Fonderie Ilva di Follonica
Fonderie Ilva di Follonica | |
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L'area delle ex fonderie | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Località | Follonica |
Coordinate | 42°55′22.08″N 10°45′38.16″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | dismesso, parzialmente recuperato a uso civile |
Uso | stabilimento siderurgico (1546-1960) |
Realizzazione | |
Architetto | Francesco Leoni e Alessandro Manetti |
Le fonderie Ilva di Follonica costituiscono un comprensorio situato all'interno del centro abitato di Follonica, nella provincia di Grosseto, in Toscana.
L'area racchiude gli stabilimenti dismessi dell'Ilva. La posizione geografica degli stabilimenti dell'ex Ilva è stata determinata dalla equidistanza fra le miniere di ferro elbane e i grandi boschi demaniali dove veniva prodotto il carbone di legna. Sui due lati dell'area si è sviluppata una lottizzazione a maglie ortogonali che ha interessato il territorio compreso tra la fabbrica e la marina. Con le espansioni che si sono sviluppate oltre il torrente Petraia, l'area è collocata in posizione baricentrica rispetto all'agglomerato urbano complessivo. Alcuni fabbricati versano in condizioni di completo abbandono, altri sono stati riconvertiti dopo la chiusura dello stabilimento (1960) e destinati ad attività sociali e culturali (biblioteca della Ghisa, museo delle arti in ghisa nella Maremma, teatro Fonderia Leopolda).
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il nucleo originario del comprensorio risale al XVI secolo, quando gli Appiani del Principato di Piombino nel 1546 fecero qui costruire, accanto a un mulino già esistente, una ferriera per fondervi il ferro estratto dalle miniere di Rio nell'Elba. Tra il 1557 e il 1568 l'area venne dotata di un nuovo impianto di raffinazione del ferro, mentre un grande forno fusorio fu fatto costruire sotto la direzione di Benedetto Tornaquinci nel 1578.
In seguito al congresso di Vienna, nel 1815 la giurisdizione sui territori dell'ex principato passarono al Granducato di Toscana ed ebbe inizio un'azione di ammodernamento e miglioramento degli impianti produttivi. Il granduca Leopoldo II di Lorena istituì l'Imperiale e Reale amministrazione delle miniere di Rio e delle fonderie del ferro di Follonica (IRAMFF), avviando un intenso programma di rinnovamento tecnologico degli impianti e facendo di Follonica un moderno e funzionale polo della siderurgia.
Tra il 1834 e il 1841 venne realizzato il complesso della fonderia su progetto di Henry Auguste Brasseur, con i due forni accoppiati di San Leopoldo, inaugurato nel 1835, e di Maria Antonia, inaugurato nel 1841, mentre nel 1843 venne completato il "forno piccolo" per la produzione di getti di seconda fusione e nel 1844 la seconda ferriera detta "alle Contese".
Nel 1851 i Lorena, in cambio di un prestito alle reali finanze, lasciarono alla società cointeressata Banca Bastogi la gestione delle fonderie in concessione trentennale. La nuova direzione portò avanti l'attività siderurgica implementando l'edificazione di nuove fabbriche, come i forni delle Ringrane nel 1854 e l'altoforno numero 4, detto "fornone", nel 1859.
Le fonderie nel 1897 vennero poi concesse in affitto ventennale prorogabile alla nuova Società Anonima Alti Forni e Fonderie di Piombino, qualche anno dopo fusasi con la "Società Elba", che assunse nel 1918 la denominazione di "Ilva".
Con la realizzazione del nuovo polo siderurgico piombinese, inizia il declino delle fonderie di Follonica. Nel 1907 furono demoliti i quattro forni e lo stabilimento declassato a fonderia di seconda fusione con la realizzazione della fonderia numero 1. Alcuni ampliamenti vennero effettuati nel 1926 con l'edificazione della fonderia per cilindri, e nel 1935 con la costruzione del forno a crogiuolo per le fusioni di piombo.
