Utente:Duvilar/Prove
NO TAV
[modifica | modifica wikitesto]NO TAV è un movimento della popolazione della Val di Susa contro la realizzazione di una linea ferroviaria ad alta velocità e capacità tra Torino e Lione. Il progetto infrastrutturale si inserirebbe nell'ambito della costruzione del cosiddetto corridoio 5, che dovrebbe collegare trasversalmente l'Europa orientale a quella occidentale.
Storia del movimento
[modifica | modifica wikitesto]Il movimento NO TAV non ha una vera e propria data di costituzione perchè è nato spontaneamente in seguito alle prime assemblee pubbliche sull'argomento tenutesi fin dai primi anni novanta, e durante i primi tre lustri le iniziative e la portata del movimento sono rimaste confinate all'interno della valle di Susa. Nel frattempo sono sorti movimenti di contestazione similari anche a Firenze, Bologna e Roma, che hanno ottenuto uno spazio mediatico dove esporre i propri argomenti in particolare in seguito alle contestazioni in Val di Susa.
Uno dei momenti cruciali nella storia del movimento è considerato il tardo autunno del 2005: all'inizio di novembre una trivella è stata sistemata nel territorio di Mompantero al fine di compiere un sondaggio geognostico. Per l'esproprio dei terreni si è reso necessario l'intervento delle forze dell'ordine a causa della ferma opposizione di membri del movimento, dei sindaci e dei cittadini. Ci sono stati momenti di forte tensione anche se i manifestanti si sono posti con una resistenza passiva. Alcuni sono stati in seguito raggiunti da denunce, poi decadute. Le forze dell'ordine avevano disposto dei posti di blocco nell'intero paese di Mompantero ove solo i residenti avevano accesso previa verifica. Il 4 novembre 2005 è stato rinvenuto un ordigno esplosivo a base di dinamite sulla strada che porta a Giaglione, zona non interessata dai cantieri, ma gli esponenti dei comitati contro il TAV hanno comunque immediatamente condannato l'episodio e se ne sono dissociati.
Nella notte tra il 5 ed il 6 dicembre le forze dell'ordine hanno fatto irruzione nel presidio di Venaus per porre fine all'occupazione dei terreni di cantiere espropriati. L'8 dicembre si è tenuta una manifestazione di protesta contro i fatti dei giorni precedenti: una marcia è partita da Susa con destinazione Venaus, ma durante la manifestazione si sono verificati alcuni contatti con le forze dell'ordine. Nel proseguire la marcia il corteo è giunto presso Venaus, ove alcuni gruppi hanno divelto le reti di recinzione del cantiere impedendo l'inizio dei lavori. Questi terreni sono stati posti sotto sequestro ed il cantiere è attualmente bloccato e presidiato dal movimento.
Tra le manifestazioni si ricordano quella del 31 maggio 2003 con una marcia da Borgone Susa a Bussoleno, quella del 4 giugno 2005 con una marcia da Susa a Venaus, quella del 5 novembre 2005 con una fiaccolata da Susa a Mompantero, quella del 16 novembre 2005 con una marcia da Bussoleno a Susa e quella tra il 6 dicembre e l'8 dicembre 2005. Inoltre a Bruzolo, Borgone Susa e Venaus, luoghi in cui sarebbero dovuti iniziare i primi sondaggi e lo scavo di una galleria geognostica nel 2005, sono stati organizzati tre presidi permanenti.
Alla vigilia delle olimpiadi invernali di Torino 2006 si erano paventati atti di boicottaggio, cosa che non è avvenuta, anche se durante il percorso della fiaccola olimpica il movimento è stato presente lungo il percorso del tedoforo per sfruttare la visibilità offerta dall'evento. Presso Susa qualcuno ha tentato simbolicamente di calare una bandiera NO TAV sulla fiaccola, e dopo questo episodio il percorso originario che doveva includere l'intera Val di Susa è stato cambiato escludendo pressochè tutta la zona della bassa valle.
Dopo le elezioni del 2006 è stato messo in atto un tentativo di coniugare la necessità di creare il nuovo percorso ferroviario con il consenso degli amministratori (sindaci e comunità montane) della valle. L'attività è in corso attraverso la mediazione di un osservatorio tecnico e di un tavolo politico a livello governativo.
Argomenti portati dal movimento
[modifica | modifica wikitesto]Vi sono diverse ragioni per cui sono nate le contestazioni contro la costruzione di una linea ad alta velocità e capacità in val di Susa:
- L'elevato costo dell'opera a fronte di ricavi che non ne permetterebbero neppure l'ammortamento.
- Il contratto che un'impresa di costruzioni farebbe con lo Stato, detto general contractor, con il quale l'impresa costruttrice potrebbe in qualunque momento richiedere nuovi finaziamenti imprevisti per terminare la costruzione dell'opera.
- La Ferrovia del Frejus risulterebbe scarsamente utilizzata e che il traffico sulla stessa sarebbe in diminuzione.
- Il valico tra Torino e Lione secondo le stime sarebbe l'ultimo a saturarsi nell'ambito del corridoio 5 tra Lisbona e Kiev, e altre tratte ben più congestionate, in particolare ad oriente di Milano, non sono ancora state prese in esame.
- Il non-senso di "attraversare due volte le Alpi" per la realizzazione un corridoio transeuropeo che potrebbe essere completamente situato in pianura o bassa collina, attraverso la Germania merdionale.
