Jeffreycia

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Jeffreycia
Immagine di Jeffreycia mancante
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaVernonioideae
TribùVernonieae
SottotribùErlangeinae
Genere Jeffreycia
H.Rob., S.C.Keeley & Skvarla, 2014
Classificazione Cronquist
taxon non contemplato
Specie
(Vedi testo)

Jeffreycia H.Rob., S.C.Keeley & Skvarla, 2014 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae.[1][2]

Il nome del genere (Jeffreycia) è stato dato in onore del botanico Jeffrey autore di uno studio sulle Vernonieae dell'Africa tropicale orientale.[3]

Il nome scientifico del genere è stato definito per la prima volta dai botanici Harold Ernest Robinson (1932-2020), Sterling C. Keeley (1948-) e John Jerome Skvarla (1935-2014) nella pubblicazione " PhytoKeys" ( PhytoKeys 39: 59) del 2014 .[4]

Le specie di questo genere sono delle erbacee di piccole e medie dimensioni formate da arbusti ramificati, spesso rampicanti con fusti legnosi e con midollo compatto. Il portamento è a stretti filari. Spesso sulla superficie di queste piante sono presenti peli semplici (a volte formanti delle zone tomentose).[3][5][6][7]

Le foglie sono disposte in modo alternato. Sono picciolate. La lamina in genere è intera a forma da ovata a ellittica con apici da acuti a poco acuminati (raramente sono ottusi); possono essere presenti delle auricole basali bruscamente delimitate dal picciolo; la consistenza può essere membranacea. Le venature normalmente sono pennate con 4 - 6 venature secondarie per ogni lato. I margini sono crenati o seghettati. La superficie superiore può essere pubescente o poco ispida; quella inferiore varia da scarsamente pelosa a tomentosa; sono presenti delle ghiandole punteggiate. Dimensione delle foglie: larghezza 1,5 - 7,5 cm; lunghezza 2,5 – 11 cm.

L'infiorescenza è formata da numerosi capolini terminali su rami alternati e sottesi da minuscole brattee; i peduncoli sono corti. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro a forma spesso campanulata composto da diverse squame (o brattee) disposte su circa 4 - 5 serie subembricate che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori di tipo tubuloso. Le brattee dell'involucro, persistenti, a volte sono divise in esterne e interne o basali (quest'ultime sono più lunghe con forme lineari-lanceolate). Il ricettacolo, appena convesso, normalmente è sprovvisto di pagliette (ricettacolo nudo).

I fiori, da 5 a 40, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e actinomorfi.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[8]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: la corolla, formata da un imbuto terminante con 5 lobi, può essere pubescente (ma non molto) oppure cosparsa di ghiandole; in altri casi i lobi possono essere sericei o spinosi. Il colore è violaceo. Lunghezza della corolla: 5 – 11 mm.
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[9] Le antere sono calcarate (speronate e sagittate) con code strette e sono prive di ghiandole. Il polline è del tipo triporato (con le fessure di germinazione costituite da tre pori) ma anche tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro)[10]; con polline triporato la parte più esterna dell'esina è sollevata a forma di creste e depressioni ("lophato").
  • Gineceo: lo stilo è filiforme con base priva di nodi oppure con larghi nodi o protuberanze. Gli stigmi dello stilo sono due lunghi e divergenti; sono sottili, pelosi e con apice acuto. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Gli stigmi hanno la superficie stigmatica interna (vicino alla base).[11]

I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni hanno 4 - 5 coste. Sulla superficie degli acheni sono presenti dei tricomi oppure dei tubercoli; all'interno si può trovare del tessuto di tipo idioblasto e rafidi di tipo subquadrato da corti a elongati; non è presente il tessuto fitomelanina. Il pappo è formato da setole disposte su due serie (gli elementi interni sono capillari; quelli esterni sono formati da squame corte e persistenti). Lunghezza degli acheni: 2 – 4 mm. Lunghezza del pappo: 4,5 – 7 mm.

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat

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Le specie di questo gruppo si trovano principalmente in Africa orientale e Sri Lanka.[2]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[12], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[13] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[14]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][15][16]

Le specie di questo gruppo appartengono alla sottotribù Erlangeinae descritta all'interno della tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[17] Da un punto di vista filogenetico in base alle ultime analisi sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo. I generi di Erlangeinae appartengono al subclade relativo all'Africa tropicale e meridionale (l'altro subclade africano comprende anche specie delle Hawaii) frammisti ai generi di altre sottotribù; si tratta quindi di un clade non ancora ben risolto filogeneticamente.[16]

La sottotribù, e quindi i suoi generi, si distingue per i seguenti caratteri:[15]

  • le specie della sottotribù sono principalmente di origine Africana;
  • nella pubescenza sono presenti peli da asimmetrici a simmetrici a forma di "T";
  • alcune specie hanno delle foglie pennate divise in segmenti;
  • le infiorescenze in genere non sono sottese alla base da brattee fogliacee;
  • il polline varia da triporato a tricolporato;
  • gli acheni possono avere da 4 a 12 coste;
  • il pappo è cupoliforme.

In precedenza la tribù Vernonieae, e quindi la sottotribù di questo genere, era descritta all'interno della sottofamiglia Cichorioideae.[16]

I caratteri distintivi per le specie di questo genere sono:[15]

  • le foglie in genere si presentano con delle auricole basali;
  • i lobi della corolla sono eretti e lanceolati;
  • la pubescenza in genere è formata da peli semplici.

Elenco delle specie

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Questo genere ha 5 specie:

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 ottobre 2021.
  3. ^ a b Robinson et al. 2014.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 2 ottobre 2021.
  5. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  6. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  7. ^ Judd 2007, pag.517.
  8. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  9. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  10. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  11. ^ Judd 2007, pag. 523.
  12. ^ Judd 2007, pag. 520.
  13. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  14. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  15. ^ a b c Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 165.
  16. ^ a b c Funk & Susanna 2009, pag. 450.
  17. ^ Susanna et al. 2020.
  • Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
  • V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.
  • Alfonso Susanna et al., The classification of the Compositae: A tribute to Vicki Ann Funk (1947–2019, in Taxon, vol. 69, n. 4, 2020, pp. 807-814.
  • Harold Robinson, Generic and Subtribal Classification of American Vernonieae (PDF) [collegamento interrotto], in Smithsonian Contributions to Botany, vol. 89, 1999, pp. 1-116.
  • Harold Robinson, Sterling C. Keeley, John J. Skvarla & Raymund Chan, Two new genera, Hoffmannanthus and Jeffreycia, mostly from East Africa (Erlangeinae, Vernonieae, Asteraceae), in Phytokeys, vol. 39, 2014, pp. 49-64.

Voci correlate

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Altri progetti

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