Coordinate: 35°07′07″N 139°05′32″E

Koa Kannon

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Koa Kannon
AutoreIwane Matsui
Data1940
MaterialeArgilla
UbicazioneMonte Izu, Atami
Coordinate35°07′07″N 139°05′32″E

Koa Kannon (興亜観音?) è il nome di una statua di Avalokiteśvara, bodhisattva della compassione. È ubicata sul Monte Izu, sotto la giurisdizione della città di Atami nella prefettura di Shizuoka, Giappone centro-occidentale. La scultura è da ricondursi alla Hokke Shu Jin-Monryu, cioè una setta separatista del Buddhismo Nichiren con sede a Sanjō, ma non è formalmente affiliata a loro. L'area sacra è aperta a tutti i fedeli indipendentemente dalla loro religione di appartenenza.[1]

Il Koa Kannon fu realizzato poiché Iwane Matsui, un generale dell'Esercito imperiale, aveva desiderio di commemorare e confortare coloro le anime di coloro che morirono nella Seconda guerra sino-giapponese. La scultura di Kannon fu quindi installata con questa finalità nel 1940. Alla fine della Seconda guerra mondiale, Matsui fu processato e condannato per crimini di guerra come criminale di classe A e infine giustiziato il 23 dicembre 1948. Dodici anni dopo i resti di Matsui e di altri sei criminali di guerra di classe A giapponesi, tra cui Hideki Tojo, furono condotti nel recinto della zona sacra, che ospita inoltre monumenti dedicati a 1.619 individui condannati come criminali di guerra di classe B e C. Vi è in aggiunta anche un monumento celebrante Radhabinod Pal, che prestò servizio come giudice e rappresentante dell'India durante i processi per crimini di guerra di Tokyo. Dissentendo dalla decisione del tribunale, Pal concluse che i venticinque giapponesi accusati come criminali di guerra di Classe A erano in realtà innocenti. Respinse anche altre accuse mosse dal tribunale contro il governo dell'Impero giapponese.[2]

Il struttura templare del Koa kannon è da molti considerata un luogo di pace, tuttavia per molti altri il suo passato legato all'Esercito giapponese lo rende un luogo discutibile, soprattutto per la presenza sull'altare della foto di Hideki Tojo. Le controversie sono altresì alimentate dal fatto che iwane Matsui sia accusato di essere la mente organizzativa del Massacro di Nanchino, ancora oggi una profonda ferita aperta per la Cina e il suo popolo, giacché le autorità nipponiche sono reticenti a scusarsi per l'accaduto.[3]

In data 12 dicembre 1971 i terroristi anarchici affiliati al Fronte armato antigiapponese dell'Asia Orientale, fecero esplodere un ordigno artigianale nel tempio di Koa Kannon. L'organizzazione apertamente anti-imperialista, considerava questa zona sacra come emblema del fascismo giapponese e quindi un simbolo da abbattere. Il vicino monumento in pietra dei sette guerrieri fu distrutto, ma poiché la miccia risultò troppo corta la statua raffigurante Koa Kannon rimase illesa.[4]

  1. ^ Il Kannon del Monte Izu, su taipeitimes.com.
  2. ^ Il passato del Koa Kannon, su onmarkproductions.com.
  3. ^ Simbolo dei nazionalisti nipponici, su hnn.us.
  4. ^ Terrorismo antigiapponese, su thefunambulist.net.

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