Indice
Free Jazz: A Collective Improvisation
Free Jazz: A Collective Improvisation album in studio | |
---|---|
Artista | Ornette Coleman |
Pubblicazione | 1961 |
Durata | 37:10 |
Dischi | 1 |
Tracce | 2 |
Genere | Free jazz |
Etichetta | Atlantic |
Produttore | Nesuhi Ertegün |
Registrazione | 21 dicembre 1960 |
Formati | LP da 12" |
Altri formati | CD |
Ornette Coleman - cronologia | |
Recensione | Giudizio |
---|---|
AllMusic | [1] |
Down Beat | [2] |
The Penguin Guide to Jazz | [3] |
Yahoo! Music | favorevole[4] |
The Rolling Stone Jazz Record Guide | [5] |
Piero Scaruffi (Austin Krentz) | 8.5/10[6] |
Free Jazz: A Collective Improvisation è il sesto album discografico di Ornette Coleman, pubblicato nel 1961.[7][8][9] Ritenuto uno dei capolavori del genere jazz, insieme ai precedenti album di Coleman contribuì a codificare un nuovo modo di fare jazz che divenne poi noto come free jazz.[10][11][12][13] L'album è stato definito da Chris Kelsey nella sua recensione Free Jazz: A Subjective History, come uno dei 20 dischi essenziali del free jazz.[14] L'opera servì come ispirazione e punto di partenza per lo sviluppo del movimento "free" e di enorme importanza per i successivi gruppi free jazz e per la registrazione di futuri altri grandi album come Ascension di John Coltrane e Machine Gun di Peter Brötzmann.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il titolo del disco diede il nome all'allora nascente movimento free jazz. L'album contiene un doppio quartetto, uno per il canale destro ed uno per il sinistro; la sezione ritmica suona in contemporanea, e sebbene ci siano successioni di assoli, come da consuetudine nel jazz, essi sono mischiati ad esecuzioni strumentali "free-form" da parte della sezione fiati, che spesso si tramutano in improvvisazioni. Si tratta di un'opera complessa ma di facile assimilazione, l'unica lunga composizione presente è costituita da una serie di brevi fanfare dissonanti per fiati, che servono come interludi tra un assolo e l'altro dei musicisti. È il primo disco LP a contenere una così lunga improvvisazione (circa quaranta minuti), assolutamente inedita per i tempi.
Nell'edizione in CD i due brani sono uniti a formarne uno solo ed è stato aggiunto un brano, First Take, pubblicato originariamente nel 1971 sulla compilation Twins.
Copertina
[modifica | modifica wikitesto]La copertina originale dell'LP riportava una riproduzione del dipinto del 1954 di Jackson Pollock The White Light.[15] Altre edizioni dell'album sostituiscono il dipinto di Pollock con una foto di Ornette.
Tracce
[modifica | modifica wikitesto]Musiche di Ornette Coleman.
- Free Jazz (part 1) – 19:53
- Free Jazz (part 2) – 17:09
Edizione CD
Musiche di Ornette Coleman.
- Free Jazz – 37:10
- First Take – 17:02
Formazione
[modifica | modifica wikitesto]Canale stereo sinistro
[modifica | modifica wikitesto]- Ornette Coleman – sax alto
- Don Cherry – tromba pocket
- Scott LaFaro – contrabbasso
- Billy Higgins – batteria
Canale stereo destro
[modifica | modifica wikitesto]- Eric Dolphy – clarinetto basso
- Freddie Hubbard – tromba
- Charlie Haden – contrabbasso
- Ed Blackwell – batteria
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Allmusic Review
- ^ Down Beat: 18 gennaio 1962 vol. 29, n. 2
- ^ Richard Cook and Brian Morton, The Penguin Guide to Jazz on CD, 7th ed. (Penguin, 2004), pag. 322.
- ^ Yahoo! Music review
- ^ J. Swenson (a cura di), The Rolling Stone Jazz Record Guide, USA, Random House/Rolling Stone, 1985, pp. 45, ISBN 0-394-72643-X.
- ^ Piero Scaruffi, The Histrory of Jazz Music. Ornette Coleman, su scaruffi.com, 2006. URL consultato il 22 dicembre 2020.
- ^ Enrico Bettinello, 20 Essentials: Free Jazz (1961 - 1972), in Blow Up, n. 203, Tuttle Edizioni, aprile 2015.
- ^ Ornette Coleman - Free Jazz - Recensioni, su SENTIREASCOLTARE. URL consultato il 9 giugno 2023.
- ^ Ornette Coleman: l'uomo che rese free il jazz | Rolling Stone Italia, su rollingstone.it, 9 marzo 2019. URL consultato il 9 giugno 2023.
- ^ Antonia Tessitore, Il jazz libero di Ornette Coleman, su Internazionale, 30 giugno 2015. URL consultato il 10 giugno 2023.
- ^ Ornette Coleman: l'uomo che rese free il jazz | Rolling Stone Italia, su rollingstone.it, 9 marzo 2019. URL consultato il 10 giugno 2023.
- ^ (EN) Taylor Ho Bynum, Seeing Ornette Coleman, in The New Yorker, 12 giugno 2015. URL consultato il 10 giugno 2023.
- ^ (EN) John Fordham, Ornette Coleman obituary, in The Guardian, 11 giugno 2015. URL consultato il 10 giugno 2023.
- ^ (EN) Chris Kelsey, Free Jazz: A Subjective History, su thomaschapin.com. URL consultato il 31 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
- ^ Jazz: A Film By Ken Burns, Episode 9, 2001.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Free Jazz: A Collective Improvisation, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Free Jazz: A Collective Improvisation, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- Ornette Coleman Double Quartet, Free Jazz: A Collective Improvisation in Jazz-a-Record, video Jazz Convention on TV, 2013