Luigi Bodenza

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Luigi Bodenza
NascitaEnna, 26 settembre 1944
MorteGravina di Catania, 25 marzo 1994
Cause della morteassassinio
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataForze di polizia italiane
Corpo Corpo di polizia penitenziaria
GradoAssistente capo[1]
DecorazioniMedaglia d'oro al valor civile
"fonti nel corpo del testo"
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Luigi Bodenza (Enna, 26 settembre 1944Gravina di Catania, 25 marzo 1994) è stato un poliziotto italiano, vittima della mafia[2] e Medaglia d'oro al Valore Civile.

Agente di polizia penitenziaria, venne ucciso in un attentato mafioso a Gravina di Catania nella notte tra il 24 e il 25 marzo 1994.

Nativo di Enna, subito dopo il servizio militare, entra a far parte del corpo di polizia penitenziaria, impiegato presso l'Isola di Capraia a compiere il proprio servizio.

Richiede ed ottiene il trasferimento a Catania, ed inizia a lavorare presso la casa circondariale di piazza Lanza.

La notte dell'attentato in cui perse la vita, mentre rientrava a casa dopo una giornata di lavoro al penitenziario catanese, a pochi chilometri da casa,la sua golf I fu affiancata da un'autovettura con all'interno due sicari e trucidato da colpi d'arma da fuoco.

Il mandante dell'omicidio fu il boss Giuseppe Maria Di Giacomo, reggente del clan catanese dei Laudani, incarcerato dal settembre del 1993 presso il carcere di Firenze.[3]

Il movente dell'omicidio fu quello di lanciare un messaggio a tutto il corpo di polizia penitenziaria.

In un'intervista il direttore del carcere di Piazza Lanza confermò l'ipotesi dell'agguato al fine di fungere da avvertimento.

Intitolazioni

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Gli sono stati intitolati la casa circondariale di Enna, la caserma della polizia penitenziaria di Caltagirone, il campo da calcio del carcere di Siracusa, e a San Pietro Clarenza, dove si trova la scuola per aspiranti al corpo polizia penitenziaria, gli è stata intitolata la via.

Medaglia d'oro al valor civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Mentre ritornava a casa a bordo della propria auto, dopo aver prestato il servizio presso la locale Casa Circondariale, veniva raggiunto da numerosi colpi d'arma da fuoco sparatigli contro da alcuni sicari in un vile e proditorio agguato, commissionato da una potente organizzazione malavitosa. Mirabile esempio di elette virtù civiche e di alto senso del dovere spinti fino all'estremo sacrificio. 25 marzo 1994 - Località Gravina (CT)»
— Roma, 1º giugno 2004[4]

Collegamenti esterni

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