- La lunga durata dei lavori, durante i quali si può prevedere una notevole quantità di autocarri in transito per le strade della valle necessari per il trasporto di milioni di m³ di materiale asportato per lo scavo delle gallerie.
- Le montagne valsusine, che in base ai progetti dovranno essere attraversate da gallerie dell'ordine delle decine di chilometri, avrebbero al loro interno ingenti quantità di amianto ed uranio le quali, durante gli scavi ed il trasporto, potrebbero diffondersi fino alla periferia della vicina Torino a causa dei forti venti che spazzano frequentemente la valle.
- La nuova linea ad alta velocità sarebbe adibita soltanto al trasporto merci (alta capacità). Secondo un'analisi effettuata dal gruppo NO TAV risulterebbe che il suo utilizzo equivarrebbe all'utilizzo attuale della linea del Frejus, ma in più vi sarebbero da smaltire negli anni successivi i debiti nati per la sua realizzazione.
- Lo sviluppo della linea attuale comporterebbe costi minori rispetto alla realizzazione di una nuova doppia linea.
- La possibilità di esondazioni della Dora Riparia durante i lavori, nonchè vari problemi idrici relativi agli scavi.
- La costruzione di un nuovo elettrodotto (maggiormente impattante rispetto a quello già esistente, che in passato era stato già causa di un certo malcontento della popolazione).
- Problemi circa l'inquinamento acustico già riscontrati nella linea TAV del centro Italia, moltiplicati per via della morfologia locale (una vallata incastonata fra le montagne).
- Verrebbero scavate gallerie naturali dell'ordine di grandezza delle decine di chilometri, e nel caso di incidenti o problemi tecnici si teme che si verifichino situazioni di emergenza particolarmente difficili da gestire.
- Supponendo l'inadeguatezza della manutenzione delle linee attuali da parte delle ferrovie italiane, si presume che la linea ad alta velocità andrebbe incontro allo stesso destino, ed al posto della costruzione di una nuova linea si chiede la manutenzione e il miglioramento di quelle già esistenti.
Altri punti di vista
[modifica | modifica wikitesto]Parte dell'opinione pubblica e della politica risultano perplessi su tale protesta. Chi la appoggia e condivide in tutto od in parte le motivazioni di cui sopra, e chi la critica sostiene fra l'altro che:
- Si tratterebbero di contestazioni causate prevalentemente dalla sindrome NIMBY.
- I lavori sarebbero fondamentali per lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto italiane ed europee.
Galleria di immagini
[modifica | modifica wikitesto]-
31 ottobre 2005 ponte Gianduja
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30 novembre 2005, presidio Venaus
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6 dicembre 2005, blocco della Val di Susa
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8 dicembre 2005, ritorno a Venaus
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Manifestazione NO TAV
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alleanza per l'opposizione a tutte le nocività, Treni ad alta velocità. Perché il treno ad alta velocità è un danno individuale e un flagello collettivo, Nautilus edizioni.
- Antonio G. Calafati, Dove sono le ragioni del sì? La Tav in Val di Susa nella società della conoscenza, Edizioni SEB27.
- Virgilio Bettini, Tav: i perché del NO, Edizioni UTET.
- Claudio Cancelli, Giuseppe Sergi, Massimo Zucchetti, Travolti dall'alta voracità, Odradek Edizioni.
- Marco Cedolin, Tav in Valle di Susa, un buio tunnel nella Democrazia, Arianna Editrice.
- Centro Sociale Askatasuna e Comitato di lotta popolare, NO TAV, la valle che resiste, Editrice Velleità Alternative.
- Ivan Cicconi, Le grandi opere del Cavaliere, Koiné nuove edizioni.
- Ferdinando Imposimato e Giuseppe Pisauro, Corruzione ad alta velocità. Viaggio nel governo invisibile, Koinè Nuove Edizioni, 1999.
- Oscar Margaira, Adesso o mai più, Edizioni del Graffio, 2005.
- AA. vv, Facce NO TAV. L'opposizione popolare raccontata in 250 scatti. Tipolito Melli, 2005.
- Chiara Sasso. No Tav. Cronache dalla Val di Susa, Edizioni Carta - Intra Moenia, 2006.
- Chiara Sasso, Canto per la nostra valle. Diario fra qualità della vita e prepotenza della velocità, Editrice Morra.
- Chiara Sasso e Luca Mercalli, Le mucche non mangiano cemento. Viaggio tra gli ultimi pastori di Valsusa e l'avanzata del calcestruzzo, Società Meteorologica Subalpina, 2004.
Filmografia
[modifica | modifica wikitesto]- NO TAV, gli indiani di valle di Adonella Marena (2005). Produzione: Overfilm. Durata: 54 minuti. Fotografia: Alberto Airola Montaggio: Massimo Cellerino. Musiche: Davide Belistreri e Emmanuele de Paoli.
- NO TAV, fermarlo è possibile a cura del Centro Sociale Askatasuna e del Comitato di lotta popolare (2006). Durata: 75 minuti.
- Valle di Susa, le ragioni di un NO di Franca Verda Hunziker e Francesco Chiesa (2006). Produzione: Televisione svizzera di lingua italiana. Durata: 33 minuti. Fotografia: Alberto Moccia. Montaggio: Marianne Quarti. Sonoro: Nino Maranesi e Renato Soldini.