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Ponte Sanguinario
Ponte Sanguinario | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Città | Spoleto |
Coordinate | 42°44′26.04″N 12°44′15.8″E |
Dati tecnici | |
Tipo | Ponte ad arco |
Materiale | Travertino |
Lunghezza | 24 m |
Larghezza | 4,47 m |
Altezza | 8,07 m |
Realizzazione | |
Costruzione | Forse I secolo a.C.-Interrato intorno al 1300 e riscoperto nel 1817 |
Mappa di localizzazione | |
Il Ponte Sanguinario è un ponte, monumento storico, situato nel sottosuolo nell'area orientale di piazza della Vittoria a Spoleto, a pochi metri dalla Porta Leonina (dove un tempo vi era la Porta San Gregorio) e dalla Basilica di San Gregorio Maggiore. L'accesso è reso possibile da una breve scala, delimitata da una balaustra in ferro, che s'interra sotto il piano stradale.
Descrizione e storia
[modifica | modifica wikitesto]Forse voluto da Augusto quando fece ricostruire i ponti della via Flaminia, da tempo trasandati, intorno al 27 a.C.[1]; o forse edificato molto prima, quando la via Flaminia fu aperta in queste zone, intorno al 500 a.C.[2]
Il possente ponte è costruito con grandi blocchi squadrati di travertino, presenta tre arcate semicircolari, di cui una ancora interrata; è lungo circa 24 metri, largo 4,47 e alto 8,07; l'arco centrale ha la corda di 6,85 metri, quello di destra di 6,26. Il pilone centrale contiene un cunicolo che serviva a favorire il deflusso dell'acqua, mentre i laterali sono costruiti a gradoni, difesi da scogliere artificiali o ruderi. Sopra l'arcata ancora nascosta dal terrapieno, poggia la porta di San Gregorio[3].
Consentiva alla via Flaminia di superare il torrente Tessino, a quei tempi un vero e proprio fiume; grazie ad esso uscivano dalla città due strade: il diverticulum della Flaminia[4], che girava subito a sinistra, e l'antichissima via Pedemontana, che univa Spoleto a Foligno.
Nei secoli il fiume ha lentamente dislocato il suo letto verso nord, tanto che alla fine del XIII secolo dovette essere ricondotto sotto il ponte. Non avendo da allora più ricevuto alcun intervento, gradualmente cambiò ancora sede, pertanto il ponte venne a perdere pian piano la sua originaria funzione, rimanendo sepolto dalle frequenti inondazioni del fiume, i cui depositi alluvionali determinarono l'elevamento del piano stradale circostante. Rimase nascosto fino al 1817[5].
Fu rinvenuto durante gli ingenti lavori pubblici intrapresi dopo la restaurazione dello Stato Pontificio, quando si deliberò la costruzione di un ponte sul Tessino, da aggiungere a quello di Porta Ponzianina. I lavori si conclusero nel 1820, in tempo per il passaggio a Spoleto dell'Imperatore d'Austria Francesco II[6][7]avvenuto il 29 dicembre 1820.
Intorno al 1840 Casimiro Pentozzi, pittore e dilettante archeologo spoletino, a proprie spese commissionò lavori di scavo per mettere in luce un'arcata e farne un rilievo critico; fece anche costruire strutture che ne rendessero possibile l'accesso[8].
Nel 1896, dopo un improvviso sprofondamento del terreno, il Comune, per sicurezza, decise di chiudere con un muro di mattoni le luci degli archi; l'archeologo spoletino Giuseppe Sordini cercò di evitare questa soluzione, che di fatto avrebbe impedito un futuro recupero del monumento, chiedendo invano interventi economici adeguati al Ministero della Pubblica Istruzione. Solo nel 1906, il Ministero dispose un sussidio che consentì l'esecuzione dei lavori occorrenti[9].
La denominazione Ponte sanguinario, si ritiene sia stata adottata in tempi più recenti rispetto alla sua costruzione[10]; i racconti agiografici in tema di persecuzione cristiana, l'hanno messa in rapporto con le esecuzioni che avvenivano nei pressi del ponte: le teste mozzate dei martiri venivano poi gettate nel sottostante torrente. Altra ipotesi è che il nome derivi da una corruzione di "Sandapilarius", cioè dalla porta sandapilaria[11] del grandioso anfiteatro romano del I - II secolo i cui resti si trovano nel cortile del Complesso monumentale dell'Anfiteatro, distante solo 150 metri. Altra ipotesi ancora è che derivi dal nome di un altro torrente, il Sanguineto, che confluisce nel Tessino[3]. Come risulta dagli Statuti spoletini del 1296 il ponte ha avuto anche la denominazione di ponte San Gregorio[12].
