sono molto profumati, con un profumo simile a quello del biancospino. È inoltre utilizzata come albero ornamentale in giardini e parchi.

  1. ^ (EN) Eriobotrya japonica (Thunb.) Lindl., su Plants of the World Online, Kew Science. URL consultato il 29 settembre 2024.
  2. ^ Grossoni, Bruschi, Bussotti, Pollastrini, Selvi, Trattato di botanica forestale. 2. Angiosperme, 2020.
  3. ^ Fioritura nespolo del Giappone in Liguria, su forumdiagraria.org.
  4. ^ (FR) Eriobotrya japonica & Apis mellifera, su Florabeilles, 22 febbraio 2015. URL consultato l'8 luglio 2019.
  5. ^ Mieli Uniflorali Italiani - I principali mieli uniflorali italiani - Miele di nespolo del giappone, su api.entecra.it. URL consultato l'8 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2016).

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