L'attività siderurgica continuò fino al 21 febbraio 1960, anno in cui cessò la produzione nello stabilimento.[1]
Edifici
[modifica | modifica wikitesto]Gli edifici storici e di maggiore rilievo presenti nell'area sono:
- Bottaccio, serbatoio dell'acqua risalente già al XVI secolo.[2]
- Cancello monumentale in ghisa (1831-1845) progettato da Alessandro Manetti e Carlo Reishammer.[3]
- Carbonile (1840).[4]
- Casa con torretta, ex ferriera e distendino seicenteschi, riattivati a partire dal 1818, dopo il 1845 invece adibita ad alloggio dei lavoratori.[5]
- Case della condotta (la prima costruita tra il 1817 e il 1822, le altre due nel corso degli anni trenta dello stesso secolo), alloggi di cavallai e bovari.[6]
- Casetta Pierallini, palazzina settecentesca dall'affittuario delle ferriere Francesco Pierallini, poi ristrutturata dal 1818 per essere alloggio del guardia boschi.[7]
- Centralina idroelettrica (1910).[8]
- Due casotti di guardia di fianco all'entrata del cancello (1845).[9]
- Fonderia n. 1, risalente al 1918 su modifica di un edificio del 1839, ospita il centro fieristico-espositivo del comune inaugurato nel 2015.[10][11]
- Fonderia n. 2, composta da più edifici realizzati a partire dal 1834, un tempo affiancata da due forni, San Leopoldo (1835) e Maria Antonia (1841), demoliti entrambi dopo il 1907.[12] Nel 2014 è stata riconvertita in teatro.[13]
- Forni delle Ringrane, edificati a partire dal 1853, poi chiusi nel 1907.[14]
- Forno di San Ferdinando, ex mulino quattrocentesco, ferriera dal 1546 e forno fusorio dal 1818, smantellato poi dopo il 1907 e sede del museo della ghisa.[15]
- Ospedale ricovero (1838-1841).[16]
- Osteria e dispensa, risalente al 1651, ampliata nel XIX secolo per ospitare le scuderie e il laboratorio di falegnameria dei modellisti, è sede della scuola media Arrigo Bugiani.[17]
- Palazzina del direttore (1822-1832).[18]
- Palazzo del forno quadro, risalente al 1578, ricostruito tra il 1838 e 1840 e in seguito dopo i bombardamenti del 1944, ospita la biblioteca comunale.[19]
- Palazzo Granducale, residenza del granduca Leopoldo II dal 1845 e in seguito sede delle guardie forestali, poi Carabinieri.[20]
- Porticato dei getti e dei camerotti (1842), voluto dal granduca per riparare gli sbavatori al piano terra, mentre al piano superiore dormitorio per i lavoratori, ampliato nel 1926 per ospitare la fonderia dei cilindri con la troniera, attiva fino alla chiusura nel 1960.[21]
- Residenze dei lavoranti, abitazioni per i dipendenti realizzati tra il 1838 e il 1846.[22]
- Torre dell'orologio, ex cappella seicentesca successivamente modificata (1839) prima per ospitare il granduca, poi utilizzata come alloggio dei dipendenti.[23]
- Torre idraulica in pietre e laterizi (1910).[24]
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Il centro espositivo della fonderia 1
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La scuola media Bugiani, già osteria e dispensa
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La fonderia 2, sede del museo MAGMA
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La palazzina del direttore
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L'ex ospedale ricovero
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La torre dell'orologio
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Il Villaggio-fabbrica Archiviato l'8 gennaio 2014 in Internet Archive. sul sito ufficiale del MAGMA.
- ^ Bottaccio Archiviato il 22 maggio 2019 in Internet Archive., MAGMA.
- ^ Cancello monumentale Archiviato il 22 maggio 2019 in Internet Archive., MAGMA.
- ^ Carbonile Archiviato il 22 maggio 2019 in Internet Archive., MAGMA.
- ^ Casa con torretta Archiviato il 22 maggio 2019 in Internet Archive., MAGMA.
- ^ Case della Condotta Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., MAGMA.
- ^ Casetta Pierallini Archiviato il 22 maggio 2019 in Internet Archive., MAGMA.
- ^ Centralina idroelettrica Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., MAGMA
- ^ Casotti di guardia Archiviato il 22 maggio 2019 in Internet Archive., MAGMA.
- ^ Fonderia n. 1 Archiviato il 22 maggio 2019 in Internet Archive., MAGMA.
- ^ Fonderia n.1, su magmafollonica.it. URL consultato il 19 maggio 2023.
- ^ Fonderia n. 2 Archiviato il 22 maggio 2019 in Internet Archive., MAGMA.
- ^ Fonderia n. 2 Archiviato il 18 maggio 2023 in Internet Archive. sul sito del Comune.
- ^ Forni delle Ringrane Archiviato il 22 maggio 2019 in Internet Archive., MAGMA.
- ^ Forno di San Ferdinando Archiviato il 13 novembre 2013 in Internet Archive., MAGMA.
- ^ Ospedale ricovero Archiviato il 22 maggio 2019 in Internet Archive., MAGMA.
- ^ Osteria e dispensa Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., MAGMA.
- ^ Palazzina del Direttore Archiviato il 22 maggio 2019 in Internet Archive., MAGMA.
- ^ Palazzo del forno quadro Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., MAGMA.
- ^ Palazzo Granducale Archiviato il 22 maggio 2019 in Internet Archive., MAGMA.
- ^ Porticato dei getti e dei camerotti Archiviato il 22 maggio 2019 in Internet Archive., MAGMA.
- ^ Residenze dei lavoranti Archiviato il 22 maggio 2019 in Internet Archive., MAGMA.
- ^ Torre dell'Orologio Archiviato il 22 maggio 2019 in Internet Archive., MAGMA.
- ^ Torre idraulica Archiviato il 22 maggio 2019 in Internet Archive., MAGMA.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alberto Prunetti (a cura di), Mare di ghisa. Inchiesta sui primi cent'anni del comune di Follonica, Follonica, 2023.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fonderie Ilva di Follonica
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Parco Tecnologico Archeologico delle Colline Metallifere Grossetane, su parcocollinemetallifere.it.
- Comune di Follonica, su comune.follonica.gr.it.