Indice
Paul King
Paul King | |
---|---|
Nazionalità | Regno Unito |
Genere | New wave Pop rock Soul Funk |
Periodo di attività musicale | 1984 – 1986 ( (con i King) 1987-1988 (come solista) dal 1989 (come VJ e presentatore)) |
Album pubblicati | 1+3 |
Studio | 1 (+ 2 con i King) |
Live | 0 |
Raccolte | 1 congiunta (King + Paul King) |
Sito ufficiale | |
Paul King (Galway, 20 novembre 1960) è un cantante britannico del genere new wave, irlandese di nascita e famoso soprattutto per essere stato il cantante della band che portava il suo cognome, i King, nonché, successivamente, musicista e VJ/presentatore televisivo.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Dopo essersi laureato alla Coventry Drama School, Paul considera per un po' l'idea di entrare nella polizia delle West Midlands, per poi finire nella band rock/ska The Reluctant Stereotypes, di cui faceva parte anche il produttore discografico Paul Sampson. Il gruppo pubblica un album e tre singoli, all'inizio degli anni ottanta, sulla scia del sottogenere new wave dello ska detto 2 tone, tipico della scena musicale di Coventry.[1]
Dopo lo scioglimento della band The Reluctant Stereotypes, il cantante forma The Raw Screens che, dopo una lunga gavetta, servita a perfezionare la propria forma d'arte e il proprio stile (definiti da Paul e dal manager Perry Haines come «multi-tone», in opposizione al più noto «two-tone», sottogenere new wave dello ska), vengono rilanciati, nel 1983, con il solo cognome di Paul, come King.[2]
Come cantante dei King, Paul era famoso per il suo particolare taglio di capelli (detto, in inglese, «cockatoo») e i tipici anfibi Dr. Martens, verniciati con spray colorato - un look che è stato descritto "come quello del personaggio del film Chitty Chitty Bang Bang. Ma cavolo se piaceva alle ragazze!".[3] Questo look vincente, già in parte modificato (con l'aggiunta di spiazzanti elementi New romantic, quali, per esempio, le giacche o i completi eleganti) durante la promozione del secondo album del gruppo, nel 1985-1986, verrà definitivamente abbandonato nel lavoro solista, dal 1987 in poi, con esiti non molto fortunati, almeno dal punto di vista strettamente musicale (per l'occasione, Paul si taglierà anche i capelli).
Nonostante i King in qualità di band non durino che poco più di un paio d'anni, entrambi gli album da loro pubblicati, Steps in Time e Bitter Sweet, tutti e due prodotti da Richard James Burgess, già dietro ai primi successi degli Spandau Ballet, entrano nella Top 10 e ottengono il disco d'oro, dando vita a un totale di cinque singoli di successo, di cui 2 Top 10 (Love & Pride e Alone without You), un Top 20 (The Taste of Your Tears) e 2 Top 30 (Won't You Hold My Hand Now e Torture).
Dopo lo scioglimento del gruppo, Paul King inizia la carriera solista, pubblicando l'album Joy, prodotto dallo statunitense Dan Hartman.[4] Maggiormente orientato verso un pop rock/funky/soul più orecchiabile del sound aspro e tagliente della band, il disco, snobbato anche dai fans del gruppo, non ottiene un grande successo di vendite, né viene apprezzato dalla critica. L'unico brano più o meno noto, che non va però oltre il Numero 59 nella madrepatria, è il primo estratto, I Know, incentrato sull'inedito ampio uso dei fiati, i cui disegni stilizzati compaiono anche nel videoclip, colorato e vagamente psichedelico, che accompagna il pezzo.
Dopo che il secondo singolo solista, Follow My Heart, non riesce ad entrare in classifica, dal 1988 a oggi, Paul è comparso soltanto in TV, prima come VJ per MTV, nel 1989, e poi come presentatore per VH1, ma sempre meno di frequente. Dopo il passaggio a VH1, Paul diventa famoso per il suo intervento in quello che si definisce in lingua inglese un «infomercial», uno spot televisivo principalmente informativo sulle compilation anni ottanta. I programmi per cui è ricordato sono soprattutto MTV's Greatest Hits e 120 Minutes.
Dopo dieci anni di silenzio in campo musicale, nel 1998, è finalmente uscita una raccolta congiunta, intitolata The Best of King - Love & Pride, contenente 18 brani, che ripropone i grandi successi e le tracce più note dei King, compresa l'unica hit minore di Paul King come solista, I Know, oltre ad alcuni lati B inediti e remix dei singoli più famosi.
Discografia
[modifica | modifica wikitesto]Singoli
[modifica | modifica wikitesto]- 1984 - Love & Pride (UK numero 84)
- 1985 - Love & Pride (ristampa - UK numero 2, USA numero 55)
- 1985 - Won't You Hold My Hand Now (UK numero 24)
- 1985 - Alone Without You (UK numero 8)
- 1985 - The Taste of Your Tears (UK numero 11)
- 1986 - Torture (UK numero 23)
- 1987 - I Know (Paul King solista - UK numero 59)
- 1987 - Follow My Heart (Paul King solista - N.C.)
Album
[modifica | modifica wikitesto]- 1984 - Steps in Time
- 1985 - Bitter Sweet
- 1987 - Joy (Paul King solista)
- 1998 - The Best of King - Love & Pride (raccolta King e Paul King)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Paul King, su TrouserPress.com. URL consultato il 7 gennaio 2007.
- ^ BBC - Coventry and Warwickshire - Entertainment - Pop into the Past (il titolo è un gioco di parole sul verbo frasale pop in, che vuol dire «fare una capatina, fare un salto» nel senso di «andare a trovare, fare una visita», e quindi ha qui il senso di «fare un giro nel pop del passato» - l'intera frase potrebbe essere resa come «Coventry e Warwickshire - Intrattenimento - Un salto nel passato del pop».
- ^ icCoventry - King of the charts (altro gioco di parole, basato sul significato del nome della band e del cognome del cantante, king, che vuol dire «re», e quindi «re delle classifiche»).
- ^ TrouserPress.com: King
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Guinness Book of British Hit Singles - 7ª edizione - 1988
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su kingofficialwebsite.com.
- (EN) Paul King, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Paul King, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Paul King, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Paul King, su SecondHandSongs.
- (EN) Paul King, su Genius.com.
- (EN) Paul King, su Billboard.
- (EN) Paul King / Paul King (altra versione), su IMDb, IMDb.com.