Il ponte non è mai stato riportato completamente alla luce[5]; attualmente (dicembre 2014), grazie all'intervento di ripristino del vano d'accesso eseguito nel 1993, sono visibili solo due arcate.
Leggende
[modifica | modifica wikitesto]La tradizione su San Ponziano, patrono di Spoleto, racconta che egli sia stato decapitato sul ponte, appena fuori dall'anfiteatro romano, e che la testa mozzata abbia raggiunto in soli tre balzi il luogo dove poi è sorta la chiesa a lui dedicata, la chiesa di San Ponziano. Nel punto dove la testa toccò terra prese a zampillare una fonte di acqua purissima.
Un'altra leggenda narra che un cunicolo sotterraneo collegherebbe il ponte con la Rocca Albornoziana. Si dice che lo usasse Lucrezia Borgia per ricevere i suoi amanti alla fine del quattrocento, epoca in cui fu governatrice di Spoleto[13]. Nessuno però lo ha mai trovato, un itinerario ancora inesplorato.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Liana Di Marco, Spoletium: topografia e urbanistica, Spoleto, Edizioni dell'Accademia spoletina, 1975., p. 96
- ^ Sulle diverse datazioni cfr. Achille Sansi, Degli edifici e dei frammenti storici delle antiche età di Spoleto, Sala bolognese, Arnaldo Forni Editore, 1993. Ristampa anastatica dell'edizione Folognano, Stab. tip. e lit. di P. Sgariglia, 1869 pp. 217 - 222
- ^ a b Di Marco, p. 95.
- ^ Via Flaminia e il diverticulum via Flaminia nova
- ^ a b Lamberto Gentili, Luciano Giacché, Bernardino Ragni e Bruno Toscano, L’Umbria, Manuali per il Territorio. Spoleto, Roma, Edindustria, 1978, pp. 120, 121.
- ^ My Spoleto. Ponte Sanguinario, su myspoleto.it. URL consultato il 24 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2014).
- ^ Accadde a Spoleto: il Ponte Sanguinario, su comune.spoleto.pg.it, 30 luglio 2021. URL consultato il 7 agosto 2024.
- ^ A tu per tu con l'arte, su comune.spoleto.pg.it, 15 settembre 2020. URL consultato il 7 agosto 2024.
- ^ Giovanna Giubbini, Il ponte sanguinario, in Giuseppe Sordini: luoghi e documenti di un archeologo spoletino. Catalogo della mostra 2 luglio - 30 settembre 1993. Sezione di Archivio di Stato di Spoleto, Assisi, Ministero per i Beni culturali e ambientali. Archivio di Stato di Perugia, 1994.
- ^ Sansi, p. 220.
- ^ Sandăpĭla,ae, f., bara, feretro dei poveri condannati a morte
- ^ Negli Statuti spoletini del 1296, conservati nella Sezione di Archivio di Stato di Spoleto, si legge la rubrica 84, la quale ordina: Quod acqua tiscini remictatur subter pontem Sancti Gregorii...
- ^ Regione Umbria, sito ufficiale Archiviato il 28 febbraio 2014 in Internet Archive.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Achille Sansi, Degli edifici e dei frammenti storici delle antiche età di Spoleto, Sala bolognese, Arnaldo Forni Editore, 1993. Ristampa anastatica dell'edizione Folognano, Stab. tip. e lit. di P. Sgariglia, 1869
- Liana Di Marco, Spoletium: topografia e urbanistica, Spoleto, Edizioni dell'Accademia spoletina, 1975.
- Lamberto Gentili, Luciano Giacché, Bernardino Ragni e Bruno Toscano, L’Umbria, Manuali per il Territorio. Spoleto, Roma, Edindustria, 1978, p. 120.
- Liana Di Marco, Il ponte Sanguinario a Spoleto, in Venticinque anni di Lionismo a Spoleto, Spoleto, 1994, pp. 259-268.
- Giovanna Giubbini, Il ponte Sanguinario, in Sezione di Archivio di Stato di Spoleto (a cura di), Giuseppe Sordini: luoghi e documenti di un archeologo spoletino. Catalogo della mostra 2 luglio - 30 settembre 1993, Assisi, Ministero per i Beni culturali e ambientali. Archivio di Stato di Perugia, 1994, pp. 39-42.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Ponte Sanguinario
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Ponte Sanguinario, su Structurae.
- David Fabrizi, Accadde a Spoleto: il Ponte Sanguinario, su comune.spoleto.pg.it, 30 luglio 2021. URL consultato l'8 gennaio 2023.